Il miglior film di Adrian Lyne finalmente in Blu-ray anche in Italia grazie all’operazione crowdfunding di CG Entertainment
In Allucinazione perversa Jacob Singer (Tim Robbins) abita a New York dove lavora alle poste, nonostante la laurea in filosofia sembra aver abbandonato il desiderio di pensare.
Sopravvissuto all’inferno del Vietnam e ancora in cura presso uno psichiatra, Jacob convive con Jezebel (Elizabeth Peña) dopo essersi all’intanato dalla famiglia in seguito alla tragica scomparsa del figlio più piccolo, Gabe (Macaulay Culkin).
Tra alti e bassi di coppia l’esistenza di Jacob procede senza troppi scossoni, sino al momento in cui prendono a perseguitarlo orrende visioni distorte di soggetti in giro per la città. Eventi sempre più inquietanti che scopre di condividere con l’ex commilitone Paul (Pruitt Taylor Vince), la cui morte violenta lo spinge a contattare il resto del plotone che aveva servito con lui nel Sud Est Asiatico.
La convinzione di aver inalato una misteriosa sostanza con effetti psicotropi è confermata dall’incontro con un chimico, un tempo alle dipendenze del governo. Nella decadente metropoli Jacob si sente sempre meno al sicuro: all’iniziale inquietudine subentra l’angoscia di giorni sempre più violenti e senza senso tra rapimenti, torture e allucinazioni multi sensoriali.
Circondato da un’infernale atmosfera sempre più soffocante Jacob ha un solo alleato cui affidarsi, il fisioterapeuta di fiducia Louis (Danny Aiello), che lo aiuterà a comprendere cosa stia veramente accadendo.
La genesi di Jacob’s Ladder, da noi malamente tradotto in Allucinazione perversa, fu particolarmente sofferta. Lo scrittore e sceneggiatore Bruce Joel Rubin, cui oltre a Ghost – Fantasma dobbiamo la storia alla base del capolavoro Brainstorm – Generazione elettronica, si ritrovò a scrivere il racconto proprio in seguito a un vivido sogno-incubo. Sul finire dei ’70 prese forma una prima stesura che approfondiva il dolore della guerra in Vietnam, anni in cui l’industria del cinema americano non vedeva di buon occhio l’argomento, con alle spalle pellicole difficili tra cui Going Home – Tornando a casa di Hal Ashby e Apocalypse Now di Coppola del ’78 oltre all’incursione propagandistica Green Berets – Berretti verdi del ’69.
A cogliere l’opportunità di dirigere quella che poi è divenuta una delle sue opere meglio riuscite il britannico Adrian Lyne, che usciva da un decennio di grandi successi commerciali (Flashdance, 9 settimane e ½, Attrazione fatale), peraltro stanco di ricevere pessime sceneggiature. Il regista era in cerca di un nuovo stimolante progetto, qualcosa d’innovativo e al tempo stesso una vera sfida rispetto a quanto si era già visto su grande schermo. Fu un’amica e agente letteraria a suggerirgli il lavoro di Rubin.
Tutte le case di produzione che erano state interpellate avevano rifiutato il progetto, soprattutto per l’errata convinzione che non fosse possibile traslare su pellicola la sceneggiatura, peraltro ritenuta pericolosamente densa e stratificata e per questo impossibilitata a raggiungere lo spettatore medio. La Paramount diede un iniziale benestare ritirandosi però all’ultimo momento, fu solo grazie all’intervento di Mario Kassar e Andrew Vajna della Carolco che si trovarono i fondi per la messa in produzione.
Allucinazione perversa racconta di una vera e propria discesa agli inferi di un uomo morente la cui anima è ancora troppo attaccata alla vita, il cui essere ha bisogno di tirare le somme del percorso esistenziale per riconciliarsi con se stesso e prepararsi trapasso. Una meravigliosa e disturbante metafora della vita e della morte, tra ragione e sentimento, in cui la ‘scala’ del titolo originale non è solo quella che accompagna il protagonista nelle ultime battute del film ma è anche e soprattutto quella che riporta la memoria a presunti test chimici, condotti dal governo statunitense per trasformare i soldati in rabbiose armi da guerra.
