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Tutto quello che dovete sapere sui file audio… compressi e non

file audio

Sia che stiate ascoltando file MP3 o audio hi-res, è tempo di capire esattamente quale sia il formato di file migliore per le vostre esigenze.

Nell’organizzare la vostra collezione di musica digitale, potreste essere colpiti dal numero di diversi formati di file audio che avete raccolto negli anni. Per questo (e visto che un buon ripasso non fa mai male a nessuno), vogliamo approfondire il discorso legato ai formati di file audio più comuni, spiegandone le differenze e perché dovrebbe interessarvi conoscerli più a fondo. Sia che stiate ascoltando file MP3 di bassa qualità, tracce AAC leggermente migliori o audio ad alta risoluzione in FLAC o WAV, è tempo di capire esattamente cosa abbiate di fronte e quale sia il formato di file migliore per le vostre esigenze.

Formati di file e codec

Andando subito al sodo, ecco una lista di tutti i formati di file audio più comuni e le differenze tra di essi.

  • AAC (non hi-res): l’alternativa di Apple all’MP3. Si tratta di un formato audio compresso ma suona meglio dell’MP3 e viene utilizzato per i download di brani musicali da iTunes e per lo streaming tramite Apple Music.
  • AIFF (hi-res): l’alternativa di Apple al WAV, con però un migliore supporto dei metadati. È un formato lossless non compresso e senza perdita di dati ma non è molto popolare.
  • DSD (hi-res): il formato a singolo bit e non compresso utilizzato per i Super Audio CD. È disponibile nelle varietà a 2,8 mHz, 5,6 mHz e 11,2 mHz, ma a causa del suo codec di alta qualità, è (attualmente) poco pratico per lo streaming.
  • FLAC (hi-res): questo formato di compressione senza perdita di dati supporta frequenze di campionamento ad alta risoluzione, occupa circa metà dello spazio di WAV e memorizza i metadati. È esente da royalty ed è considerato il formato preferito per il download e la memorizzazione di album in alta risoluzione o con qualità da CD. Il lato negativo è che non è supportato da Apple (quindi non è compatibile con iTunes).
  • MP3 (non hi-res): formato compresso e con perdita di dati che garantisce dimensioni ridotte dei file, ma che è ben lontano dalla migliore qualità audio possibile. Rimane però molto pratico per la memorizzazione di musica su smartphone e altri dispositivi mobile e la sua diffusione è amplissima.
  • MQA (hi-res): un formato di compressione senza perdita che contiene file ad alta risoluzione per uno streaming più efficiente. Utilizzato per lo streaming ad alta risoluzione di Tidal Masters e altri servizi simili.
  • OGG (non hi-res): a volte lo trovate con il suo nome completo, Ogg Vorbis. Un’alternativa compressa e open source a MP3 e AAC non limitata da brevetti. Questo formato è utilizzato (a 320 kbps) per lo streaming di Spotify.
  • WAV (hi-res): il formato standard in cui sono codificati tutti i CD Audio. Ottima qualità del suono e assenza di compressione, il che significa file di grandi dimensioni (specialmente per quelli ad alta risoluzione). Ha però uno scarso supporto per i metadati (copertine degli album, artista e informazioni sul titolo del brano).
  • WMA Lossless (hi-res): un’incarnazione non compressa di Windows Media Audio, ma non più supportata da smartphone o tablet.

File audio compressi e non compressi

Innanzitutto, parliamo delle tre categorie in cui è possibile raggruppare tutti i file audio. Si tratta di capire quanto siano compressi i dati e, di conseguenza, di quanta qualità o “perdita” sperimenterete come ascoltatori. Se non è stato utilizzato alcun algoritmo di compressione (o codec) per comprimere l’audio all’interno del file, accadono due cose: nessuna perdita nella qualità del suono e probabilmente, dopo un po’ di tempo, un avviso di “disco pieno” sul vostro laptop.


In sostanza, una traccia non compressa è una riproduzione del file audio originale, in cui i segnali del mondo reale vengono trasformati in audio digitale.

WAV vs AIFF vs FLAC: formati di file non compressi

WAV e AIFF sono probabilmente i formati di file audio non compressi più popolari. Entrambi sono basati su PCM (Pulse Code Modulation), che è ampiamente riconosciuto come il meccanismo di archiviazione audio più diretto nel dominio digitale. WAV e AIFF utilizzano una tecnologia simile, ma memorizzano i dati in modi leggermente diversi. Possono archiviare file audio di qualità CD o ad alta risoluzione.

WAV è stato sviluppato da Microsoft e IBM, quindi è utilizzato nelle piattaforme basate su Windows ed è il formato standard in cui tutti i CD sono codificati. AIFF è stato sviluppato da Apple come alternativa al WAV e, sebbene non siano altrettanto diffusi, i file AIFF hanno un migliore supporto per i metadati, il che significa che è possibile includere copertine degli album, titoli di canzoni ed elementi simili. Lo svantaggio? Questi file sono piuttosto grandi, visto che parlando di qualità CD (16 bit, 44,1 kHz) occupano circa 10 MB di per ogni minuto di musica.

