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Audio italiano HD: incontro con Warner e Universal

Facciamo il punto della situazione sulla questione audio italiano di bassa qualità nelle edizioni Blu-ray e Ultra HD 4K: ecco quanto discusso nell’incontro tra i promotori della petizione “Miglior audio italiano  nelle  edizioni Blu-ray Disc”, Warner Bros e Universal Pictures, due delle Major maggiormente rappresentative del mercato.

Nel mese di luglio 2016 la redazione di AF Digitale ha ricevuto una lettera dai promotori la petizione “Miglior audio italiano nelle edizioni Blu-ray Disc”.  La testata, da sempre al fianco degli appassionati italiani e della qualità audio-visiva, ha voluto sostenere questa iniziativa riconoscendone il giusto valore e fondatezza. Ne pubblichiamo alcuni punti, i più significativi, utili a comprenderne le finalità. Pubblichiamo altresì i dati e le notizie più recenti, fino ad arrivare alla data del 18 novembre, quando la delegazione di appassionati è stata ricevuta a Roma dagli Amministratori Delegati delle divisioni italiane di Warner Bros e Universal Pictures.

La petizione

“Sono trascorsi quattro anni davvero difficili,  vissuti “ pericolosamente“ a fianco di una crisi economica che ha prodotto profondi cambiamenti socio economici. Gli effetti, purtroppo, non si sono  ancora esauriti. Anche il mercato interno dell’H.T. e quello dell’ audio di qualità non sono stati risparmiati. Hanno subìto un forte contraccolpo ed oggi appaiono meno vitali, in  forte contrazione, con un’offerta di prodotti decisamente più ridotta e meno articolata. Per ritornare ai livelli pre-crisi probabilmente occorrerà molto tempo. Bisognerà rimboccarsi le maniche e, con rinnovato entusiasmo, ripartire.

La base sicura per la ripartenza è rappresentata dagli  appassionati che in questi anni, con grandi sacrifici, hanno mantenuto costantemente in vita il settore. La comunità è ancora abbastanza solida ed unita ma manca di quell’entusiasmo che oltre 10 anni fa caratterizzò l’arrivo del Blu-ray Disc. Crediamo che occorra intervenire rapidamente per non disperdere questo vitale “zoccolo duro”.


Bisogna riaccendere la passione e superare la rassegnazione, come quella riconducibile alla qualità dell’audio italiano delle edizioni Blu-ray, purtroppo ancora vincolata a codifiche ormai obsolete. Siamo convinti che la qualità Audio/Video del software rappresenti, insieme agli appassionati, il binomio irrinunciabile per far ripartire il mercato. Per questo, ad inizio 2015 abbiamo promosso la petizione “Miglior audio italiano per le edizioni Blu-ray Disc”.

Il testo della petizione sottopone alle Majors un’esigenza molto sentita dagli appassionati: disporre su formato  Blu-ray Disc di una qualità audio della traccia italiana migliore rispetto a quella attualmente proposta, ancora vincolata a formati audio compressi come il Dolby Digital e il DTS half rate, finalizzati più di 20 anni fa, per sopperire alle limitate risorse di banda e spazio del formato Dvd.

Pur consapevoli dei costi, delle economie di scala, della necessità di dover localizzare i dischi per diversi territori e lingue europee, in questi  mesi, per la prima volta, abbiamo intrattenuto positivi contatti con le Majors proponendo anche soluzioni tecniche percorribili al fine di differenziare la qualità audio dei dischi Blu-ray dai semplici e sorpassati DVD.

Inoltre, a fine dello scorso anno, con l’annuncio del formato Ultra HD Blu-ray Disc, il quale dispone di risorse di banda e spazio maggiori (soprattutto con i dischi da 100Gb), abbiamo segnalato come fosse assolutamente inaccettabile reiterare ancora una volta la traccia audio italiana compressa in Dolby Digital o DTS Half rate anche sui  nuovi dischi  “4K”.

Abbiamo proposto alcune soluzioni tecniche assolutamente percorribili e di buon senso come quella di codificare le 4 tracce audio principali europee (Tedesco, Francese, Italiano e Spagnolo) in Dolby Digital Plus o  DTS-HD HR, oppure in  Dolby TrueHD o DTS-HD MA limitando entrambe le tracce Lossless (per motivi di spazio e banda) alla risoluzione 16bit. Anche la sola  adozione dei recenti formati audio lossy consentirebbe la codifica 7.1 e il supporto ai nuovi formati Object Based come il Dolby Atmos e il DTS:X. Un risultato minimo che, comunque, sarebbe molto  apprezzato. Le discussioni intrattenute sono state articolate e hanno toccato diversi aspetti tecnici. Per esempio abbiamo chiesto per quale motivo non sia possibile usufruire dello spazio che molte volte rimane inutilizzato sui dischi in sede di authoring.

