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Bot, script e “bagarini”: quando la tecnologia diventa introvabile

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Ormai è sempre più difficile trovare i prodotti tecnologici più chiacchierati e la colpa è anche di bot specializzati che fanno razzie sugli e-store di tutto il mondo

Nelle ultime settimane (ma anche nei mesi scorsi con l’uscita delle prime e attesissime schede grafiche Nvidia RTX della serie 3000), si è assistito a un fenomeno inedito (almeno in simili proporzioni). Complice anche la volontà di limitare la disponibilità di certi prodotti molto attesi negli store fisici per evitare pericolosi assembramenti, la disponibilità di PlayStation 5, Xbox Series X e delle schede grafiche Nvidia è stata per buona parte un’esclusiva degli store online, ma proprio questa situazione ha portato a quello che abbiamo visto un po’ su tutti i siti di e-commerce specializzati in tecnologia.

Code lunghissime per accedere, prodotti esauriti in uno o due minuti e, inevitabilmente, tantissimi utenti delusi e rimasti a bocca asciutta. La cosa ha riguardato soprattutto PlayStation 5 (oggi introvabile, almeno al prezzo di listino) e parte della colpa, oltre all’hype fortissimo e alla situazione pandemica, va anche a bot specializzati, ovvero script che visitano un sito con una frequenza impossibile per un essere umano (si parla di ogni secondo), controllano se un prodotto è disponibile e provano a metterlo nel carrello. Se ci riescono avvisano subito l’utente con un messaggio per far concludere la transazione.

E pensare che di listino costa poco più di 700 euro

 

L’utilizzo di questi bot, che possono rimanere operativi 24 ore al giorno, ha permesso a migliaia di semplici utenti “esperti” e (cosa più grave) a veri e propri gruppi organizzati di “bagarini tech” di acquistare online altrettanti prodotti in pochi secondi, cosa impensabile per qualsiasi utente normale. Tra l’altro, se si ha una minima esperienza in ambito javascript, è possibile prendere questi script già pronti all’uso e personalizzarli in pochi minuti per aggiungere gli e-store da cui provare ad acquistare i prodotti interessati (per esempio, Unieuro.it, Euronics.it, Mediaworld.it)


Il fatto poi che sia possibile far funzionare decine di questi script contemporaneamente significa, moltiplicandoli per il numero di utenti che li utilizzano, che uno di questi siti si trova a gestire decine di migliaia di accessi contemporaneamente pur non trattandosi di utenti in carne e ossa ma appunto di bot. Ed ecco allora i rallentamenti, le code virtuali o, nel peggiore dei casi, il crash dei siti letteralmente intasati di accessi, anche perché non tutti gli e-store italiani possono permettersi un’infrastruttura come quella di Amazon.it, che infatti in questo periodo non ha mai sofferto la situazione con blocchi o attese di decine di minuti per poter accedere alla home page.

Un danno quindi sia per i siti stessi (con code virtuali o server giù, si perdono migliaia di clienti interessati a tutt’altro che non a PlayStation 5 o prodotti simili), sia per gli utenti. Quei gruppi a cui accennavamo prima sfruttano infatti questi bot per acquistare centinaia (se non migliaia) di prodotti richiestissimi, per poi rimetterli in vendita su piattaforme come eBay anche al doppio del prezzo… e nulla vieta di farlo (dopotutto siamo in un mercato libero). Il risultato? Una PlayStation 5 nuova su eBay.it si può trovare addirittura a 1800 euro rispetto ai 499 euro di listino.

Le soluzioni tecniche da parte degli e-store per bloccare i bot ci sarebbero anche ma non vengono purtroppo messe in pratica, con il risultato che molto probabilmente anche il prossimo anno, viste le attuali difficoltà produttive di molte fonderie di semiconduttori in Asia ma non solo, assisteremo di nuovo a questa identica situazione. La speranza è che, con l’attenuarsi della pandemia, si potranno trovare i prodotti tech più richiesti anche negli store fisici senza più l’incubo degli assembramenti, ma è ancora troppo presto per dirlo e in ogni caso bot, script e bagarini tecnologici ci saranno sempre… purtroppo.

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