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Canon EOS C300 Mark III – Prima parte

Si chiama Canon EOS C300 Mark III, camera professionale sempre più polivalente e dedicata sia a produzioni cinema che broadcast

Nuova nata in casa Canon che amplia la gamma Cinema EOS con EOS C300 Mark III, videocamera ancor più compatta della C300 Mark II e dotata di sensore Dual Gain Output. Sempre oggi 20 aprile 2020 sono stati annunciati due aggiornamenti firmware per i monitor professionali e le videocamere del sistema Cinema EOS. Per l’hardware non si tratta di un passaggio di testimone dato che la EOS C300 Mark II resta su piazza, mantenendo l’offerta del sensore CMOS Super 35 mm da 8,85 Megapixel all’interno di un corpo compatto, mentre la C300 Mark III va ad arricchire l’universo Canon Cinema EOS.

Equipaggiamento estremamente modulare, offerta che si rivolge sia all’ambito cinema che a quello più squisitamente broadcast televisivo. Come è stata definita nel corso della presentazione la C300 Mark III la si può considerare ‘sorella’ della C500 Mark II, differente per il sensore da 5.9K largo formato che passa al CMOS Super 35 4K. Nuovo design del corpo macchina, modulare, espandibile, con la possibilità di cambiare innesto del mount in misura autonoma da parte dell’utilizzatore, senza doversi recare in un centro assistenza. Pensiamo per esempio a un centro di noleggio che a seconda delle necessità può indipendentemente far uscire la macchina con Mount PL e ottiche cinematografiche ma in presenza di diversa produzione sfruttare il Mount EF autofocus per le ottiche fotografiche, che in genere sono quelle sfruttate per girare documentari. Il fatto di possedere pressoché lo stesso corpo della C500 Mark II e mount intercambiabili significa poter sfruttare anche la medesima accessoristica (slitte, cage, accessori meccanici, etc).

C300 Mark III
Canon EOS C300 MK III con ottica EF24 105mm

Riguardo i filmati e tipo di produzione c’è quella televisiva non solo DGTV ma anche streaming, quindi una camera adatta per chi deve offrire contenuti 4K nativi accompagnati da HDR per essere accettati da player importanti come per esempio Netflix. La serie Cinema EOS è tra le regine della documentaristica con le C100, C100 Mark II, C300 Mark II che hanno regalato grandi soddisfazioni sia al brand che agli utilizzatori. Ricordiamo che nel recente passato per l’Oscar 2019 tutti i candidati nella sezione documentary avevano girato con Canon, incluso il vincitore con l’opera intitolata Free Solo, incredibile racconto delle scalate a mani nude e senza alcuna protezione di un free climber statunitense. Tale documentario è disponibile in streaming su Disney Plus, dove per esempio si può anche recuperare un’altra produzione di rilievo intitolata Earth Live.


Per avere un’idea del livello qualitativo raggiunto dall’hardware del colosso giapponese (e parliamo del 2017) con Earth Live si hanno a disposizione circa 150′ minuti di materiale da National Geographic dedicati alla prima volta produzione live in diretta, utilizzando la fotocamera multi-purpose Canon ME20F-SH (4.000.000 ISO) con una varietà di obiettivi proprietari tra cui il CINE-SERVO 50-1000mm T5.0-8.9 EF, che ha consentito di cogliere momenti di vita di fauna selvatica notturna, a colori e non nel solito bianco e nero a infrarossi, senza illuminazione artificiale.

C300 MK III
Canon EOS C300 MK III con ottica EF24 105mm

Canon EOS C300 Mark III ha un mercato anche nell’ambito del video corporate, per quelle aziende che producono internamente per lo storytelling aziendale, web tv interne, creazione di contenuti istituzionali ma soprattutto il live streaming, cresciuto esponenzialmente in questo periodo di lock down di metropoli e nazioni. Arco di volta di questo nuovo gioiellino di Canon è il sensore 4K Super 35 che con questa nuova tecnologia Dual Gain Output (supporto fino a 4K / 50p) arriva a registrare più di 16 stop di gamma dinamica. Una scala sorprendente che offre ampi margini specie per le produzioni HDR – wide color gamut – quando si va in post-produzione. Si tratta di un progetto nuovo e molto veloce che consente di girare a risoluzione 4K fino a 120 fps dal pieno sensore e allo stesso tempo c’è la possibilità di scegliere codec diversi.

Sorella della C500 Mark II per dimensioni e ingombro, corpo cubico compatto ma allo stesso tempo con tutti gli innesti e gli attacchi impiegati sul set. Entrando nel dettaglio del Dual Gain Output si tratta di una tecnologia che consente di ampliare la gamma dinamica ma anche di aumentare la prestazione in termini di rumore digitale. Da questo sensore il segnale viene inviato a due diversi amplificatori: una amplificazione da priorità alla riduzione del rumore e quindi si occupa principalmente delle zone scure dell’immagine, una seconda amplificazione si occupa invece di evitare il raggiungimento della soglia del segnale facendo si che le zone chiare restino visibili senza incorrere nel clipping. Quindi se da un lato c’è l’ampliamento degli stop alle basse luci per avere dei neri più puliti che non incamerino rumore, dall’altro l’ampiezza del dettaglio alle alte luci offre il vantaggio di una attenuazione più morbida senza repentini decadimenti.

C300 Mark III - DGO
Come funziona il sistema di Dual Gain Output

Si tratta di due tipi di amplificazioni che avvengono sulla stessa immagine senza che debba venire selezionata una delle due modalità, la risultante è il tipico file video Cinema RAW Light con la convergenza di entrambe. Dual Gain Output technology da non confondere con il Dual ISO offerto da altri brand, dove sono invece presenti due sensibilità di base tra cui scegliere con le altre ricavate ‘digitalmente’ a seconda che ci sia necessità di avere più margine sulle alte piuttosto che sulle basse luci. Nel caso di Canon C300 Mark III la scelta degli ISO resta la stessa con in più il potenziale esprimibile tramite DGO e senza limitazioni di sorta: il vantaggio quello che le zone più scure e le più chiare vengono analogicamente processate in misura differente ottenendo un’immagine senza rumore alle basse luci e senza clipping in alto.

Peraltro dal punto di vista teorico il DGO ha delle similitudini con una tecnologia già da tempo applicata da ARRI: in questo caso il sensore utilizza l’acquisizione simultanea a doppio guadagno per estendere la gamma dinamica e quindi un roll-off delle luci molto più fluido. Apparentemente invia i dati dei pixel in percorsi di guadagno sia alti che bassi, creando immagini a 14 bit da ciascuna combinandole in un’immagine a 16 bit. Arri sembra avere circuiti di lettura paralleli, uno dei quali ha un guadagno aggiuntivo applicato, essenzialmente catturando al tempo stesso un segnale amplificato e la sua uscita ISO di base. Cosa diversa da come agiscono i sensori CCD sviluppati da Sony Aptina, progettazione a doppio guadagno con percorsi di circuito commutabili all’interno del pixel, fornendo due diversi equilibri FWC / gain. L’FWC è acronimo di Full Well Capacity e coinvolge direttamente i fotoelementi che compongono la matrice del CCD, che di fatto incamerano elettroni: più grande il fotoelemento, maggiori gli elettroni. La quantità di elettroni raccolti da ogni singolo fotoelemento viene indicata come FWC.

Link alla sezione Cinema EOS di Canon Italia.

Link alla seconda parte dello speciale Canon EOS C300 Mark III.

© 2020, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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