I Manger Audio C1 non sono perfetti, ma difficilmente si può resistere all’impressionante coerenza e al timing di questi diffusori attivi.
L’originalità è una qualità piuttosto rara parlando di design di diffusori hi-fi e quindi, quando ci imbattiamo in qualcosa di insolito come i Manger Audio C1, non possiamo fare a meno di festeggiare. Sulla carta i i C1 sembrano essere solo i soliti speaker attivi a due vie da stand, ma in realtà si sono rivelati una proposta intrigante e fuori dagli schemi, con punti di forza ben definiti e difficili da migliorare indipendentemente dal prezzo, che non è certo basso visto che parliamo di circa 13000 euro.
Costruzione
Il clou tecnologico dei Manger Audio C1 è senza dubbio il driver mid/treble capace di gestisce la gamma di frequenze da 330Hz in su. Tale è la capacità di questa unità che la società cita una banda di frequenza complessiva pari a 80Hz-40kHz. Nessun driver convenzionale di queste dimensioni (circa 19 cm di diametro) può avvicinarsi a un simile intervallo, in particolare se si guarda alle frequenze più alte.
Naturalmente non stiamo parlando di un driver come tanti altri visto che il produttore tedesco ne sviluppa il concept dalla fine degli anni ‘60. Sebbene l’unità abbia componenti riconoscibili come una bobina mobile, uno chassis e un sistema motore, non funziona in modo convenzionale come le unità di trasmissione tradizionali.
Il suo funzionamento ci ricorda se mai tecnologie come Surface Sound (una volta noto come NXT) o BMR nel modo in cui il suono viene generato dal movimento della bobina mobile, che invia lateralmente onde sonore attraverso un diaframma piatto a triplo strato. Per capire meglio il processo, immaginate qualcosa di simile alle increspature sulla superficie dell’acqua che generano un suono.
La rigidità del diaframma aumenta verso l’esterno e quella particolare schiuma a forma di stella attorno al perimetro del driver riduce al minimo l’accumulo di onde stazionarie strutturali. Il risultato dell’utilizzo di questo tipo di smorzamento è una notevole riduzione della distorsione, oltre a una presentazione più pulita. Ad alimentare questa unità ci pensa un amplificatore dedicato in Classe A/B da 180W.
Il woofer sottostante da 20 cm è invece un’unità più convenzionale con il suo cono sandwich in vetro/poliestere e una bobina mobile da 38 mm. È pilotato da un amplificatore da 250 W, anche in questo caso in Classe A/B. Ciò porta a un totale di 430W per singolo diffusore, potenza dovrebbe essere più che sufficiente per fornire livelli di pressione sonora elevati anche in ambienti di ascolto particolarmente grandi.
Il C1 ha un design a scatola sigillata e quindi non c’è una porta per aumentare l’uscita a bassa frequenza. Ma le dimensioni del woofer, il cabinet alto ben 50 cm e tutta quella potenza danno vita prestazioni in gamma bassa piacevolmente estese e autorevole. Se poi avete uno spazio davvero grande da riempire con la musica o volete che questi diffusori diventino ancora più potenti e profondi, è possibile acquistare il modulo LF opzionale per circa 1500 euro. Questo modulo si posiziona sopra ai C1, aggiunge un secondo woofer e aumenta la pressione sonora del C1 di ben 6 dB.
L’uso dell’amplificazione Classe A/B significa che c’è molto più bisogno di un efficace raffreddamento rispetto all’alternativa di Classe D e quindi non sorprende trovare sul retro dei diffusori un generoso dissipatore di calore. Queste alette di metallo si riscaldano comunque durante l’uso, ma mai in modo eccessivo.
