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Appunti dal Monaco High End Show 2019

Anche quest’anno al Monaco High End Show diffusori giganteschi con impianti altrettanto esagerati ma pochi valvolari, pochi giradischi e molto streaming

Partiamo dall’immagine qui sotto che da sola chiarisce più di tante parole. È ciò in cui ci si imbatte entrando nell’aeroporto internazionale di Monaco. Avete mai visto qualcosa del genere per una qualsiasi fiera di Hi-Fi in Italia? Naturalmente no.

Qui da noi, dopo la dipartita del Top Audio (e anche allora nessuna pubblicità istituzionale dell’evento), si assiste al continuo susseguirsi di micro fiere dove si vedono i soliti quattro gatti che hanno già l’impianto e che si ritrovano per chiacchierare o scambiarsi qualche prodotto per continuare a “giocare” con lo stereo. A proposito di “giocare”: faccio riferimento a quella che per me, in questa edizione dell’evento tedesco, è stata la migliore dimostrazione di apparecchiature audio.


Parlo dello stand KEF e della presentazione da parte del responsabile marketing (John Coorg) degli ultimi diffusori attivi, le KEF LSX. Una demo tutta incentrata sul prodotto da solo (i diffusori collegati all’alimentazione e alla rete Wi-Fi) e lo smartphone del presentatore, fine. Diffusori e smartphone. Risultato straordinario (per dimensioni, volume ottenibile, trasparenza, facilità d’uso ecc.), ma soprattutto per l’emersione di un concetto fondamentale: se vogliamo aprire il mercato alle nuove generazioni i prodotti come questi LSX devono moltiplicarsi!

Nella presentazione si parlava di “vecchi audiofili” (come il presentatore e lo scrivente) e le nuove generazioni, a partire da sua figlia che usa lo smartphone e il Bluetooth per ascoltare una delle cinque coppie che ha in casa (perché le LSX possono essere contemporaneamente funzionanti mediante rete Wi-Fi domestica). A fine della dimostrazione il suo commento è stato: “l’unico difetto di queste LSX è la fine del gioco delle sostituzioni tipo cavi, elettroniche ecc.”. E qui si ritorna a quello che ho già scritto a proposito dei diffusori attivi in un mio articolo precedente. Personalmente ritengo siano il futuro e i negozianti che si rifiutino di proporle…si dovranno accontentare degli ultimi e sempre più anziani audiofili.

A tal proposito parlando con Johan ho chiesto quale fosse la sua opinione in merito. La domanda è stata: “Quale tipo di negozio potrà vendere questi e altri diffusori attivi, se all’inizio non vengono accettati dai negozianti e di conseguenza dai consumatori?” Ho chiesto questo perché so che lui ha un’esperienza internazionale riferita a tutti i mercati. Mi ha detto chiaramente che anni fa l’età media dei negozianti era 54 anni (quindi restii), mentre ora è poco superiore ai 30. Il mercato dei diffusori attivi si è sviluppato enormemente e l’azienda che lui rappresenta ne è chiaramente un leader mondiale. E il resto della fiera?

Non molto diverso da quello che ho scritto a proposito nel mio articolo su Monaco 2018. Anche quest’anno diffusori giganteschi e relativi impianti altrettanto “esagerati”, almeno dal mio punto di vista. Pochi valvolari, pochi giradischi, molto streaming, molte aziende di quelle di individui un tempo additati come “cantinari” per la serie oggi ci sei ma domani?

Chi vuole avere un’idea visiva dello show può sfruttare il sito www.my-hiend.com che anche se è realizzato con scrittura orientale offre un reportage fotografico di 51 pagine, sarà un po’ come esserci stati davvero tanto è accurato. Mancherà l’audio ovviamente ma le fiere in ogni caso possono dare una prima impressione di un prodotto, che poi deve essere verificato sul campo recandosi in un negozio coi propri dischi o le proprie chiavette USB, smartphone (o DAP).

La stragrande maggioranza delle demo era in streaming e questo la dice lunga su quale sarà il futuro degli impianti. Davvero pochi giradischi e ancora meno i registratori a bobine (l’hanno scorso erano di più). Quello che mi preme sottolineare è che, lo ripeterò sempre, se non ci si attrezza noi tutti operatori (costruttori, distributori, negozianti, media) per trovare un modo di intercettare il potenziale mercato delle nuove generazioni l’audio domestico non avrà grande futuro.

È un grosso sbaglio, perché tutti ascoltano musica e dimostrare che lo si può fare, senza svenarsi, ma con una qualità decisamente superiore all’accoppiata cellulare-cuffietta, vuol dire soddisfare un mercato che sicuramente esiste e dell’elevato potenziale!

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