Non è la prima volta in cui leggiamo che la “Big Tech” Apple viene sanzionata per abuso di posizione dominante, ma è importante oggi capire perché ciò sia avvenuto in un campo, quello della musica, dove per tanti anni è stata promotrice della chiarezza e della legittimità.
Sono passati oltre 20 anni da quella che fu all’origine la battaglia tra Napster ed Apple riguardante la vendita dei diritti di canzoni su internet e le parole dell’ex CEO Gorog di Napster oggi suonano particolarmente attuali: “due terzi di tutti i player MP3 in circolazione sono compatibili con la nostra piattaforma” per la fruibilità e condivisione di brani e playlist per tutti, o forse no dato che bisogna ricordare che ai tempi nemmeno il sito e la sua homepage erano raggiungibili da dispositivi Mac.
Il 13 Marzo 2024 è arrivata la notizia: la Commissione UE sanziona Apple a seguito della denuncia della svedese Spotify per aver impedito agli sviluppatori di app per lo streaming musicale di informare tutti gli utenti del Mondo APPLE sui servizi in abbonamento alternativi e soprattutto più economici di quelli proposti dalla Società della Mela.
Secondo l’art. 102 Tfue la violazione incide sui consumatori che avrebbero pagato prezzi più alti ed usufruito di un’esperienza di qualità inferiore nell’uso dei servizi, soprattutto per i possessori di un iPhone che non ricevevano informazioni su possibili abbonamenti di terze parti concorrenti.
Da Cupertino presto è arrivata la notizia di voler impugnare la multa di circa 1,8 Miliardi a scopo dissuasivo ma erano già nell’aria da inizio marzo le informazioni riguardanti una lettera inviata alla Commissione Europea da parte di Spotify appunto, Epic Games (la casa del gioco Fortnite) ed altre 30 aziende in merito alle critiche misure adottate da parte di Apple al fine di adeguarsi al DMA europeo.
Ricordiamo che il DMA impone ad Apple di poter dare la possibilità agli sviluppatori di usare e pubblicizzare metodi di pagamento esterni all’App Store e creare negozi alternativi di app e uso di browser web differenti, a tal proposito proprio Apple ha deciso di impugnare la sanzione soprattutto per un’indebita anticipazione dell’applicazione dei termini del Digital Market Act.
Le ripercussioni di tali news non si sono fatte attendere anche sul lato borsistico, Apple ha iniziato l’anno 2024 deludendo i propri azionisti passando da un prezzo massimo di 196,48 $ ad un minimo in Marzo di 168,49 perdendo circa il 14% e per le casse, una possibile uscita di 1,8 miliardi di dollari deve sicuramente far suonare un campanello d’allarme per una rapida inversione del trend.
Quali strategie adottare?
Dal punto di vista hardware
le prime novità presentate ad inizio Marzo ovvero i nuovi MacBook Air con M3 sia per i modelli con display da 13,6” e 15,3” non hanno apportato grandissime novità se non per l’upgrade del System on a Chip nuovo che risulta essere più veloce di un M1 per 1,6 volte e di 13 volte rispetto ad un vecchio Mac con Intel a bordo ed un’ottima durata batteria dichiarata di circa 18 ore. Forse le grandi novità a cui tutti siamo abituati dagli eventi Apple arriveranno ad Aprile con un vero restyling della linea iPad non solo in termini design ma anche hardware, nuovi SoC, nuovi pannelli display OLED che nelle speranze del management di Cupertino possano far cambiare il trend.
I prezzi della nuova gamma MacBook air sono in linea con quelli che furono della precedente versione M2, qui un esempio proposto da Amazon
Dal punto di vista software qualcosa si sta già muovendo, Apple pare che stia discutendo insieme a Google per quella che potrebbe essere un’integrazione del motore di I.A. Gemini su iPhone, ovvero integrare una tecnologia molto di moda in questo ultimo anno e pubblicizzato per lo smartphone di Samsung S24 ma non solo, anche OpenAI potrebbe collaborare ed essere integrata negli oltre 2 miliardi di dispositivi Apple nel mondo.
Altro ambito da attenzionare della galassia di Apple riguarderà anche iCloud e la class action mossa nei suoi riguardi, lamentando da parte dei consumatori la ristrettezza dei soli 5 GB gratuiti messi a disposizione che ad oggi risultano davvero pochi e che forse il servizio di iCloud+ non risulta essere così conveniente per molti utenti.
Le notizie riguardanti la possibilità di integrare un nuovo abbonamento per la visione di serie tv e film sull’app APPLE TV+ con pubblicità è l’ultima delle manovre per poter offrire un servizio meno costoso, immaginiamo sperando così di aumentare il numero di clienti, magari anche nuovi….
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