I Manger C1 sono poi diffusori attivi particolarmente pesanti. Parliamo infatti di 30 kg ciascuno ed è per questo che i progettisti hanno integrato con cura alcune maniglie nei dissipatori di calore. Hanno persino aggiunto delle piccole rotelle in queste maniglie in modo che i diffusori possano essere spinti su un pavimento liscio. Manger Audio (e per certi versi lo abbiamo capito anche dal prezzo) fa inoltre riferimento a questi diffusori come monitor nearfield, il che ne implica l’utilizzo anche negli studi di registrazione.
La qualità costruttiva è valida come ci si aspetterebbe da un prodotto di questo livello. Il cabinet trasmette una grande solidità e sia i C1, sia i loro stand dedicati sono ben rifiniti. Il look invece è più divisivo: i C1 che abbiamo testato hanno un aspetto quasi “brutale”, ma basta scegliere un’altra colorazione e saranno più idonei per la collocazione in un ambiente domestico.
Compatibilità
Quando si parla di posizionamento, questi diffusori sono estremamente flessibili. Mentre suonano meglio da un metro di distanza dalla parete frontale e piuttosto lontani dai muri laterali, grazie al buon numero di controlli montati sul pannello posteriore si hanno abbastanza regolazioni per ottenere una presentazione bilanciata nella maggior parte degli ambienti di ascolto. Non hanno nemmeno problemi a interfacciarsi con un’ampia gamma di preamplificatori grazie alla sensibilità di ingresso regolabile. L’ingresso del segnale è limitato a un singolo XLR bilanciato.
Le cose sono meno immediate quando si tratta della vostra posizione di ascolto. Questi diffusori da stand sono infatti caratterizzati da un’immagine stereo che cambia notevolmente quando ci si posta anche di poco dal posto di ascolto preferito. Alla fine abbiamo preferito sederci a poco più di 2 metri dai C1, con i due diffusori posizionati a circa la stessa distanza l’uno dall’altro. Li abbiamo poi angolati in modo che si incrociassero appena un po’ dietro la nostra testa e questo approccio ci ha consentito di ottenere il miglior equilibrio tra ampiezza del suono e messa a fuoco stereo.
Manger, come già accennato, offre anche degli stand dedicati per i C1. Sebbene costosi (oltre 1000 euro), questi supporti dovrebbero essere considerati un acquisto essenziale da una prospettiva sonora e visiva. Sono unità di alluminio ben fatte che si attaccano ai diffusori attraverso un insolito sistema di scanalature e linguette. Alla fine è la gravità a tenere i C1 in posizione anziché bulloni o viti e anche l’impatto estetico dato da questi stand è notevole.
Qualità audio
Qualsiasi prodotto in questa fascia di prezzo ha bisogno di una sorgente e di un’elettronica di prim’ordine e questi Manger Audio non sono diversi. Usiamo il nostro solito streamer di riferimento Naim NDS/555PS e il giradischi Clearaudio Innovation Wood e iniziamo con l’eccellente preamplificatore Aesthetix Janus Signature.
Non ci vuole molto però per rendersi conto di come l’abbinamento tra questo preamplificatore a valvole e i C1 non sia dei più felici. Le prestazioni turgide e fin troppo trattenute ci portano quasi subito a passare al pre-amp Gamut D3i, che offre risultati più equilibrati. La presentazione è notevolmente più drammatica, con un migliore senso del timing rispetto a quanto offerto dall’Aesthetix Janus Signature (non a caso abbiamo continuato i test con il D3i).
L’uso di questa singola unità di trasmissione interna capace di spaziare così abilmente dai medio-bassi agli acuti funziona in modo brillante. I C1 possono infatti vantare un senso di coerenza senza soluzione di continuità che le alternative multi-driver tradizionali non possono eguagliare. La maggior parte dei rivali convenzionali ha il crossover tra tweeter e midrange posizionato a circa 2.5kHz. Questa è esattamente l’area della gamma di frequenze a cui il nostro udito è più sensibile e si posiziona proprio al cuore della voce umana. Spostando il crossover a partire da 330 Hz, Manger ha fatto in modo che i C1 evitino tutti i problemi di fase e integrazione a cui sono soggette le alternative convenzionali in questa regione di frequenze così importante.
