Mirabile opera che racconta le radicali mutazioni della Terra provocate dall’uomo, Antropocene dovrebbe essere fondamentale testo educativo
Antropocene è l’epoca geologica attuale in cui l’ambiente terrestre subisce le pesanti influenze dell’essere umano. Termine coniato nel 2000 dal chimico olandese e premio Nobel Paul Crutzen, le profonde alterazioni fisiche, chimiche e biologiche del pianeta Terra sono state raccolte all’interno di una coinvolgente avventura visiva, volta a esplorare il rapporto del genere umano con la natura e il percorso spesso distruttivo che l’ha profondamente modificata anche in misura irreversibile. Un’incredibile approfondimento che ha condotto i ricercatori nel 2018 presso continenti e nazioni, riprendendo gli indelebili segni dell’Antropocene per una ventina di luoghi memorabili. Ciò ha consentito di raccogliere testimonianze capaci di illustrare le poche virtù e le dannose necessità degli invadenti insediamenti umani, affatto inclini a prendersi cura del pianeta.
Radicali mutazioni dell’ecosistema, il cambiamento del clima e le deforestazioni. Specie a rischio o in via di estinzione, siano esse di origine vegetale o animale, che per la sempre più esigua popolazione e i cambiamenti anche violenti dell’habitat si ritrovano sull’orlo della definitiva scomparsa. Giunto in Italia nel 2019, difficile restare impassibili di fronte alle testimonianze visive che giungono da finestre aperte su nazioni vicine e lontane presso Australia, Africa, Cina e persino in casa nostra a Carrara, nelle cave dove si estrae il marmo. Racconto che apre e chiude nel continente africano per mostrare lo scempio compiuto dai bracconieri assassini di oltre diecimila elefanti per recuperarne il prezioso avorio. La città più inquinata al mondo dove non la natura è pressoché morta è quella di Norilsk, nell’artico russo, recentemente tornata alla ribalta della cronaca per il nuovo disastro ambientale provocato dallo sversamento di ventimila tonnellate di gasolio in un vicino fiume.
E ancora miniere di carbone, nichel, immense discariche di rifiuti fino al deserto cileno di Atamacama dove si lavora il nichel a cielo aperto. Tornano alla memoria opere altrettanto memorabili, in primis la trilogia degli Squatsi di Godfrey Reggio, di cui è più noto il primo film Koyaanisqaatsi, ma non mancano altri autorevoli contributi come Terra Madre del compianto Ermanno Olmi. Anche Antropocene rientra nel novero dei documenti visivi che andrebbero imposti alle nuove generazioni per sensibilizzarle verso la casa che ospita il genere umano. Girato digitale con Arri Amira, Red Dragon & Epic a risoluzione nativa 4K, aspect ratio originale 1.78:1 (1920 x 1080/24p), codifica AVC/MPEG-4 su BD-25. La qualità delle immagini è perlopiù sopra la media, ma non mancano passaggi in cui la solidità e la resa degli elementi in secondo piano tendono a scemare.
È per esempio il caso delle immagini dalle foreste canadesi, dove la compressione si fa notare tra il fogliame più fitto. Un peccato considerando il master di partenza che avrebbe meritato maggiore spazio, anche se nel complesso comunque la visione resta tecnicamente interessante. Efficace il comparto sonoro con DTS-HD Master Audio 5.1 canali italiano, originale e italiano con interviste in originale, tutte e tre sempre 16 bit, a cui si aggiungono anche due Dolby Digital 2.0 canali (224 kbps). Va ricordato che la narrazione localizzata vede la presenza dell’attrice Alba Rohrwacher, mentre in originale c’è la voce di Alicia Vikander. Purtroppo non sono disponibili extra, mentre la pubblicazione statunitense include il trailer e un’intervista all’attore Edward Norton di circa sei minuti. Packaging rigorosamente ecologista di cartone e serigrafia monocromatica del disco. Link Amazon.
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