Se il prezzo di listino di quasi 38.000 euro non vi spaventa e avete un DAC hi-end che non aspetta altro che essere collegato a uno streamer-server senza compromessi, l’Antipodes Oladra potrebbe fare al caso vostro
Non capita spesso di trovare un brand hi-end in Nuova Zelanda, ancor più se pensiamo che Antipodes, nato nel 2004 come produttori di cavi, dal 2009 a oggi si è specializzato solo in streamer-server audio di fascia alta e altissima. Il suo catalogo conta al momento cinque prodotti, con l’esoterico Oladra G4 (successore del G3 del 2022) da quasi 38.000 euro di listino a occupare il posto di top di gamma assoluto.
Perché G4? Essenzialmente perché all’interno dell’Oladra ci sono quattro motori di elaborazione separati, ognuno con un compito specifico. Il primo gestisce l’applicazione server, il secondo si occupa dell’applicazione player, il terzo isola e rigenera il segnale di uscita e l’ultimo effettua il reclock del segnale di uscita che va al DAC esterno (non è infatti presente un convertitore integrato).
È proprio questo processo in quattro fasi che secondo Antipodes distingue l’Oladra da altri prodotti simili, perché significa che tutti i dati arrivano al DAC con un timing impeccabile, assicurando che il segnale sia estremamente pulito. In più, i tecnici di Antipodes hanno aggiunto due livelli di isolamento dalle schede madri personalizzate e dai chipset Intel, con 64 GB di RAM che aiutano a gestire l’enorme numero di canzoni che si possono memorizzare all’interno.
L’Oladra viene fornito senza alcun storage installato, ma sono disponibili tre slot per SSD e c’è quindi la possibilità di ospitare a bordo di questo server diversi terabyte di audio (fino a 24 TB e Antipodes consiglia il Samsung PM893 come SSD). L’Oladra G4 supporta file DSD512 e PCM a 32 bit/768 kHz, oltre a opzioni di riproduzione tra cui Roon, Plex, Squeeze, HQPlayer e UPnP/DLNA che lo rendono uno streamer-server molto versatile.
Come connessioni, sul retro troviamo un ingresso Ethernet e diverse uscite. Antipodes ritiene l’uscita I2S (tramite HDMI o RJ45) la migliore per l’Oladra, in quanto è l’unica in grado di fornire PCM 32/384, DSD256 via DoP e DSD512 nativo, seppur molti DAC (anche di fascia alta) non accettino I2S. Le altre scelte, nell’ordine di preferenza di Antipodes per la qualità audio, sono AES3, S/PDIF (BNC e RCA), e USB 2.0. AES3 e S/PDIF sono limitati a PCM 24/192 e DSD64 via DoP, mentre l’USB 2.0 supporta PCM fino a 32/768 e DSD fino a 256 tramite DoP o DSD nativo fino a 512. Da notare che è anche possibile collegare un lettore CD-ROM esterno tramite una delle porte USB posteriori.
Interessante poi la funzione Direct Stream Ethernet, con la quale il segnale esce direttamente dal motore del server e arriva a un DAC esterno, bypassando il player e il reclocker interni. In questo modo si ottiene una trasmissione bit-perfect di qualsiasi file che l’applicazione server è in grado di riprodurre. Il DAC può essere collegato tramite uno switch di rete, ma Antipodes offre una connessione diretta che, a suo dire, garantisce la trasmissione di rete più pulita al DAC.
Non avendo un’app dedicata, l’Oladra deve essere utilizzato tramite un’interfaccia browser web, a cui si accede tramite la scheda Setup sul sito di Antipodes. Qui è anche possibile verificare la presenza di eventuali aggiornamenti, impostare la memoria interna e/o esterna, allocarvi la musica e riunire la memoria di rete, interna e USB in un’unica libreria. Essendo basato su browser, il controllo è indipendente dalla piattaforma e quindi non importa se si sta configurando l’Oladra su un PC o su un Mac.
I prodotti Antipodes sono distribuiti in Italia da MondoAudio.
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