Nonostante la forte crisi economica il periodo critico che ha vissuto il mercato italiano dell’Home Video – in pericolosa flessione per alcuni anni – sembra ormai fortunatamente superato. A testimoniarlo sono i dati del rapporto Univideo del 2016 sullo stato dell’Home Entertainment in Italia, il quale vede il nostro Paese registrare una ripresa con una crescita del supporto fisico del 11,8% rispetto al 2014, con il formato Blu-ray che arriva a rappresentare il 24,8% del fatturato delle vendite e un incremento del 20,8% rispetto il 2014.

E’ vero, il nostro mercato e in particolare quello del Blu-ray Disc è ancora “piccolo” nei numeri rispetto a quello del DVD ma appare fortunatamente vitale e vivace con edizioni che si differenziano soprattutto per il packaging, per le tante ristampe distribuite in steelbox edition, per i cofanetti celebrativi come quello realizzato e distribuito da Universal per festeggiare i 10 anni dall’introduzione del supporto. Purtroppo l’unica diversificazione davvero importante e sostanziale che ci avrebbe fatto piacere trovare, quella di un audio italiano di qualità migliorata, non c‘è ancora  stata. Per tutti i formati, dal Dvd al Blu-ray UHD, la codifica italiana è il solito penalizzante e superato audio Dolby Digital o DTS half rate.”

L’Incontro del 18 Novembre 2016

Il 18 novembre 2016 la delegazione di appassionati composta da Mario Boccardi, Giuseppe Alba e Marco Lupo, è stata ricevuta dalla D.ssa Barbara Salabè e dal Dr.Roberto Paris, rispettivamente Amministratore Delegato di Warner Bros e di Universal Pictures I.E. Italia, presso le loro sedi romane. Vi riportiamo una sintesi di quanto è emerso durante gli incontri.

 

“In apertura è stata nuovamente sottolineata l’esigenza di una migliore qualità audio della traccia italiana nei prodotti Blu-ray Disc, soprattutto per i film più “spettacolari”, e di come sia penalizzante per gli appassionati italiani essere discriminati nei confronti di francesi e tedeschi, i quali possono beneficiare di codifiche audio di qualità superiore, addirittura in Dolby Atmos su un numero crescente di titoli. Di come sia improponibile reiterare anche sulle edizioni 4K lo stesso audio italiano presente nei DVD, utilizzando le codifiche lossy, superate qualitativamente e non più in linea con le potenzialità tecniche che i formati possono e devono offrire, di come sia necessario differenziare i prodotti DVD e Blu-ray anche nel comparto audio.

Abbiamo trattato altresì la questione dei costi di lavorazione per la preparazione dei master audio cinematografici, di come quelli finalizzati in Dolby Atmos vengano di fatto sfruttati soltanto nelle pochissime sale equipaggiate (una decina in tutto il Paese), vanificando in tal modo ingenti investimenti nel giro di solo due-tre settimane di programmazione cinematografica. Investimenti che potrebbero essere parzialmente recuperati se venissero impiegati e trasferiti nel circuito dell’Home Video, migliorando la qualità dei supporti Blu-ray, gli unici in grado di utilizzare le “stesse” codifiche audio dei master cinematografici.

Non abbiamo affrontato in profondità gli aspetti tecnici, pur importanti ma risolvibili, perchè ci siamo resi conto le problematiche alla base, quelle che realmente determinano la bassa qualità dell’audio italiano, essere di altra natura. In parte il “peso specifico” del mercato italiano, più piccolo di quelli francese e tedesco, ma soprattutto il problema della pirateria audiovisiva, una piaga molto, troppo, diffusa nel nostro Paese. Sulla prima questione abbiamo fatto notare come molti appassionati si rivolgano al mercato estero dove è possibile reperire, a parità di titolo e costo, edizioni più complete di quelle distribuite in Italia, prive queste ultime, ad esempio, del disco dei contenuti speciali. Questo comportamento determina un difetto di stima dei dati di vendita in quanto si verifica esclusivamente a senso unico.

