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Il mercato musicale italiano cresce ma il merito è dello streaming

Crescita del 5% nel primo semestre 2019 per la musica, mercato in cui i servizi streaming rappresentano il 63% dei ricavi contro il 26% del fisico

Durante i primi sei mesi di questo 2019 il mercato musicale italiano ha fatto registrare ricavi per circa 86 milioni di euro. Una crescita del 5% rispetto al semestre precedente. Il 63% di questi ricavi, ovvero 54 milioni di euro, va attribuito ai vari servizi di streaming musicale. La crescita riguarda in particolar modo gli abbonamenti come per esempio Spotify, Apple Music o Amazon Music Unlimited, che rispetto al 2018 hanno fatto registrare un +32% dei ricavi.

mercato musicale

In generale i servizi digitali rappresentano il 73% del mercato musicale in Italia, con i supporti fisici che continuano la loro inesorabile discesa fermandosi al 27% circa del mercato (un calo del 26% rispetto al 2018). L’unico in tale ambito a rimanere in crescita è il vinile, che ha registrato un +4,8% e copre ora il 31% del segmento totale.

È proprio su questo inesorabile declino dei supporti fisici che è giusto soffermarsi per una riflessione. È chiaro che la tecnologia è e sarà sempre in costante evoluzione e i ritmi di vita saranno sempre più frenetici. È vero infatti che sono sempre meno i dispositivi che offrono il supporto ai CD-ROM, ma sarebbe sbagliato attribuire soltanto a questo fattore tale “migrazione” di massa verso i servizi digitali.


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Prendiamo come esempio uno dei servizi in abbonamento più conosciuto, Spotify, tenendo però presente che il ragionamento seguente è valido per la stragrande maggioranza dei servizi in abbonamento. I punti di forza più rilevanti di questi servizi sono sicuramente l’ottimo prezzo e l’incredibile semplicità d’uso. Partiamo con ordine e analizziamo il prezzo a cui viene proposto l’abbonamento, 9,99€ mensili (o 4,99€ per gli studenti).

Per una cifra che si avvicina dunque ai 120€ annuali avremo a disposizione quasi tutta la musica disponibile nel mondo. Andando a fare un rapido confronto con il prezzo medio dei singoli album, con la stessa cifra saremmo in grado di acquistare dai 12 ai 15 album, oppure circa 100/110 singoli, seguendo lo stesso ragionamento. Il secondo fattore da prendere in considerazione è la semplicità d’uso e la comodità di avere sempre a disposizione tutta questa musica. Che sia tramite il nostro smartphone, tablet, computer o addirittura smartwatch, le uniche cose che ci separano da tutti i nostri brani sarà una breve interazione col device.

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Non vanno sottovalutati inoltre i passi avanti fatti negli anni per contrastare la pirateria. Fino a 5/6 anni fa con una buona conoscenza del web non era difficile avere accesso al download gratuito di migliaia di album anche appena usciti, senza neanche rinunciare a una buona qualità dei file MP3 che si andava a scaricare. Oggi è sicuramente ancora possibile trovare in rete file “piratati” ma non è più semplice come in passato, motivo per cui immediatezza e comodità dei servizi streaming stanno “catturando” anche i più ottusi.

È chiaro dunque come i supporti fisici occupino una fetta del mercato che è già a tutti gli effetti una nicchia tra nostalgici, appassionati, collezionisti o semplici detrattori delle nuove tecnologie.

Link diretto al portale italiano per Spotify.

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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