Con il Chord Qutest la già eccellente gamma di DAC del produttore britannico si arricchisce di un nuovo modello che stupisce ancora una volta per prestazioni e versatilità.
Quando si parla di DAC di un certo livello (e di un certo prezzo), il nome Chord è uno dei primi che viene in mente, soprattutto grazie a prodotti come il 2Qute e l’Hugo 2. Il nuovo Chord Qutest, che la compagnia britannica ha definito come il DAC più avanzato al mondo, si rifà proprio a quest’ultimo, dal quale riprende gran parte dell’architettura di base (filtri compresi) ma non l’amplificatore cuffie e la batteria al litio che faceva del Hugo 2 un DAC perfettamente portatile.
L’unico scopo del Qutest diventa così fare da ponte ponte digitale-analogico tra la vostra sorgente digitale e l’amplificatore, senza nulla concedere (o quasi) ad altre funzioni che esulino dalla natura di un DAC. Anche per questo il Chord Qutest è meno costoso del Hugo 2 (1399 contro 2100 euro), ma guai a sottovalutarlo. Ecco perché.
Qualità audio
Ci vogliono molte ore di rodaggio perché il Qutest perda quella durezza in fascia media che abbiamo notato non appena tolto dalla confezione e fatto funzionare con i primi ascolti. Dopo questo periodo di assestamento abbiamo collegato il Chord Qutest al nostro streamer di riferimento Naim NDS/555 PS e al preamplificatore Gamut D3i. Facciamo partire Holding On di Gregory Porter e notiamo immediatamente un miglioramento a livello di brillantezza, precisione e sottigliezza rispetto al predecessore (il comunque ottimo 2Qute).
Il Qutest riprende però molto da vicino la natura coesa e apparentemente “facile” del 2Qute, ma vi aggiunge parecchio. Possiamo infatti godere di un soundstage ricco di strumenti nitidi, puliti, concisi (per non dire esplicitamente dettagliati) che proviene dai nostri fidi diffusori ATC SCM50. Rispetto al predecessore il Qutest offre in più una maggiore consistenza e sfumature più sottili quando si tratta di sottolineare i piatti della batteria, le note del contrabbasso e la voce spigolosa di Porter; tutti elementi che riescono a ritagliarsi il giusto spazio sulla vasta tela sonora del Qutest.
La sua presentazione è leggermente più grande e più ampia di quella del 2Qute, dando agli elementi musicali una maggiore possibilità di evolversi senza scontrarsi l’uno con l’altro. Passando a Eyes Closed and Travelling di Peter Broderick, notiamo nuova struttura dinamica per il nostro sistema. La partitura di pianoforte mette in mostra la capacità di Broderick di passare dal delicato al devastante con solo alcuni colpi sui tasti e il Qutest trasmette fedelmente queste dinamiche così ondeggianti e variegate.
Con My Recovery Injection dei Biffy Clyro, il Qutest non solo cattura perfettamente le dissonanze della pungente chitarra solista, ma anche il modo in cui questa si fonde con la linea di basso. Questa maestria ritmica viene ulteriormente svelata mentre parte Pink Up degli Spoon. La spinta notevole, per la quale abbiamo sempre apprezzato il 2Qute, si riverbera anche nel Qutest e la risposta a cambiamenti di ritmo è assolutamente naturale e mai esagerata o artefatta. Dagli shaker che riempiono il soundstage alla melodia dello xilofono e alla voce, tutto orbita attorno al solido beat della traccia. Il Qutest si trova inoltre a proprio agio (e che agio) sia con brani rock travolgenti, sia composizioni classiche più riflessive e di più ampio respiro.
Funzioni
Simili prestazioni non sono sorprendenti se si considera che il Qutest implementa la tecnologia di conversione digitale-analogica FPGA (Field Programmable Gate Array) presente in tutti gli altri DAC di Chord. Mentre infatti la maggior parte dei DAC utilizza chip “standard”, Chord progetta i suoi da zero e, creando un circuito digitale più personalizzabile, Chord finisce con l’avere un maggiore controllo su tutto, dal filtraggio alla conversione.
Il software del Qutest condivide un identico codice audio con il Hugo 2, che si traduce in prestazioni identiche a livello di jitter e di modulazione del rumore “non misurabile” (il rumore residuo che si verifica a seguito di cambiamenti nel segnale musicale). I quattro filtri inoltre sono gli stessi e, mentre non fanno un’enorme differenza, vale comunque la pena provarli.
