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A&R – Il curioso caso di una società italiana di Home Video

Blu-ray masterizzati non provenienti da filiera industriale, sfruttamento di opere di oltre cinquant’anni fa da parte dell’indipendente italiano A&R

Tra le piccole realtà indipendenti dell’Home Video c’è anche A&R Productions S.a.s., con sede nella provincia di Milano in quel di Usmate Velate. Nel corso del tempo abbiamo avuto modo d’incrociare più volte il loro catalogo online, scoprendo che a marchio A&R sono presenti titoli importanti di proprietà di grandi società come Warner Bros, Universal e l’italiana 01 Rai Cinema.

Recentemente è andato in distribuzione, e lo è tutt’ora, il Blu-ray contenente il western Sentieri Selvaggi (1956) di John Ford. Una volta acquistato abbiamo però scoperto che trattasi di realizzazione ‘domestica’, con disco BD-25 masterizzato e non proveniente da produzione industriale, lo stesso dicasi per l’etichetta. Dal momento che praticamente nessuno vende prodotti di questa fattura, che il blu-ray americano privo di audio italiano è oltre modo un BD-50, abbiamo approfondito il discorso interpellando in primis Warner Bros Italia, ottenendo per risposta che in merito a Sentieri Selvaggi attualmente non esistono accordi con terze parti per la sua distribuzione su territorio italiano.

L’unica edizione italiana autorizzata di Sentieri Selvaggi è di Warner Bros


Qui a sinistra il particolare del Visto Censorio per Sentieri Selvaggi (Nr. 21968 del 01-09-1956)

Il catalogo A&R offre numerosi titoli molti dei quali addirittura inediti nel nostro Paese, in altri casi come per esempio La finestra sul cortile di Hitchcock viene offerta un’edizione DVD diversa da quella Universal, che interpellata ha risposto alla stregua di Warner di non avere alcun accordo con aziende terze. Medesima sorte è toccata a La grande corsa di Blake Edwards (1965), secondo titolo A&R su Blu-ray sempre masterizzato che ha suscitato non poca rabbia tra coloro che l’hanno acquistato come è possibile leggere tra i commenti sul sito e-commerce Amazon.

Mossi da ulteriore curiosità lo scorso 11 dicembre 2019 attorno alle 17.40 abbiamo provato a interpellare l’azienda in questione. Ci siamo subito qualificati per nome, cognome e testata ma a differenza nostra l’interlocutore al telefono ha preferito mantenere l’anonimato, scelta certo inusuale ma questo non dimostra alcunché. Abbiamo chiaramente spiegato, a quello che da qui in avanti chiameremo ‘Mister X’, la nostra necessità derivante dal fatto che alcuni lettori della testata ci hanno interpellati dopo aver scoperto che Sentieri Selvaggi di John Ford è in vendita da A&R su Blu-ray masterizzato. C’è chi ha restituito il prodotto, chi se l’è tenuto in quanto unica edizione con audio italiano, come peraltro la stragrande maggioranza del catalogo A&R.

Sentieri Selvaggi A&R: aspect ratio non originale, BD-25, “Visto Censura: non reperibile”. Perché segnalare che il Blu-ray è NTSC? 

Riteniamo di esserci mossi in misura alquanto pertinente chiedendo lumi in merito: a un primo rifiuto di rispondere ci è stato offerto un chiarimento “informale” che come tale abbiamo declinato, chiedendo quello ufficiale. Mister X ha così riferito che “il disco in quanto masterizzato non deprezza la qualità del prodotto e che ciò non sottintende una produzione pirata”. Noi però non avevamo minimamente accennato alla pirateria, lungi dal pensarlo. Abbiamo quindi spiegato a Mister X di avere ricevuto informazione direttamente da Warner Bros che il film di John Ford non è libero da diritti, a oggi regolarmente detenuti dalla Major.

