Le VK-2 di Aëdle sono delle cuffie dal design estremamente elegante realizzate in Francia da un piccolo team che cerca di unire raffinatezza estetica a prestazioni d’ascolto di alto livello. Ecco come se la sono cavata durante la nostra prova.
Aëdle è un’azienda giovane di spirito e di fatto: fondata nel 2011 in Francia dall’incontro avvenuto tra Baptiste Sancho e Raphaël alla Keio University di Tokyo, con l’intento di creare dispositivi audio portatili (o “Travel Instruments” come vengono definiti sul sito e nel pressbook) di alta qualità e soprattutto dal design ricercato ed elegante.
Dal 2014 i laboratori di Aëdle si trovano a Montparnasse a Parigi, dove i prodotti vengono assemblati, nel caso delle cuffie VK-2 unendo le eccellenze produttive del Giappone per i trasduttori e quella del sud della Francia (la pelle di vitello) per le finiture.
Le VK-2, come deducibile dalla sigla, sono l’evoluzione delle prime cuffie realizzate da Aëdle, le VK-1. Se esteticamente i due modelli sono molto simili, i progettisti hanno operato una serie di modifiche poco appariscenti ma molto pratiche per migliorare la qualità d’ascolto, la costruzione e la longevità. La cura del dettaglio sembra essere il leit motiv delle VK-2, una cura che si evince immediatamente dal packaging, un box robusto ed elegante che fa capire subito la vocazione al design del marchio Aëdle. Provate a 390€.
Costruzione e dotazione
La struttura dove sono alloggiati i driver è ricavata da un blocco unico di alluminio che conferisce una grande robustezza alle VK-2 e ne conferisce eleganza e solidità anche dal punto di vista estetico. I driver da 40mm in titanio sono stati ottimizzati rispetto al modello precedente per una migliore risposta sulle frequenze medie e alte, che risultano più estese e cristalline. La frequenza di risposta dichiarata va dai 20 Hz ai 20kHz e l’impedenza è di ben 32 ohm.
Altri piccoli ma significativi cambiamenti riguardano la realizzazione dei cuscinetti (magnetici e rimovibili, quindi sostituibili in caso di usura) e l’archetto rivestito in pelle, ora più flessibile.
La sezione metallica tra l’archetto e i driver è regolabile in estensione, per poterla adattare alle dimensioni del proprio capo, e consente la rotazione a 90°, per riporre le cuffie con ingombro ridotto nell’apposito astuccio incluso nel packaging.
Non abbiamo ancora parlato degli accessori infatti: sono inclusi due cavi con connettore 3.5 mm, uno per smartphone con controlli e microfono lungo 1,2 m e uno per l’ascolto casalingo o per collegare un device più lontano da 1,8 m. Troviamo poi l’adattatore dorato da 6.5 mm, l’adattatore per l’aereo, un panno per la pulizia, la card metallizzata numerata per la garanzia di due anni sul sito del produttore e il citato astuccio (con la finezza della chiusura magnetica). L’acquisto sul sito prevede anche un periodo di prova di 30 giorni “soddisfatti o rimborsati”.
Prova d’ascolto
Dopo un opportuno rodaggio, abbiamo dato in pasto alle Aëdle VK-2 una moltitudine di brani di diverso genere e file compressi, FLAC a risoluzione standard 44.1Khz/16bit e file hi-res fino a 192 Khz/24bit.
Sin dai primi minuti di ascolto si evince una resa vivace con basse frequenze vigorose ma non eccessive. In generale la risposta sembra ricca in tutte le fasce di frequenza, con alti piuttosto dettagliati e medie corpose. Non definiremmo l’impostazione sonora “audiophile oriented” ma certamente l’impatto complessivo è molto positivo e abbastanza equilibrato.
L’immagine stereofonica viene ben ricostruita, forse non particolarmente ariosa, facendo percepire gli strumenti in stereofonia piuttosto vicini, disegnando un soundstage non ampissimo.
Tuttavia le sensazioni positive accompagnano l’ascolto tanto di brani più energici, passando dalle diverse venature rock di Muse, Porcupine Tree e Ghost alle più rilassanti melodie di David Gilmour, John Grant, Steven Wilson e Vangelis (in fondo all’articolo trovate una playlist Spotify con molti brani utilizzati per il test). Si colgono con piacere le linee di basso anche nei passaggi più elettrici e le sfumature degli arrangiamenti emergono senza distrarre dagli elementi messi più in evidenza dal missaggio.
