Un proiettore portatile ha molti vantaggi, ma per essere sicuri che sia quello giusto occorre osservare il giusto dato tecnico e confrontare
Il proiettore portatile può regalare molto più divertimento di quanto si pensi. È il caso della doppia offerta delle asiatiche BenQ e Xgimi, con due dispositivi dal minimo ingombro pronti a intrattenere con un interessante spettacolo audio/video.
La forma che non può non catturare l’attenzione è sicuramente quella del BenQ GV30, che a prima vista più che un proiettore portatile potrebbe sembrare uno smart speaker: dimensioni 120 x 195,8 x 185 mm (L x A x P) e peso di 1,6 Kg. Per venire incontro all’inusuale stile è inclusa una base d’appoggio per la fine regolazione della posizione rispetto al telo di proiezione. Se la preoccupazione maggiore fosse quella di un audio integrato di maggior spessore e flessibilità il GV30 arriva a fare la differenza. Benché già in circolazione altri apparati 2.1 canali qui troviamo 4 + 4 Watt cui si aggiunge un woofer da 8 Watt, che assieme alla connettività Bluetooth (4.2) e alla portabilità lo rendono pressoché unico. Presente un ingresso HDMI (1.4), porta USB-C multifunzione in virtù della modalità DP Alt e classico jack da 3,5 mm.
Più tipica la forma a parallelepipedo dello Xgimi Elfin, con un design dai bordi smussati, dimensioni 192,1 x 194,19 x 48,31 millimetri e peso poco meno del 50% del GV30 rendendolo ancora più facile da gestire. Per contro l’Elfin non può offrire più di tanto nel comparto audio con due diffusori da 3 Watt per un totale di 6 Watt benché vi sia compatibilità con segnali audio DTS e Dolby Digital. Più avanzato il comparto terminali rispetto al BenQ con 1x HDMI 2.0, 1x USB 2.0, jack 3,5 millimetri, Wi-Fi (802.11ac doppia banda) e Bluetooth 5.0 BLE. Per la sezione video entrambi offrono un chip DLP (DMD a 0,33” pollici per l’Elfin mentre BenQ non lo dichiara) ma con differenze sostanziali: il BenQ ha una risoluzione nativa 1280 x 720 pixel (restando compatibile con segnali max UHD) mentre l’Elfin viaggia a 1920 x 1080.
La grande differenza resta invero nel sistema di illuminamento a LED, che per il BenQ si attesa attorno ai 300 ANSI lumen mentre la controparte Xgimi va oltre il doppio con valore dichiarato tra i 600 e gli 800 ANSI lumen. Per entrambi la durata della lampada è riportata a 30.000 ore con un livello di rumorosità variabile a seconda della modalità d’impiego, senza però superare i 30dB. Rapporto di tiro in comune 1.2:1 e quindi possiamo immaginare che sia possibile raggiungere i 100” pollici da 2,6 metri di distanza con l’Elfin senza percepire un’inferiore resa del quadro generale anche in presenza di un locale non completamente buio. Diverso risultato par lecito per il GV30, che ci sentiamo di consigliare per un utilizzo sugli 80” pollici a 2,1 metri di distanza, possibilmente in locale oscurato al massimo.
Keystone automatico su tutti e due ma il BenQ è solo verticale (+/- 40°) mentre l’Elfin aggiunge l’orizzontale, la rilevazione intelligente degli ostacoli con eventuale ridimensionamento del quadro e un maggior grado di adattabilità acquisendo i bordi dello schermo. Il GV30 è dotato di batteria interna che riporta 2,5 ore di autonomia mentre l’Elfin ne è sprovvisto. Entrambi dotati di telecomando, differenze a parte per Android TV 10 (Elfin) e Android TV 9 (GV30) il proiettore Xgimi va oltre l’SDR con compatibilità HDR-10 e (finalmente) anche HDR-10+, oltre a gestire immagini 3D previo acquisto separato di occhiali LCD.
A conti fatti necessitando di una maggiore spinta sul fronte audio o di una diversa autonomia si potrebbe propendere per il BenQ GV30, ma l’ago della bilancia tecnica è quasi tutto spostato verso lo Xgimi Elfin, in primis per la maggiore resa in ANSI lumen che rende ancor più leggera la differenza di prezzo: 650€ contro i 559€ del BenQ.
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