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AV1, il codec video per lo streaming next-gen

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Si chiama AV1 ed è un nuovo codec che potrebbe presto avere un impatto sulla qualità dei contenuti video in streaming su Smart TV, set-top media streamer e altri dispositivi.

Il codec AV1 è promosso dalla Alliance for Open Media (AOMedia), un’organizzazione composta da alcune delle più importanti società nel settore dell’intrattenimento e dell’Hi Tech tra cui Google, Apple, Netflix, Microsoft, Intel, Amazon. Media “aperti”, sembra voler dire il consorzio, come aperto sarà il nuovo codec; il che significa che gli sviluppatori e i servizi di streaming avranno maggiore libertà nell’implementarlo nelle loro tecnologie. Non solo: visto che è proposto come prodotto royalty free, presumibilmente avrà un impatto inferiore in termini economici rispetto ad alcuni dei maggiori codec utilizzati in tutto il settore, per esempio H.264 AVC, H.265, HEVC  e altri. In genere, questi codec di uso più comune prevedono il pagamento di una licenza e, a volte, requisiti di implementazione restrittivi. Fa eccezione il Google open VP9, ​​che è stato offerto come codec open per 4K sulla piattaforma YouTube.

Per chi ancora non lo sapesse, un codec è generalmente un programma che comprime i dati per consentire una trasmissione più veloce. Il segnale trasmesso deve essere decompresso da un decoder in un dispositivo ricevente come un televisore. Questa compressione riduce la dimensione di un file dati e questo può incidere sulla qualità audio e video. Il codec più efficiente è quello che riesce a comprimere il più possibile i dati garantendo al tempo stesso una perdita di qualità minima.

AV1 prestazioniSecondo quanto riportato dalla Alliance for Open Media, il codec AV1 può raggiungere dal 30% al 40% di compressione in più rispetto ai codec concorrenti come HEVC. AV1 permetterà inoltre di riproduzione video 4K UHD cross-platform con colori più profondi, elementi in primo piano più luminosi, ombre più scure e altre caratteristiche tipiche dell’Ultra HD, occupando la minor banda possibile.


Non abbiamo modo di verificare se quanto dichiarato da AOMedia sia vero oppure no. Ma può essere significativo il fatto che Netflix (che per altro fa parte del consorzio) si stia muovendo per aggiungere il codec AV1 a quelli già utilizzati (H.264, H.265 e VP9) per la sua vasta libreria di titoli in streaming per migliorare l’efficienza e la qualità del video.

Questo è importante, perché i servizi come Netflix utilizzano bit rate variabili per inviare filmati su connessioni a banda larga in modo da ridurre lo stallo, gli artefatti digitali indesiderati e il salto sequenziale durante la riproduzione. Quando il volume del traffico è elevato, spesso la qualità del video e dell’audio del film o del programma che si sta vedendo in streaming cala drasticamente, andando spesso ben al di sotto degli standard 4K e perfino dei livelli HD. Ecco perché un codec più efficiente può migliorare la qualità di ciò che visualizziamo su uno qualsiasi dei display di casa.

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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