Testando pressioni sonore notevoli e suoni più “compressi” in dinamica, come nel progressive metal dei Devin Townsend Project o l’elettronica di Perturbator e Vitalic, le VK-2 fanno divertire con un ascolto frizzante, potente (la gamma bassa scende molto) e conferisce impatto al beat senza dar segni di cedimento o affaticare le orecchie.
Passando al pianoforte di Maurizio Pollini, alle prese con Beethoven e Debussy, si può apprezzare appieno il range dinamico e l’omogeneità della risposta in frequenza, restituendo la naturalezza del suono dello strumento. Stesse qualità che troviamo ascoltando i funambolici passaggi strumentali del jazz di McCoy Tyner, in una registrazione analogica del 1969 proposta a 192Khz/24 bit, in cui la stereofonia è molto accentuata e la resa generale cristallina quasi come se assistessimo live all’esecuzione della band.
La tipologia semi-aperta delle cuffie non isola del tutto dai rumori circostanti ma li attenua discretamente, consentendoci di sentire bene anche su mezzi pubblici rumorosi ad esempio, ma senza perdere del tutto il contatto con la realtà sonora che ci circonda.
Insomma le VK-2 se la cavano molto bene e esprimono grande versatilità… cosa manca dunque per eccellere? Poco, ma la concorrenza nel mondo delle cuffie è quanto mai agguerrita e dal punto di vista sonoro ci sono avversarie che possono vantare qualità simili (ma anche migliori) a prezzi di listino più accattivanti. Qui si pagano il design e la costruzione “artigianale”, che è indubbiamente elemento di pregio Aëdle, senza però che questo renda la musicalità secondaria visto che le VK-2 offrono qualità comunque ragguardevoli.
L’unico grande difetto di queste cuffie è la comodità. Sebbene migliorate rispetto al modello precedente, le VK-2 risultano comunque piuttosto pesanti da indossare e soprattutto ancora un po’ rigide, cosa che si nota appena indossate le cuffie. Fortunatamente l’archetto, facendo la dovuta pressione, possiede una certa flessibilità, quindi una volta regolate in modo corretto ci si abitua in fretta e la qualità sonora unita alla bellezza delle cuffie distrae a dovere… ma dopo un paio d’ore d’utilizzo le cuffie tornano “a farsi sentire” e si avverte l’esigenza di una pausa. Una prospettiva che le rende meno accattivanti in prospettiva di un uso da cuffie casalinghe per ascoltare un film ad esempio o per lunghe sessioni d’ascolto.
Il loro habitat ideale è il viaggio, specie nella quotidianità (come gli spostamenti per recarsi a lavoro) in modo da intervallarne l’utilizzo e non far emergere questo aspetto di affaticamento che abbiamo riscontrato con l’utilizzo prolungato senza pause. Con qualche correzione siamo certi che il marchio francese, così attento ai dettagli e alla qualità della proposta, saprà porvi rimedio. Fermo restando la valutazione generale più che positiva e che la comodità non è un fatto puramente oggettivo…
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Informazioni generali
Indirizzo web del costruttore: www.aedle.net
Costruttore: Aëdle
Tipo di prodotto: Cuffie (semi aperte on ear)
Nome del prodotto: VK-2
Prezzo: 390€
(disponibile in finitura color pelle e nera)
Informazioni tecniche
Range di frequenza: 20 Hz – 20 Khz
Impedenza: 32 Ohm
Pressione sonora: 109 dB / 1mW
Il nostro verdetto
Con un prezzo di 390€, le VK-2 di Aëdle si collocano in una fascia di mercato in cui il pubblico pretende (giustamente) prestazioni elevate e da questo punto di vista le cuffie del produttore francese se la cavano bene, anche se esistono alternative ben più economiche che suonano altrettanto bene.
Dove le VK-2 eccellono è nel design raffinato che rendono queste cuffie un oggetto elegante da indossare, con accessori, materiali e dettagli curati nei minimi particolari.
Unico aspetto da migliorare, “l’indossabilità” vista la struttura un po’ rigida che tende ad affaticare durante un utilizzo prolungato.
design e cura dei dettagli
Costruzione e materiali di qualità
Rivali ben suonanti in fascia di prezzo inferiore
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