A sinistra l’edizione DVD Universal, a destra quella A&R per La finestra sul cortile

A questo punto Mister X, evidentemente alterato, ha replicato di “possedere i diritti dato che aveva ricevuto regolari bollini dalla SIAE”. Possedere i bollini SIAE significa aver ottemperato a un obbligo di legge previsto per tale comparto dell’editoria e nulla di più, bollini che non generano virtù, né dimostrano alcunché rispetto a quei diritti che Mister X ci ha riferito non esistere più in quanto film “oltre i 25 anni dalla sua realizzazione”.

Se però Warner ha confermato che tali diritti risultano ancora in carico a loro immaginiamo che chiunque desideri lavorare su tale titolo debba necessariamente stringere un accordo commerciale. E infatti Mister X ha ricordato di essere entrato in contatto con Warner ai tempi in cui il Responsabile Area Home Entertainment era ancora il Dott. Stefano Scauri, ma che poi si era giunti a un nulla di fatto.

A sinistra la cover A&R del film Warner Bros in vendita su Amazon prima dell’articolo, a destra dopo la pubblicazione. Trova le differenze

A&R

Inoltre per poter sfruttare i loghi Blu-ray ci risulta essere necessario far parte della Blu-ray Association o che occorra quanto meno appoggiarsi ad azienda che già vi partecipi. Associazione che dubitiamo fortemente approverebbe la messa in distribuzione di un disco masterizzato usando un computer con metodologia “casalinga” e non frutto di produzione in fabbrica (teorica garanzia di longevità dello stesso).

La situazione si è fatta ulteriormente tesa quando abbiamo ricordato anche La finestra sul cortile, altro titolo a catalogo A&R attualmente in vendita su Amazon è di proprietà Universal che ci ha confermato telefonicamente di non aver ceduto alcun diritto in merito. Per Warner Bros i leciti dubbi sono legati anche a titoli iconici localmente commercializzati come Bullitt di Peter Yates (1969) e Il mucchio selvaggio di Sam Peckinpah (1969).

Edizione A&R con disco masterizzato per La grande corsa, in basso a destra il “Visto Censura: NON REPERIBILE”

A&R

Ulteriore curiosità che potrà anche essere sfuggita ai più è quella relativa al Nulla Osta, che per le produzioni cinematografiche deve obbligatoriamente comparire sul prodotto stesso. I titoli editati da A&R che abbiamo controllato hanno la dicitura “Visto censura non disponibile” ma allora perché anche per il film di Hitchcock il DVD Universal lo riporta puntualmente? Ci è stato spiegato da addetti ai lavori che ciò si ripercuote sul modus operandi di SIAE, la quale muove diversamente i controlli del caso in funzione che il nulla osta cinema sia o meno presente.

La conversazione con Mister X è quindi degenerata incalzato dalle nostre semplici domande, sempre più visibilmente alterato nel ribadire di non capire il motivo della telefonata e di non sapere con chi stesse realmente parlando. Non ci è stato quindi possibile ricordargli che la medesima situazione in essere per Sentieri Selvaggi con i diritti ancora di Warner Bros si è da poco ripetuta per La grande corsa. Per fugare ogni dubbio in merito alla nostra identità abbiamo proposto un incontro presso la sede A&R, ma Mister X ha poco gentilmente declinato l’offerta.

Per chiarirci le idee abbiamo quindi interpellato direttamente la FAPAV, Federazione Anti Pirateria Audio Visiva, nella persona dell’Avvocato Luciano Daffarra.

AFD: Quando tempo deve trascorrere prima che una produzione cinematografica sia libera da vincoli di diritti?

LD: Un prodotto cinematografico è protetto per 70 anni dalla morte dell’ultimo dei co-autori (autore del soggetto, autore della sceneggiatura, autore delle musiche originali, regista). Negli Stati Uniti alcuni film godono di una tutela differente, in quanto vigeva fino agli anni ’90 la regola secondo cui i film erano protetti per un periodo di 28 anni rinnovabili per ulteriori 28, per un totale di 56 anni, quindi – ad esempio – se un film fosse stato prodotto e proiettato nell’anno 1950 sarebbe stato protetto fino al 1978 ove non si fosse tempestivamente provveduto all’estensione del copyright.

