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Amplificatori integrati: cinque modelli per ogni tipo di ascoltatore

amplificatori integrati

Siete audiofili che badano al sodo? Per voi le valvole sono tutto o volete rippare i vostri CD senza il minimo sforzo? Ecco cinque amplificatori integrati che soddisferanno tutte le vostre esigenze

Siete audiofili che badano al sodo? Per voi le valvole sono tutto, non riuscite ormai a stare senza il Bluetooth o volete rippare i vostri CD senza il minimo sforzo? Ecco cinque amplificatori integrati che soddisferanno tutte le vostre esigenze.

Per chi bada al sodo e non vuole spendere un patrimonio

Il Marantz PM6007, disponibile online a meno di 600 euro, ha una potenza di 45W per canale (8ohm, 20Hz-20kHz), un trasformatore di alimentazione toroidale, condensatori di alimentazione più grandi e componenti accuratamente selezionati dagli ingegneri di Marantz.

La tecnologia Current Feedback Amplifier e il circuito HDAM-SA3 (Hyper Dynamic Amplifier Module) forniscono un’ampia larghezza di banda e, combinata con l’alimentatore ad alta corrente, la sezione di amplificazione del PM6007 è in grado di pilotare anche i diffusori più esigenti. Il PM6007 offre ingressi sia analogici, sia digitali e include 5 coppie di ingressi RCA (uno dei quali è uno stadio phono MM simile a quello a bordo dello streamer PM7000N), insieme a un ingresso digitale coassiale e a due ottici (non manca poi un’uscita per collegare un eventuale subwoofer).


Il nuovo DAC AK4490, che va a sostituire il precedente Cirrus Logic CS4398, è completamente schermato ed è in grado di riprodurre file audio hi-res fino a 24 bit/192 kHz, mentre lo standard di costruzione generale del PM6007 comprende terminali per diffusori di alta qualità con capacità di commutazione A/B, assemblaggio con viti in rame e piedini rigidi per garantire una lunga durata. Da segnalare anche i due filtri digitali selezionabili, che fino ad ora sono stati implementati solo nei prodotti più premium dell’azienda come l’SA-10 e il SAKI Ruby. Filter 1 è un preset con uno slow roll-off che migliora la profondità dell’immagine stereo, mentre Filter 2 è un filtro con uno roll-off più nitido per una riproduzione dell’immagine stereo più precisa. Niente “diavolerie” come USB e Bluetooth, ma chi bada al sodo non ci farà nemmeno caso.

Miglior rapporto qualità-prezzo

Per il Cambridge Audio CXA81 si superano di poco i 1000 euro, ma vi assicuriamo che a questa cifra è impossibile trovare di meglio sia in termino sonori, sia come completezza di connessioni (ci sono anche USB e Bluetooth). Per questa serie, che comprende anche il meno potente e costoso CXA61, il produttore britannico ha aggiornato rispetto alla generazione precedente la maggior parte degli amplificatori operazionali e dei condensatori nella sezione pre analogica e di potenza, onde offrire un livello superiore di prestazioni.

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C’è anche un nuovo DAC integrato nella forma di un ES9016K2M, che alimenta 2 ingressi ottici (24 bit/96 kHz) e 1 ingresso coassiale (24 bit/192 kHz). In aggiunta troviamo anche un ingresso USB (32 bit/384 kHz PCM e DSD256), quattro ingressi RCA e uno bilanciato XLR, mentre le uscite analogiche coprono terminali RCA preamp, subwoofer e uscita cuffie da 3,5 mm. Per gli ascoltatori più al passo con i tempi non manca il Bluetooth aptX HD per lo streaming wireless ad alta risoluzione (24 bit/48kHz) seppur con perdita di dati. Il Cambridge Audio CXA81 fornisce una potenza in uscita di 80W RMS su 8 Ohm e di 120W RMS su 4 Ohm.

Il re incontrastato dell’analogico entry-level

Se non vi interessano ingressi digitali ma solo analogici e volete spendere meno di 500 euro, non potete non buttarvi sul Rega io. ll prezzo molto aggressivo di questo amplificatore stereo dipende, oltre che dalla sua natura completamente analogica, anche dalla potenza piuttosto limitata (30W per canale su 8 Ohm), sebbene Rega abbia portato a bordo di questo “piccolino” lo stesso stadio phono e la stessa sezione finale (anche se di minor potenza) del più costoso Brio.

