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Alta fedeltà e acquisto rateale: è sempre conveniente?

L’acquisto a rate è oramai pratica comune ampiamente frequentata pressoché da chiunque, e non si tratta affatto di un ripiego causa mancanza di fondi come si potrebbe credere, solo di un comodo sistema per evitare di tirare fuori la somma necessaria in un sol colpo, pur avendone piena disponibilità.

Allora perché effettuare un acquisto Hi-Fi a rate? Quale sarebbe il vantaggio reale visto che solitamente si pagano degli interessi sulla somma finanziata?

Il discorso non è così semplice né banale, anzi, tramite l’approfondimento che con questo articolo vi proponiamo sarà possibile meglio comprendere elementi spesso trascurati ma importanti, soprattutto quando si parla di investimenti cospicui.

Tutti conoscono i due acronimi che immancabilmente prima o poi ci si trova davanti quando si parla di un acquisto a rate: T.A.N. e T.A.E.G. ovvero Tasso Annuo Nominale e Tasso Annuo Effettivo Globale, nient’altro che la carta d’identità del prestito poiché riferiti rispettivamente alla percentuale di interesse applicata alla somma finanziata ed all’eventuale costo del finanziamento stesso.


Occorre prestare attenzione però, perché il famoso Tasso Zero – apparentemente un gesto quasi filantropico – per essere reale non deve prevedere null’altro che la somma erogata: in altre parole l’oggetto costa 1000 e la rata è di 100 per 10 mesi.

Molto semplice e intuitivo, ma certe volte ingannevole se non si leggono bene le condizioni.

In realtà non è sempre così e pur a fronte di una pubblicità che riporta che il bene è venduto ovvero finanziato a tasso zero, leggendo bene “tra le righe” si comprende come non sia affatto così.

Ad esempio – prendendo spunto da quanto poco sopra riportato – le famose spese di apertura pratica che tutti voi avrete certamente rintracciato da qualche parte nel leggere la descrizione del servizio fornito, possono gravare in misura variabile e potenzialmente anche rilevante.

Sovente oscillano tra i 100 e i 250 in virtù della cifra erogata, il che significa che il T.A.E.G. potrebbe essere indicato pari al 10% (ovvero 1000 + 100) anche se poi il T.A.N. è indicato pari a zero, questo in ragione del fatto che alla somma finanziata non è applicato alcun interesse da parte dell’azienda erogante il prestito che si accontenta di incassare solo le suddette spese.

Non ci aveste mai pensato, in ogni caso questo è un eccellente modo per applicare una forma di interesse sotto mentite spoglie.

Sempre ragionando per numeri secchi, altro e differente discorso sarebbe leggere che il T.A.N. è pari al 6.5% mentre il T.A.E.G. al 10% in questo caso oltre alle spese di apertura pratica in tutta evidenza vi sono degli interessi applicati alla somma finanziata.

In soldoni – è proprio il caso di dirlo – fatevi bene i conti perché potreste ritenere di avere un vantaggio mentre non è affatto così.

Essere consumatori consapevoli consente in un certo qual modo di “guidare” il mercato, almeno parzialmente, facendo sì che le cose vadano auspicabilmente in un determinato modo.

A prescindere comunque dagli esempi fatti finora, ed in ossequio alle leggi dell’economia, c’è da dire che il pagamento rateale si mostra valido solo se si riferisce a determinati beni – oggetti il cui valore al termine del periodo sia almeno del 50% – diversamente potrebbe addirittura essere controproducente.

Va da sé che rateizzare per un lungo periodo l’acquisto di un PC, di un Tablet oppure di uno Smartphone – che come noto rischiano di diventare obsoleti in breve tempo stante i progressi dell’elettronica – non appare operazione molto ragionevole.

Relativamente all’Alta Fedeltà quindi, il pagamento rateale è conveniente sostanzialmente in due casi: l’acquisto di un prodotto costoso che si ipotizza resti con noi per lungo tempo (potenzialmente indefinito) oppure nel caso si intenda dotarsi direttamente e senza troppi traumi di un sistema di pregio fin da subito.

In quest’ultimo caso, scegliere di rateizzare l’acquisto potrebbe rivelarsi molto conveniente, in tal modo si evitano rivendite future causa insoddisfazione con remissione certa di ulteriore denaro.

Tra l’altro, va considerato che pagare cash non è necessariamente meglio – tranne che non pensiate che faccia figo – nel senso che non garantisce un risparmio certo, non fosse altro per la perdita degli interessi – sebbene minimi – riconosciuti sul deposito dall’istituto di credito; non vi faranno arricchire ma facendo due calcoli rientrano comunque nel conto.

Infine, il pagamento rateale comporta anche un certo impatto psicologico rasserenando l’agitato animo dell’appassionato di audio: permette di diluire la spesa nel tempo e consente al contempo di prendere un prodotto migliore, potenzialmente scevro dalle problematiche che potrebbero affliggere il dispositivo dopo qualche anno di utilizzo a causa di una qualità costruttiva più economica.

Si conferma quindi che chi più spende meno spende.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

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