In esclusiva per i lettori di AF Digitale una intervista ad Attilio Conti. Storia , progetti passati, presenti e futuri. Visiterete inoltre, pur se in maniera virtuale la sala di ascolto AM AUDIO. Buona lettura nel segno del made in Italy d’eccellenza.
Di AM AUDIO e del suo titolare, Attilio Conti, abbiamo già parlato in altre occasioni, è giunto il momento di fare quattro chiacchiere virtuali e scoprire qualcosa in più sull’azienda di Vigevano.
Sala d’ascolto di AM Audio, al centro dall’alto al basso: P-1X, BluRay Oppo, DVD Denon 3930 modificato AM Audio con uscite XLR, di fianco i 2 monofonici a MosFet da 300W in classe a A-300X e ai lati le Carbonio Ebano con la loro particolare estetica.
Nella seconda foto si vede il particolare cielo della sala che è una vera e propria trappola acustica. Sopra il listellato in mogano c’è un doppio strato di assorbente poi 30 cm d’aria e un strato di piramidale con punte di elevata altezza in poliuretano incollato al soffitto in muratura.
Come nasce il progetto AM AUDIO?
Nasce dalla mia passione per l’ascolto della musica, sono passato dagli impianti sulle mie auto a trafficare con l’autocostruzione di sistemi per la casa.
L’incontro, grazie a Ceretti Antonio con Maurilio Della Noce ha di fatto dato il via all’ AM AUDIO.
Cosa faceva Attilio Conti Prima?
Ho lavorato per oltre 17 anni come tecnico nell’industria.
La Classe A è una costante della maggior parte delle tue amplificazioni, oltre al fatto dell’assenza di controreazione. Vuoi spiegarci brevemente questa scelta?
Nel 1985 per ritagliarmi uno spazio commerciale su un mercato HI-FI, affollato da marchi affermati e ben consolidati a livello di vendite, dovevo proporre un prodotto di elevate caratteristiche ad un prezzo molto competitivo.
Gli amplificatori finali in classe A con limitato tasso di controreazione Out/In erano rarissimi in quel periodo e rappresentavano il punto di arrivo di molti audiofili.
Il FEt-02A del 1988 fu il primo ampli in classe A da 50 + 50 W, poi arrivarono i monofonici A-100 (1992)e A-200 (1993).
Solo nel 1995 dopo vari confronti in sala d’ascolto, iniziò la produzione dei finali senza controreazione Out-In.
Emblematico fu il confronto coi primi A-200 con 9 dB di controreazione Out-In, contro la serie successiva priva di controreazione.
La seconda serie (A-200 R) suonava meglio su tutte le frequenze e quello che più mi ha sorpreso con una gamma bassa più articolata e controllata.
Alle misure il fattore di smorzamento degli A-200R era di circa 10 volte più basso della prima serie, tuttavia l’ascolto non lasciava dubbi sulla questione.
Poco dopo fu il turno dei preamplificatori, presi in esame 2 Pre-05, uno con e l’altro privo di controreazione Out-In, regolato su entrambi il medesimo livello di uscita si passò all’ascolto.
La prova durò pochi minuti, l’assenza di controreazione influenzava positivamente il suono dei preamplificatori.
La progettazione delle elettroniche e dei diffusori AM AUDIO: non solo misure e calcoli ma anche molte sessioni di ascolto con un pool ormai collaudato. Puoi spiegare ai lettori di AF Digitale come avviene il processo?
Nel mondo dell’audio, come in molti altri settori tecnologici, non esistono formule e dati che consentono di arrivare a un prodotto performante al 100%. Pertanto i prototipi necessitano di una lunga e complessa messa a punto sul campo.
Il prodotto finito va poi quantificato, quanto vale un diffusore o un elettronica? Non sempre il prezzo al pubblico di un prodotto rispecchia il suo reale valore, spesso è la somma del costi di produzione e del ricarico del costruttore.
Sapere giudicare un prodotto non è sempre facile sia per chi produce che per chi compera.
La passione per l’ascolto della musica unita al quella della progettazione e costruzione mi hanno spinto ad iniziare un percorso da cantinaro a costruttore, in questa fase durata anni c’è stata una continua evoluzione dell’AM Audio.
La sala d’ascolto che svolge un ruolo fondamentale è stata continuamente aggiornata e perfezionata come il laboratorio e due grandi ascoltatori Marco e Giancarlo si sono aggiunti a me alle prove pratiche.
Il loro ruolo di osservatori inerziali li facilita nel dare un giudizio neutro sul prodotto.
Il processo di affinamento e modifica è ben più lungo sui diffusori, alla fine se il risultato è soddisfacente il prodotto può passare all’analisi commerciale ed entrare in catalogo.
l’integrato PA-60X, i diffusori Elite Mini-Ebano, in secondo piano al centro il P-1X e ai lati i 2 A-300X
L’Hi-Fi ai tempi del Covid-19 quanto influisce la situazione attuale sui costi e sui tempi di lavorazione?
Le tempistiche cambiano di poco, nessuna influenza sui costi.
Se dovessi parlare di un prodotto attualmente a listino che ti sta particolarmente a cuore, quale sceglieresti?
Se giudico da costruttore, non ho preferenze, tutti i prodotti a listino sono frutto di analisi, ricerca e lavoro, ognuno ha una sua posizione ben definita in catalogo.
Se invece parla l’audiofilo allora scelgo il massimo possibile, P-1X, l’A-300X e le Carbonio Ebano.
La scelta della vendita diretta, sei stato uno dei pionieri di questa tipologia di vendita in Italia, da quali motivi deriva questa scelta?
Alla fine degli anni 80 il mondo dell’audio era già in decrescita, i negozianti erano impegnati a mantenere le quote di vendita, non cera né spazio né tempo per trattare un marchio esordiente.
Vendere direttamente fu l’unica opzione.
Per il momento non sono previsti nuovi modelli a catalogo, quantomeno non a breve termine, ma poco importa perchè di carne al fuoco ce ne è più che a sufficienza. Per maggiori informazioni potete consultare il sito internet AM AUDIO.
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