ALAC vs FLAC vs WMA Lossless: formati audio senza perdita di dati

Sono molti gli utenti che apprezzano i FLAC. Il FLAC (Free Lossless Audio Codec) è compresso fino quasi a occupare la metà delle dimensioni di un WAV o AIFF con frequenza di campionamento equivalente, ma non ci dovrebbe essere alcuna “perdita” in termini audio. I file FLAC possono anche fornire una risoluzione hi-res fino a 32-bit/96kHz, quindi meglio della qualità CD a 16-bit.

Altri formati di file audio senza perdita includono ALAC (Apple Lossless) e WMA Lossless (Windows Media Audio). Il primo è una buona alternativa al FLAC compatibile con iOS e iTunes, sebbene i file ALAC siano leggermente meno compatti dei FLAC.

AAC vs MP3: formati audio lossy

L’MP3 ha trasformato il modo in cui viviamo oggi la musica e si tratta di un file audio compresso molto conveniente per la memorizzazione di musica su dispositivi mobile e in grado di funzionare su ormai qualsiasi device audio. Se però optate per una libreria digitale fatta solo di MP3 (e il vostro Hard Disk ringrazia sicuramente), aspettatevi una qualità audio non proprio eccelsa. Al fine di rendere i file audio MP3 fino a dieci volte più piccoli di quelli con qualità CD, alcuni dati originali devono essere scartati, con conseguente perdita di qualità del suono.

Anche la velocità in bit con cui viene registrato un MP3 influisce sulla qualità del suono. Gli MP3 codificati a 128kbps subiranno più perdite sonore di quelle codificate a 320kbps (kilobit al secondo, dove ogni “bit” è essenzialmente un “pezzo” della canzone). Ora che lo storage è molto più economico, eviteremmo gli MP3 128kbps e punteremmo direttamente a quelli a 320kbps, che rimangono tra l’altro lo standard in molti store di musica digitale (tranne iTunes) e in diversi servizi di streaming.

Un altro formato lossy è AAC (Advanced Audio Coding), che se da un lato è compresso come un MP3, dall’altro gode di una compressione leggermente più efficiente e suona meglio. AAC è utilizzato per i download di iTunes, lo streaming di Apple Music (a 256kbps) e lo streaming di YouTube.

Che dire dell’audio ad alta risoluzione?

A differenza dei video ad alta definizione, non esiste un unico standard universale quando si parla di audio ad alta risoluzione (o hi-res). Tuttavia, nei termini molto semplici, l’audio ad alta risoluzione tende a fare riferimento a file audio che hanno una frequenza di campionamento e/o una profondità di bit superiore a quella del CD (16-bit/44,1kHz). Ad esempio, i file ad alta risoluzione si presentano sotto forma di 16-bit/96kHz o 24-bit/192kHz.

I file audio ad alta risoluzione, con tutte queste informazioni audio extra, dovrebbero suonare molto meglio dei formati audio compressi, che perdono informazioni nel processo di compressione. Pesano molto in termini di MB, ma pensiamo che valga la pena investire qualcosa in più nello storage per avere in cambio la massima qualità audio possibile.

I file non compressi come AIFF e WAV possono essere in alta risoluzione, così come i formati di file FLAC e ALAC senza perdita. Anche il DSD (il formato di nicchia utilizzato per i Super Audio CD) è ad alta risoluzione, ma non è ampiamente supportato. Quando si tratta di streaming, MQA è un formato di file utilizzato da Tidal Masters che aiuta a portare l’audio ad alta risoluzione a servizi di streaming utilizzando la larghezza di banda minima possibile.

Per quanto riguarda la riproduzione di audio hi-res, una quantità crescente di prodotti ora la supporta, compresi i lettori musicali portatili e gli streamer hi-fi. L’audio ad alta risoluzione può anche essere riprodotto sulla maggior parte degli smartphone Android top di gamma, mentre le cose sono un po’ più complicate se si ha un iPhone. Abbiamo trovato dei modi per aggirare questo limite, ma vale la pena ricordare che l’audio ad alta risoluzione non è altrettanto “portatile” (proprio perché occupa molto spazio) come lo sono i file audio compressi.

Su che formato audio puntare

Il formato del file scelto dipenderà dal tipo di memoria o qualità del suono che vi interessa, nonché dai dispositivi che intendete utilizzare per la riproduzione. Gli MP3 sono diventati molto popolari quando lo spazio di archiviazione era un vantaggio. Ora che gli smartphone, i tablet, i DAP (Digital Audio Player) e i laptop hanno molto più spazio di archiviazione, a nostro avviso dovreste cercare di ascoltare file migliori (e quindi hi-res) rispetto a quelli con qualità da CD.

Se comunque volete creare un grande archivio di file audio, un FLAC con qualità CD (o un altro file lossless) potrebbe essere una soluzione molto valida. I file senza perdita di dati creano infatti un buon equilibrio tra compressione e qualità del suono, consentendo di ascoltare la migliore musica digitale di qualità senza occupare grande spazio a livello di archiviazione. Assicuratevi soltanto che i vostri dispositivi siano tutti compatibili con il formato di file che avete scelto.

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