In caso di rinnovo del copyright la sua protezione sarebbe stata estesa fino all’anno 2006. C’è però da ricordare che nel 1990 gli Stati Uniti hanno aderito alla convenzione di Berna sul Diritto d’Autore (“CUB”) allineandosi alle regole sulla protezione delle opere cinematografiche vigenti in tutti i Paesi aderenti alla CUB e quindi la normativa che prevedeva la tutela limitata ai 28 + 28 anni è venuta meno. Quindi a mio parere, salvo che un film non fosse caduto nel pubblico dominio negli Stati Uniti dopo i primi 28 anni, cosa che dubito nel caso di Sentieri Selvaggi dal momento che la Warner Bros mi risulta abbia sempre puntualmente rinnovato la registrazione del copyright per le proprie opere, i film di cui parliamo sono tutti protetti dal D.A.

Il Buco – Edizione DVD A&R

Ma anche nell’ipotesi in cui si fosse omesso tale adempimento, fatto che non mi risulta, il film Sentieri Selvaggi sarebbe caduto in pubblico dominio nel 1984 (1956 + 28) ma questa perdita della protezione varrebbe solo per quanto riguarda gli Stati Uniti, non l’Italia, sulla base dei principi giuridici di diritto internazionale applicabili al caso di specie e, in particolare, in base al “principio dell’assimilazione”. Senza entrare in questa sede nel dettaglio di una questione squisitamente giuridica, in base ai trattati internazionali se il film fosse caduto in pubblico dominio negli Stati Uniti, ma fosse stato proiettato in Canada (Paese firmatario della CUB sin dalla sua prima stesura) all’epoca della sua prima pubblicazione, esso godrebbe comunque della tutela del diritto d’autore più estesa prevista dal CUB per i Paesi aderenti al sopra ricordato trattato.

AFD: Quindi se un qualsiasi produttore nell’Home Video nel 1985 avesse voluto uscire sul mercato italiano con il film Sentieri Selvaggi non avrebbe potuto farlo legittimamente.

LD: No, per quanto abbiamo appena detto.

AFD: Dagli uffici milanesi di Warner mi è stato confermato che i diritti d’autore sono di loro proprietà per Sentieri Selvaggi.

LD: Quindi chiaramente la registrazione del copyright sul film è stata rinnovata ed esso gode della tutela della convenzione dell’Unione di Berna. Di conseguenza, se io oggi volessi distribuire tale prodotto in Italia attraverso supporti DVD dovrei bussare alla porta della Warner per chiedere i diritti di utilizzazione economica per il segmento di mercato dell’Home Video relativo al prodotto fisico.

Il Buco – Edizione DVD 01 Rai Cinema

AFD: La stessa cosa è accaduta col secondo titolo Blu-ray di A&R, La grande corsa di Blake Edwards del 1965. Anche qui Warner ha confermato di possederne a oggi i diritti. Per esempio sempre su Amazon abbiamo trovato in vendita il film La finestra sul cortile, DVD Universal, ma anche quello di A&R.

LD: Anche qui non dovrebbe esserci il problema della copertura dei diritti, dato che 65+ 28 fa 93, quindi, poiché nel 1990 gli Stati Uniti hanno aderito alla Convenzione dell’Unione di Berna anche qualora non si fosse provveduto da parte del produttore a rinnovare la registrazione alla prima scadenza dopo 28 anni dalla pubblicazione il film rimarrebbe ampiamente tutelato dalla CUB.

Lo sa perché i rinnovi della registrazione del copyright a volte non avvenivano al termine della prima scadenza? Perché a quel tempo non era ancora conosciuto il mezzo televisivo e il suo potenziale avuto riguardo allo sfruttamento dei film. Negli anni ’20 e negli anni ‘30 lo sfruttamento dei film avveniva unicamente in sala e quindi in taluni casi non si procedeva a rinnovare il copyright per ulteriori 28 anni in quanto l’utilizzazione dell’opera filmica si esauriva in pochi anni.