Aggiungiamo un ulteriore elemento di  riflessione sulla mancata crescita del mercato italiano. Nel 2002, sul numero 4 di AF Digitale, l’editoriale di Gianfranco Giardina dal titolo “ il DVD alla deriva” sottolineava come l’Italia fosse il fanalino di coda dell’Europa occidentale. ”Precediamo solo un plotoncino composto da Polonia, Cechia e Ungheria… sorpassati anche da Grecia e Portogallo; doppiati dalla Spagna. La lotta per avere prodotti di qualità – visto che  molti appassionati vogliono farla – non può essere delegata solo agli appassionati. Buena Vista, Columbia, Fox, Warner e le altre Major sono quelle che dovrebbero tenere ad un allargamento della base installata dei DVD – ma -… non si vedono ancora attività mirate ad accrescere il livello culturale dell’utenza”.

Sono trascorsi 14 anni e nulla è cambiato. Il nostro mercato è rimasto piccolo – lo è sempre stato – e non si è evoluto perché nulla è stato fatto per  migliorarlo. E’ mancata soprattutto l’informazione e la promozione verso i nuovi formati e le nuove tecnologie. Il risultato è che ancora oggi molte persone non sanno cosa sia un Blu-ray Disc e acquistano il vecchio e superato  DVD nonostante il prezzo di vendita dei due formati si sia quasi definitivamente equiparato e le case degli italiani siano in buona parte equipaggiate con una tv HD.

Stessa cosa per  il Blu-ray 4K. E’stato semplicemente buttato nel mucchio dei dischi e solo grazie al passaparola degli appassionati sta avendo quel minimo di visibilità vitale per cominciare a camminare. Considerando che i Blu-ray disc, a differenza dei DVD, sono rivolti soprattutto agli appassionati, un audio italiano di qualità migliore (magari pubblicizzato chiaramente sulla confezione) costituirebbe un vero valore aggiunto rendendo il prodotto più forte e competitivo.

Sulla spinosa questione della pirateria la prima cosa che ci sentiamo di dire con forza, senza alcun imbarazzo, è che gli appassionati italiani acquistano i prodotti ufficiali e collezionano i dischi Blu-ray per un semplice motivo: vogliono (vorrebbero) un prodotto di alta qualità audiovisiva che solo l’acquisto originale può e deve offrire. Per questo, senza timore di smentita, sono dalla parte delle Majors e hanno acquistato (dati Univideo 2016  alla mano) 3,8 milioni di dischi, sviluppando un giro d’affari pari a 56 milioni di Euro.

Comprendiamo pienamente la questione esprimendo massima vicinanza di intenti. Auspichiamo che gli organi preposti (quelli di categoria FAPAV in primis) intervengano con rinnovato vigore per arginare efficacemente il fenomeno della pirateria audiovisiva; tuttavia far ricadere le conseguenze sugli appassionati – geneticamente  immuni dal virus della  bassa qualità – significa punire ingiustamente la parte sana del mercato, dare involontariamente uno “schiaffo” alla legalità, a chi rispetta quotidianamente le regole, a chi con senso civico spegne il cellulare al cinema, non  parcheggia in seconda fila e non scarica film illegalmente. Un prodotto ufficiale non può essere penalizzato nell’audio italiano facendo ricadere il “castigo” su chi acquista prodotti originali, mortificando il concetto di qualità audiovisiva, perché il valore dell’autenticità rappresenta da sempre un formidabile argine alla contraffazione.

In questi anni  gli appassionati italiani hanno dimostrato silenziosamente di essere al fianco delle Majors, sostenendo con passione il Blu-ray Disc, e, oggi più che mai, ci sono ancora, ma con una consapevolezza in più. Quella di essere nel giusto. Questa è la nostra forza. Quella che ci permette di sostenere, ancora una volta, la nostra richiesta. Ora le decisioni spettano solo a Voi. Restiamo in attesa di una Vostra risposta, di segnali di apertura e di cambiamento su alcuni titoli importanti di prossima distribuzione, per capire se siete al nostro fianco, dalla stessa parte, per un nuovo inizio insieme.”

Conclusioni

Non può che farci piacere l’esito di questo incontro. Innanzitutto perché dimostra la disponibilità e l’interesse dei principali player del mercato verso le esigenze e la soddisfazione dei loro clienti. Essere “customer centric” è infatti il vero, imprescindibile, valore aggiunto di chi voglia operare sul mercato in modo efficace. In seconda analisi in quanto ha messo in luce le principali motivazioni e gli elementi ostativi, che allo stato attuale “impediscono” l’inclusione di tracce audio italiane di caratura superiore. Come già scritto dai promotori della petizione a seguito dell’incontro, è da questi che dobbiamo partire per poter portare ad un miglioramento sostanziale della situazione.

AF Digitale, da sempre sensibile e promotrice della qualità massima, non mancherà di fare la sua parte, sostenendo e promuovendo tutte le migliorie che i distributori potranno offrire.

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