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AV 2.0: vorrei ma non posso

2.0

Natale e Capodanno sono il momento giusto per dedicarsi all’alta fedeltà, o all’home theatre. Soprattutto di questi tempi, dove le alpi italiane, specialmente nel nord-ovest, appaiono scoperte dall’atteso manto nevoso. Come coniugare, però, avendo la massima resa e la minima spesa (in buona parte della casistica) il cinema home-video multicanale e la stereofonia musicale? È possibile affidarsi ad un onesto sistema 2.0, o 2.1 con aggiunta di sub, ovviamente provvisto di ingresso e uscita HDMI, in modo da poter essere il centro del nostro impianto non solo per la musica, ma anche per film, streaming e videogiochi. La realtà audio 2.0 si sta espandendo. Vediamo perché, e soprattutto come.

Il 2.0 è una risposta all’aumento dei prezzi nell’elettronica di consumo ed è un effetto della scomparsa della famosa gamma media in HT, prima trainante nel mercato.

È possibile. Anzi, è probabile che sia una causa sovrana, almeno dagli ultimi 5-6 anni, e con maggiore presenza dalla pandemia CoVid in poi. I costi si alzano, sospinti dai venti dell’inflazione. Il trasporto, poi, è stato una vera spina nel fianco di produttori, e ovviamente distributori assai in ansia nel poter garantire prezzi concorrenziali visti i margini sempre più ridotti. Ecco: per l’utente finale una possibile risposta potrebbe essere l’impianto 2.0.

Costi più bassi, presenza di tutte le tecnologie atte a rendere fruibili le esperienze streaming. La connettività a portata di mano. Ma soprattutto gli spazi. Dimentichiamoci impianti da salone aulico con satelliti ovunque, canali atmosferici attaccati al soffitto e cavi di ogni genere. Non v’è dubbio che una soluzione a due canali sia versatile e comoda, a prova delle case d’oggi. Non sarà un vero home theatre per antonomasia, non rispetterà i dettami del surround, ma con due buoni diffusori audio un buon risultato su può sempre strappare. Soprattutto perché, a rigor di logica, se si devono acquistare solo due casse, pare più opportuno non risparmiare troppo…

La meccanica dell’alloggio

Non prendiamoci in giro. I grandi impianti multicanale o, ancor più, corposi diffusori tre vie con gustosi wooferoni sono il desiderio di molti, ma realisticamente tutti possono, fisicamente parlando, posizionare proficuamente simili impianti nella loro casa? Una certa disamina che ha trovato concordi molti negozianti è la seguente: spesso il cliente è più in difficoltà con gli spazi che con la cifra da investire2.0


Per esempio… Il moderno A12 Classic di Advance Paris, con due ingressi audio HDMI (anche ARC) è un modo intelligente per unire, suonando bene, sorgenti HT e hi-fi. 

E in futuro sarà sempre peggio. Pigiati come sardine in condomini di un ecosistema cittadino sempre più intensamente antropizzato pare difficile ipotizzare l’utilizzo, per l’utente del futuro dalle medie capacità (se ci sarà ancora) impianti giganteschi con finali stereofonici da 50 chilogrammi di peso.

1 + 1 = 3

Perdonate l’adinato (concetto assurdo), ma effettivamente, nonostante molti non ci pensino (sembra incredibile) è un’ottima idea fare un sistema solo fra audio musicale e audio-video. Ottenendo anche un risparmio inequivocabile nella spesa e la possibilità di porre in un unico ambiente, cosa che torna utile, sistema stereofonico e HT. Appunto il 2.0.

2.0
Yamaha R-N2000A. Sintesi fra audio stereo e AV di livello, possiamo dire, importante.

 

Alcuni produttori dal nome altisonante (si prenda, ad esempio Yamaha, la quale è uscita sul mercato con prodotti la cui genealogia ha probabilmente seguito il nostro filo logico) stanno presentando prodotti che puntano ad una sintesi fra realtà hi-fi stereofonica classica (anche di alto livello) e un nuovo concetto di fruizione dei contenuti audio-video in veste stereofonica. La summa è presto enunciata: due canali, ma buoni, generati da un ampli integrato dagli alti contenuti, che faccia anche da streamer (e ovviamente dotato di tutti gli ingressi digitali) che possa occuparsi al 100% dell’audio casalingo. Sia musicale (classicamente riprodotto correttamente in stereofonia) che audio-video (tramite ARC o eARC). Dalla TV, quindi, come canale di ritorno.

Sarà il futuro, o solo l’ennesimo excursus destinato a breve esistenza? Lo vedremo. Sicuramente la sfida è alta. Non c’è dubbio che queste possano essere macchine all’altezza della rappresentazione della musica in alta fedeltà stereofonica, ma siamo certi che riescano a non fare rimpiangere una batteria, magari 9.2 Atmos, multicanale con HDMI 2.1 pass-through?

Il dibattito è aperto. La palla a voi.

2.0
Onkyo RZ50, premio EISA 2023-24. AV multicanale di riferimento, premiato (ci sentiamo di dire, giustamente) in ogni dove. Sicuramente è lui l’oggetto da battere: la tradizione del multicanale vero e proprio.

 

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