Incisive Neutral, Incisive Neutral HF roll-off, Warm e Warm HF roll-off sono selezionabili tramite il pulsante dei filtri del Qutest, che si illumina con un colore diverso a seconda del filtro scelto. L’unico altro pulsante luminoso (e colorato) è quello relativo al segnale in entrata. Bianco per la USB Type-B (in grado di accettare file PCM/DSD512 a 32 bit/768kHz), giallo per il primo ingresso BNC coassiale, rosso per il secondo (24 bit/384 kHz) e verde per l’ingresso ottico (24 bit/192 kHz/DSD64).
Non c’è invece il colore blu a sottolineare il Bluetooth, visto che il supporto al wireless è esclusivo del Hugo 2 anche per la sua natura portatile. Un po’ spiace rinunciare al Bluetooth, ma non è un’assenza tale da pesare sulla valutazione finale. I due ingressi coassiali possono anche essere utilizzati in modalità dual-data, consentendo al Qutest di gestire file (sovracampionandoli) file a 768kHz provenienti dalla meccanica di trasporto Chord Blu Mk2 CD (“solo” 9000 euro).
Qualunque percorso di input si scelga, l’uscita è offerta attraverso una coppia di RCA. Chord prevede che il Qutest sia accoppiato con una vasta gamma di pre-amplificatori e quindi ha reso lo stadio di uscita variabile. Basta tenere premuti entrambi i pulsanti di input e di filtro durante i primi 16 secondi dopo l’accensione del Qutest, e si può scegliere tra 1 V (rosso), 2 V (verde) o 3 V (blu).
La piccola finestra circolare del DAC è di fatto un altro display multicolore che rappresenta la frequenza di campionamento del file riprodotto: rosso per 44.1kHz, verde per 96kHz, blu scuro per 192kHz, viola 384kHz e bianco per i file DSD. Quelli senza una grande memoria fotografica potrebbero avere problemi a ricordare cosa indichi ciascun colore, ma questa sorta di “display arcobaleno” è sicuramente un tocco di design non comune.
Verdetto
Siamo così soddisfatti dei miglioramenti che caratterizzano il Qutest rispetto al già eccellente 2Qute che ci chiediamo dove Chord porrà la prossima asticella per i suoi DAC di stampo “budget”. Non conosciamo la risposta e nemmeno quale potrebbe essere il nome di un tale successore (Qutester? nah), ma per una questione di esperienza riteniamo che Chord potrebbe (in un anno o due) trovare un altro modo per stupirci ulteriormente.
Fino ad allora, o fino a quando non arriverà un DAC superiore di un altro brand in questa fascia di prezzo (ma sarà difficilissimo), il Qutest occupa un’ideale posizione di mezzo tra il Chord Mojo e il Chord Hugo 2, ovvero un trittico di DAC che tutti i produttori vorrebbero avere nella loro lineup.
© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.
Riassunto
Con il Chord Qutest la già eccellente gamma di DAC del produttore britannico si arricchisce di un nuovo modello che stupisce ancora una volta per prestazioni e versatilità.
Pro
Prestazione precisa, limpida e dettagliatissima
Destrezza ritmica e timing su livelli di eccellenza
Dinamicamente molto versatile
Ben equipaggiato e compatto
Contro
Niente Bluetooth
Manca un amplificatore cuffie
Scheda tecnica
Risposta in frequenza: 20-20 kHz +/- 0.2dB
Numero di stadi: 49,152
Gamma dinamica 124 dB AWt
THD: 0.0001% 1 kHz 2.5V RMS 300 ohms
THD and noise at 2.5v RMS ref 3V: -117dB 300 ohms AWt
Separazione tra I canali: 138 dB a 1kHz 300 ohms
USB ad isolamento galvanico
Modulazione del rumore: non misurabile
Ingressi: 1x ottico TOSLink fino a 24-bit/192kHz, 2x BNC coassiali fino a 24-bit/384kHz (modalità dual data fino a 768kHz per funzionamento in modalità M-Scaler), 1x HD USB-B galvanicamente isolate, bitrate fino a i32-bit/768kHz e DSD512
Uscite: 1x (coppia) stereo RCA: 1, 2 e 3V RMS
Peso: 770 grammi
Dimensioni: 41mm x 160mm x 72mm
Prezzo: 1399 euro
Sito del produttore: chordelectronics.co.uk
Distributore italiano: www.gto.it