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Amplificatore Mission 778X: l’erede di un mito degli anni ‘80

A quarant’anni dall’uscita del mitico 778, l’amplificatore integrato Mission 778X ne riprende il form-factor compatto e, ovviamente, aggiorna tutto il resto portando Bluetooth, audio hi-res e un DAC di fascia alta

Era il 1983 quando Mission, poco prima di dare vita a Cyrus (che da lì in poi si sarebbe incentrata sulle elettroniche), portò sul mercato l’amplificatore integrato 778, che di fatto sarebbe rimasto il suo ultimo ampli… almeno fino ad oggi. Il Mission 778X, disponibile entro fine mese, è infatti il primo amplificatore integrato del produttore britannico da 40 anni a questa parte e offre tutto ciò che ci si può aspettare al giorno d’oggi da un componente hi-fi di questo tipo.

Del modello originale, che all’epoca veniva venduto a 240 sterline (circa 900 euro odierni tenendo conto dell’inflazione), il Mission 778X conserva il form-factor compatto a mezza larghezza tipico delle elettroniche Cyrus, ma il resto è ovviamente tutto nuovo e aggiornato ai nostri tempi; Mission tiene inoltre a sottolineare che il prezzo di 550 sterline (circa 640 euro) è ancora più conveniente se confrontato con quello del modello del 1983 alla sua uscita.

Mission 778X

Gli aggiornamenti “esterni” più evidenti sono la presa USB asincrona e i tre ingressi S/PDIF (uno coassiale e due ottici), oltre alle uscite digitali ottica e coassiale. Non mancano ovviamente gli ingressi analogici tra cui uno phono per testine MM, che Mission descrive come “un circuito basato su JFET di alta qualità e a basso rumore in grado di fornire una precisa equalizzazione RIAA”; inoltre, l’uscita pre-out permette di aggiungere un amplificatore di potenza esterno. Da segnalare, frontalmente, anche un’uscita cuffie da 6,3mm, con il relativo amplificatore che sfoggia un design a feedback corrente e un’elevata velocità di risposta, promettendo prestazioni dinamiche e dettagliate con un’ampia varietà di cuffie.


Lo streaming wireless da smartphone, laptop e tablet viene fornito tramite Bluetooth aptX e AAC, mentre le sorgenti digitali traggono vantaggio dal DAC interno costruito attorno al chipset ES9018K2M della famiglia Sabre32 Reference. Per gli amanti dell’audio hi-res sono supportati file PCM fino a 32 bit/384 kHz e DSD a 11,2 MHz (DSD256). Il DAC ESS è associato a circuiti complementari, incluso un filtro attivo post-DAC, utilizzando amplificatori operazionali scelti esplicitamente per la loro sinergia con l’ES9018K2M.

Mission 778X

Lo stadio finale si affida a un design di classe AB che incorpora un trasformatore toroidale a basso rumore da 200 VA, con un’uscita dichiarata di 45W per canale (8 Ohm) e 65W per canale (4 Ohm). La sezione del preamplificatore è stata inoltre mantenuta la più semplice possibile per ottenere la massima purezza del segnale, mentre lo stadio di volume analogico di precisione è controllato da un apposito microprocessore.

Il 778X sarà disponibile in UK (attendiamo notizie per l’Italia) anche in bundle con i diffusori Mission LX-2 MkII a 649 sterline (circa 760 euro) o a 800 sterline (circa 930 euro) con i più costosi QX-2 MkII.

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