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Auto-Tune: il software dei miracoli

Potrebbe apparire a dir poco singolare affermare che vi sia una qualche correlazione tra la geofisica, la matematica e la musica, eppure queste sono le basi di un caratteristico software noto come Auto-Tune, un particolare sistema atto a gestire l’intonazione della voce di un cantante.

Da qualche tempo a questa parte capita sempre più frequentemente di sentir nominare il termine Auto-Tune, un software che consentirebbe a chiunque, quindi anche a coloro assolutamente stonati, di cantare con intonazione perfetta.

Il bello è che questo software – che già dal nome Auto-Tune lascia intuire a cosa serva visto che il verbo to tune in inglese significa sintonizzare/accordare – nasce in un contesto alquanto insolito e completamente svincolato dalla musica: la ricerca del petrolio.

La cosa si spiega facilmente: chi ha inventato questo sistema di correzione dell’intonazione vocale è il classico soggetto che – a prescindere dall’attività principale con la quale ricava da vivere – guarda caso ha l’hobby della musica.


Andy Hildebrand, infatti, è un matematico e ingegnere minerario all’epoca impiegato presso la EXXON la cui principale attività consisteva nella ricerca del petrolio, circostanza nella quale viene solitamente utilizzato un generatore di onde sismiche al fine di sondare la “risposta in frequenza della roccia” per individuare eventuali giacimenti.

Molto brevemente, il sistema emette una serie di onde ad una determinata frequenza le quali, successivamente assorbite dal suolo – una specie di ecoscandaglio che anziché operare in acqua lo fa attraversando la roccia – sono in un secondo tempo interpretate in base al tipo di riflessione generata dall’impatto delle suddette negli strati rocciosi.

Questo genera una determinata quantità di dati che consentono di capire se vi sia o meno un deposito di greggio nel sottosuolo esaminato. Come accade in simili circostanze, i dati rilevati sono sovente afflitti da qualche forma di disturbo che una volta rimosso ne facilita l’interpretazione: ebbene, il sistema di filtraggio dei dati suddetti rappresenta il prototipo del software Auto-Tune, che dopo anni di test ed affinamenti nel 1997 è stato immesso in commercio dalla ANTARES AUDIO TECHNOLOGIES, azienda successivamente fondata dallo stesso Hildebrand al quale, proprio per questa invenzione, nel 2023 è stato conferito un Technical Grammy®.

Sic et simpliciter, almeno in apparenza, perché come sapete il genio è colui che osservando ciò che giace sotto gli occhi di tutti vede e soprattutto pensa in modo parecchio diverso quindi, spiegato in breve di cosa si tratta almeno in generale, vediamo adesso come funziona il fantomatico nonché frequentemente detestato artificio elettronico.

Partiamo col dire che le versioni disponibili di Auto-Tune sono numerose, ma sostanzialmente riconducibili a due contesti: live e studio, laddove intuibilmente le differenze sono legate all’utilizzo che si fa del software. Nel primo caso la nostra voce sarà elaborata in tempo reale durante l’esecuzione mentre nel secondo caso – circostanza in cui non abbiamo alcuna necessità di agire al momento – l’elaborazione avverrà in fase di missaggio del brano, momento in cui sarà possibile provvedere ad uniformare la voce in caso di stonature evidenti.

Chiaramente, al pari di qualsiasi sistema che si occupa di effettuare una qualche forma di correzione è necessario fornire al software un riferimento che nel caso in essere, guarda caso, sarà costituito proprio dalla tonalità in cui si esegue il brano nei confronti della quale chiaramente la voce deve trovarsi accordata.

Per cui, nel caso la canzone fosse eseguita in Do maggiore, ovviamente anche la voce dovrà rientrare nelle note comprese nella suddetta scala, così non fosse, il software provvederà ad un’opportuna sintonizzazione abbassandone oppure alzandone la tonalità al fine di farla rientrare nel riferimento, condizione che garantirà la perfetta intonazione pur se chi canta stonasse intenzionalmente, ipotesi assurda ma efficace per far meglio comprendere quanto pesante sia l’intervento del sistema.

Ed infatti, immancabilmente direi, l’intervento del software in determinati casi è evidente al punto che chiunque – intendendo con tale termine un qualsiasi soggetto completamente all’oscuro di tutte le considerazioni da audiofilo esistenti in ambito Alta Fedeltà – se ne accorge senza particolare difficoltà.

Non solo, talmente manifesto è in certi casi il suo utilizzo da essersi attualmente trasformato in un vero e proprio genere caratterizzato, appunto, dall’uso massiccio che alcuni cantanti  fanno di questo software senza alcuna remora.

Intervistato sull’argomento, lo stesso Hildebrand ha dichiarato abbastanza stizzito che mai avrebbe pensato ad un simile utilizzo del software da lui creato, ritenendo addirittura non sano di mente chi lo avesse sfruttato in tal modo. Come dargli torto!

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

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