Quando poi si è compreso che le emittenti televisive potevano riconoscere compensi elevati per la diffusione dei film, il copyright veniva diligentemente rinnovato dai titolari dei film negli Stati Uniti: e poiché nel 1968 la televisione era già una realtà importante in tale Paese è ovvio che i produttori provvedessero già all’epoca a estendere di ulteriori 28 anni la registrazione al Copyright Office di Washington su tutti i propri titoli.

Lato masterizzato e inciso del BD-25 per Sentieri Selvaggi

AFD: Altro discorso è quello dei bollini SIAE applicati ai prodotti sul retro-copertina dove stranamente il Visto Censura per l’edizione italiana per entrambi questi titoli, ma non solo per essi, risulta sempre “non reperibile”. L’assenza del visto potrebbe evitare controlli ulteriori da parte di SIAE?

LD: In Italia i film non possono venire proiettati nelle sale se prima non hanno ottenuto il visto censorio. Dovrebbe scattare una sanzione quando il visto esiste ma non viene indicato. Ora c’è una legge, se non sbaglio la L. 220 del 2016 (Art. 33), che prevede che non sia più necessario ottenere il visto censura per la proiezione dei film: mancando ancora i regolamenti di esecuzione della norma, mi risulta che tutti i film debbano comunque ancora oggi ottenere e riportare tale visto.

AFD: Con quanto abbiamo detto sino a questo momento qual è il rischio per chi fa commercio di materiale audiovisivo non libero da copyright senza avere autorizzazione?

LD: Siamo di fronte a un chiaro atto di pirateria in quanto atto a fini di lucro con duplicazione illegale (secondo l’articolo 171-ter, lett. a) e lett. d) della L. 633/1941, fermo restando che se per riprodurre un DVD viene rimosso il CSS (Content Scrambling System) sussiste anche la rimozione abusiva delle misure tecnologiche di protezione, punita dall’art.171-ter lett. h) della stessa legge. A fronte dell’accertamento di queste violazioni, al legale rappresentante dell’impresa “pirata” potrà essere inflitta la sanzione penale prevista dalle suddette norme, mentre – sotto il profilo civilistico – c’è la possibilità da parte dei legali degli Studios coinvolti, di chiedere il sequestro di tutti i supporti abusivi distribuiti sul territorio nazionale.

A fronte di una denuncia degli aventi diritto si muoverebbe l’Autorità Giudiziaria con conseguente avvio dell’azione penale nei confronti dei titolari dell’azienda contraffattrice. Meno probabile è che si provveda, in esito di un ordine di sequestro, a rastrellare il materiale già sul mercato nei punti vendita; è invece più facile che ciò avvenga se esso sia presente all’interno dei magazzini del produttore o del distributore.

AFD: Ultimo esempio sempre su Amazon abbiamo trovato in vendita La finestra sul cortile DVD Universal ma anche quello A&R. Interpellata al telefono Universal  ha confermato di possedere ancora i diritti per tale film…

LD: E quindi anche in questo caso si ricade in egual misura di quanto sopra descritto nella violazione penale.

Non è solo questione di bollini SIAE…

In un periodo di grande sofferenza per l’Home Video in cui tutte le aziende fanno il possibile per frenare il decadimento di un mercato vessato principalmente dall’offerta liquida avrebbe dovuto far piacere ricevere gratuita pubblicità e attenzione verso uno degli ultimi indipendenti in questo settore. Certo la posizione di Mister X subito in difensiva ci ha lasciati non poco interdetti.

L’azienda per cui lavora Mister X opera nel settore da molti anni e se continua a farlo avrà evidentemente le sue buone ragioni, sia economiche che legali. A tal proposito speriamo che il nostro misterioso interlocutore comprenda anche le nostre di ragioni, se non ci bastano risposte del tipo “possediamo i diritti dato che abbiamo ricevuto i bollini dalla SIAE”.

Un particolare ringraziamento all’Avvocato Luciano Daffarra per FAPAV

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