Ecco perché si ottiene una presentazione meravigliosamente focalizzata e articolata che suona molto realistica quando si tratta di trame vocali e sfumature dinamiche di basso livello. Ascoltate ad esempio Last delle Unthanks o Dr. Feelgood di Aretha Franklin e il modo impressionante con cui i C1 gestiscono le voci merita il massimo dei voti, tali sono la passione e la delicatezza restituite.
È difficile migliorare anche la loro coesione, visto che questi diffusori suonano brillantemente e senza soluzione di continuità dalle note più basse a quelle più alte. Nella nostra esperienza solo gli speaker ESL di Quad e la gamma TD di Eclipse fanno meglio questo tipo di cose, sebbene nessuno di questi riesca altrettanto bene quando si tratta di robustezza in gamma bassa o di impatto dinamico.
I C1 mostrano prontamente i vantaggi dell’uso di un driver per bassi attivo di buone dimensioni inserito in un cabinet relativamente generoso. Le note basse colpiscono duro, scavando sorprendentemente in profondità con un piacevole senso di aderenza. Riproduciamo i soliti brani test per i bassi come Angel dei Massive Attack e Time di Hans Zimmer dalla colonna sonora di Inception e i Manger non fanno una piega, distribuendo le frequenze dei bassi con un’ammirabile quantità di compostezza e di peso. C’è poco senso di stress o confusione anche quando si alza notevolmente il volume.
Ascoltare Angel dimostra anche che i C1 hanno una grande abilità ritmica. Rendono superbamente il ritmo insistente della musica, mostrando abilità di livello assoluto quando si tratta di precisione del timing. Nonostante facciano molte cose brillantemente, questi diffusori non sono privi di lati negativi. Gli appassionati più sensibili alla purezza timbrica li troveranno sorprendentemente irregolari e privi dell’abilità di offrire una gamma di colori tonali in modo naturale. La loro presentazione manca insomma di quella chiarezza a cui siamo abituati quando testiamo diffusori di questo calibro.
A basso volume la gamma di frequenze medio-alte coperta da questo driver così particolare non viene consegnata con tutta la forza che vorremmo, portando a una sensazione sbilanciata e leggermente blanda alla presentazione. Mentre questo aspetto migliora a livelli di volume più alti, i C1 non convincono mai del tutto in questo senso.
C’è poi il discorso dell’immagine stereo. Anche una volta che abbiamo perfezionato il posizionamento nell’ambiente di ascolto, il loro palcoscenico sonoro (un po’ congestionato e privo di profondità) manca ancora della spaziosità e dell’ampiezza di altri diffusori con prezzi simili. A grandi pezzi orchestrali come i Carmina Burana di Orff viene negato il loro impatto abituale a causa della difficoltà dei C1 a stratificare la presentazione con attenzione.
Verdetto
I Manger Audio C1 non sono perfetti, ma diversi appassionati difficilmente resisteranno di fronte all’impressionante coerenza e al timing di questi diffusori. Aggiungete le prestazioni ottimali in gamma bassa, le possibilità di upgrade e la capacità di suonare a volumi davvero alti ed è facile capire il loro appeal.
© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.
Sommario
I Manger Audio C1 non sono perfetti, ma difficilmente si può resistere all’impressionante coerenza e al timing di questi diffusori attivi.
Pro
Ottime prestazioni in gamma bassa
Si possono “potenziare”
Resa delle voci eccezionale
Contro
Potrebbero fare meglio come immagine stereo
Prezzo impegnativo
Scheda tecnica
Tipo: diffusori attivi a due vie
Range di frequenza: 30Hz-40kHz
Frequenza di crossover: 330 Hz
SPL: 110 db
Potenza: 430W
Dimensioni: 495x270x424mm
Peso: 30Kg
Prezzo: circa 13000 euro
Sito del produttore: www.mangeraudio.com
Distributore italiano: www.nabla.it
© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.