Il Rega io fornisce due ingressi a livello di linea (due in meno rispetto al Brio) e un ingresso phono MM; quindi potete collegare un giradischi e un massimo di due sorgenti come un lettore CD e uno streamer (non certo una gran scelta a dire il vero). L’uscita cuffie da 3,5mm (contro quella da 6,3mm del Brio) è posta sul pannello frontale accanto a una manopola del volume e a un piccolo pulsante di plastica che serve per passare da un ingresso all’altro.

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Il telaio compatto in alluminio (il peso dell’io si ferma a 2,9 Kg) è comunque ben costruito e, in generale, questo design di così basso profilo potrebbe persino piacere ad alcuni appassionati dell’hi-fi più tradizionale. Se poi dovete allestire un sistema hi-fi da zero, potrebbe essere interessante il Rega System One, che per poco più di 1300 euro comprende, oltre all’io, i diffusori Rega Kyte e il giradischi Rega Planar 1.

Per l’audiofilo “svalvolato” senza problemi di budget

Salendo molto di prezzo, c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma l’amplificatore ibrido McIntosh MA352 da 12.000 euro, che unisce un preamp valvolare e un finale a stato solido, ha un fascino unico. La sezione del preamplificatore valvolare è alimentata da due coppie di valvole (due 12AX7A e due 12AT7), mentre lo stadio di uscita eroga 200 W per canale su un carico di 8 Ohm e 320 W per canale su 4 Ohm. Il McIntosh MA352 offre inoltre due ingressi bilanciati e tre non bilanciati, oltre a un ingresso phono MM per collegare un giradischi. C’è anche un’uscita preamp per il collegamento di amplificatori di potenza e, volendo, potete collegarlo a due subwoofer attivi.

Inoltre, questo integrato è costruito come un carro armato. Il telaio in acciaio inossidabile è lucidato a specchio e ogni lato presenta il logo vintage McIntosh in alluminio pressofuso. La tecnologia brevettata Power Guard monitora il segnale di uscita e apporta microregolazioni in tempo reale al segnale di ingresso per evitare il clipping che potrebbe potenzialmente danneggiare i diffusori. Il circuito di protezione senza fusibili Sentry Monitor disinnesta lo stadio di uscita prima che la corrente superi i livelli operativi di sicurezza e quindi lo ripristina automaticamente quando le condizioni operative tornano alla normalità

Da segnalare anche i dissipatori di calore McIntosh Monogrammed collegati a transistor di uscita ad alta corrente avanzati per minimizzare il tempo di ritardo di equilibrio termico (o riscaldamento). L’amplificatore per cuffie è di tipo High Drive con Headphone Crossfeed Director (HXD), mentre un controllo di tono analogico a 5 bande consente la regolazione manuale delle registrazioni preferite e l’Home Theater Pass Through consente di integrare l’amplificatore in un sistema home theater.

Per chi vuole avere tutto… in uno

Ok, non sarà recentissimo, ma il sistema all-in-one Naim Uniti Star è ancora oggi un autentico gioiello per chi cerca (a circa 4500 euro) una soluzione con lettore CD, streamer e amplificatore integrato. Le opzioni di streaming sono diverse tra Bluetooth aptX HD, AirPlay 2 e UPnP (streaming di rete), oltre al supporto integrato per Spotify, Tidal e Chromecast. È inoltre predisposto per Roon e in grado di funzionare come parte di un sistema multi-room Naim insieme agli altri streamer e diffusori wireless del produttore britannico.

Per quanto riguarda le connessioni fisiche, troviamo una generosa offerta di ingressi analogici e digitali per adattarsi a fonti esterne, tra cui HDMI ARC per rendere facile il collegamento dello Uniti Star a un televisore. L’azienda britannica non ha risparmiato nemmeno sull’ingegneria. L’amplificatore interno si basa sul circuito di classe A/B utilizzato nell’eccellente amplificatore integrato Nait 5si ed eroga 70W per canale. Ce n’è abbastanza insomma per pilotare come si deve la maggior parte dei diffusori compatibili con uno streamer in questa fascia di prezzo. Da segnalare anche il processore DSP di quarta generazione SHARC a 40 bit e la possibilità di rippare i CD Audio su una meoria USB o su schede SD.

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