Un grafico e coinvolgente viaggio dal buio verso la luce tra demoni e angeli ma privo di cliché, lontano dall’immaginario conosciuto in cui Lyne ebbe l’intuizione di riprendere alcuni personaggi tra 3 e 4 fotogrammi al secondo mentre scuotevano la testa, ottenendo terrificanti convulsioni in proiezione. Cast memorabile tra cui spiccano Tim Robbins, Danny Aiello, Pruitt Taylor Vince, un giovane Ving Rhames e non ultima la brava Elizabeth Peña, prematuramente scomparsa nel 2014 all’età di 55 anni.
All’interno di una diversa e inedita messa in scena che anche per questo lo penalizzò inizialmente ai botteghini, Allucinazione perversa si è rivalutato nel tempo e ancora oggi riconosciuto e amato, appassionato e compassionevole dramma umano tra i migliori mai realizzati.
VIDEO
Girato in pellicola a una sconosciuta sensibilità ASA, grazie al crowdfunding di CG Entertainment il film ha visto la luce anche in Full HD (1920 x 1080/24p), codifica AVC/MPEG-4 su BD-50. Aspect ratio originale 1.85:1, esattamente come per la visione in sala ritroviamo tutta la grana che imperversa costantemente per l’intera opera. Un master con una certa qualità di fondo che ha consentito di restituire la complessità di luci e ombre del grande cinematographer Jeffrey L. Kimball (Top Gun, Revenge – Vendetta).
Rispetto al materiale da cui si è partiti per l’encoding è improbabile che si sarebbe potuto fare meglio, per cui in attesa di una futura pubblicazione UHD questa prima versione 2K resta tecnicamente molto interessante e riuscita. Elementi desaturati, neri nella media, ricchezza cromatica ove concesso con risalto elementi anche in secondo piano, solidità necessaria per reggere sulla distanza nel corso delle numerose inquadrature in penombra.
AUDIO
DTS-HD Master Audio 5.1 canali italiano e inglese (16 bit) per una ascolto sotto la media, comprensibile per i quasi 30 anni sulle spalle della produzione. Dinamica sui generis, dignitosa accentuazione dei dialoghi dal centrale, elementi discreti limitati con alcune interessanti entrate anche del subwoofer nel corso delle esplosioni.
In ricordo dell’attrice Elizabeth Peña
Del tutto simile l’originale che si presta però a un ulteriore livello di coinvolgimento per il parlato in presa diretta. Inclusa doppia traccia speculare Dolby Digital 5.1 (448 kbps).
EXTRA
La limited edition per il crowdfunding prevede sleepcover lenticolare e la lista di tutti i partecipanti. Interessanti i supplementi anche se datati: making of dell’epoca con vari interventi in primis di Adrian Lyne e Bruce Joel Rubin (26′), più recente rivisitazione dell’opera sempre in compagnia dei medesimi autori (26′), 3 sequenze omesse dal montaggio finale (14′), trailer.
Simpatico refuso a menù dove Adrian Lyne viene riportato come ‘Adrian Lynn’.
Rispetto all’uscita statunitense di Lionsgate il grande assente in questo caso è il commento al film del regista, mentre le scene tagliate hanno in più il commento opzionale di Lyne. Sottotitoli in italiano ovunque.
TESTATO CON: Tv Sony ZF9 65″ Full Array LED, Hisense 4K H49M3000, UHD player OPPO UDP-203 / Sistema audio: Yamaha CX-A5100, sistema altoparlanti Yamaha Soavo-1, Soavo-2, Yamaha 8″ 3 vie x 4 a soffitto, centrale Jamo Center 200, 2 x subwoofer attivo Jamo E4. Configurazione ATMOS 7.2.4
Blu-ray disponibile su CG Entertainment.it
Prima edizione Blu-ray italiana
Sleepcover lenticolare
Extra datati ma interessanti
DTS lossless poco esaltante
Sottotitoli forzati sull'inglese
Assente il commento del regista
Durata: 113'
Anno di produzione: 1990
Genere: Drammatico
Regia: Adrian Lyne
Interpreti: Tim Robbins, Elizabeth Peña, Danny Aiello, Pruitt Taylor Vince, Ving Rhames, Matt Craven, Eriq La Salle, Kyle Gass, Jason Alexander, Macaulay Culkin
------
Supporto: BD 50
Aspect Ratio: 1.85:1
Codifica Video: 1080p MPEG-4 AVC
Audio: Italiano, inglese DTS-HD Master Audio 5.1; Italiano, inglese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: italiano, italiano nu
© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.