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Vampyr – Home Theater Test PS4 Pro

Anche in ambito gaming è sempre stagione di vampiri, questa volta in una Londra post-vittoriana tra mostri ed epidemie. Distribuzione Koch Media

Vampyr colloca gli eventi presso la capitale londinese nel 1918, la prima grande guerra è terminata ma per il dottor Jonathan Reid i guai sono solo all’inizio. La malsana metropoli è colpita da un’epidemia di influenza spagnola che sta mietendo migliaia di vittime ma in città si avverte una presenza più inquietante e orrenda: cadeveri mutilati, corpi da cui è stata prelevata sino all’ultima goccia di sangue sono segni tangibili dei vampiri che di notte compiono ogni genere di efferatezza.

Reid dal canto suo si sveglia in una fossa comune, realizzando di essere mutato in vampiro proprio quando uccide la sorella Mary azzannandola al collo. Chi è stato a infettarlo e perché? Domande a cui per dare risposta occorrerà svolgere un’ampia indagine, cacciato dagli umani che lo vedono unicamente come minaccia, combattendo con mostruose creature alla volta dell’artefice dello scempio.

Potendo muovere solo lontano dalla luce diurna e da simboli sacri, Reid si mette in cammino incontrando la giovane vampira Elizabeth e il dottor Swansea, stringendo una collaborazione per scoprire i misteri del micidiale contagio. Per farlo potrà sfruttare la propria posizione di ematologo lavorando di notte presso un locale ospedale e sfruttare la scienza per giungere alla verità.


Sanguinolento RPG

Vampyr è un game RPG da vivere 3D in terza persona nei panni di Reid, dove la trama che va a crearsi di fronte al giocatore è vincolata dalle sue stesse scelte, in seno a domande multiple nel corso degli interrogatori ma anche in funzione del comportamento violento per le strade. Le battute iniziali del racconto, al netto del prologo, aiutano a prendere confidenza con i movimenti, il sistema di difesa e attacco, la rigenerazione dell’energia di base, la capacità di sfruttare elementi recuperati lungo il tragitto per costruire armi di attacco, cure.

Incrociando i cosiddetti ‘rifugi’ ci si può coricare consentendo l’evoluzione del proprio personaggio, i punti accumulati nel corso delle missioni (di cui viene segnalata la durata media in minuti per partita a inizio livello) danno l’opportunità di acquisire maggiore forza e resistenza, di arrecare maggiori danni e disporre di ulteriori potenziamenti per annientare il nemico.

Grafica e movimenti un po’ retrò

Lo stile di gioco è di tipo sandbox, con impostazione free-roaming dove la progressione della storia e connessa direttamente alle scelte che compirà Reid, coloro che eliminerà ma anche chi salverà, contribuendo al miglioramento dello ‘stato di salute’ di un determinato quartiere. Di fatto il game è basato su esplorazione e interazione in seno a 4 diverse aree londinesi: l’ospedale Pembroke, il porto, la zona di Whitechapel e il West End.

Ambientazioni, scenografie e situazioni anche raccapriccianti sono la base di un game adult oriented, con Reid che ben presto recupera un machete e successivamente altre armi bianche e da fuoco, capace di colpire l’avversario avvicinandolo e mordendolo sul collo per dissanguarlo. Ciò consente di aumentare la barra del sangue e con essa di sferrare mosse speciali ma l’ematologo ha in serbo poteri davvero speciali: oltre alla capacità di qualsiasi altra creatura infernale di dissolversi in polvere per poi rimaterializzarsi altrove e superare un ostacolo, può arrivare a ipnotizzare l’avversario e condurlo in un luogo più appartato per dissetarsi in tranquillità.

Combatti i vivi, annienta i morti

Più si riduce la salute della zona in cui ci si trova, molteplici i pericoli che si rischia di incrociare tra mostruosità varie, sacerdoti invasati armati di acqua santa e crocefisso, cacciatori di vampiri di vario livello sino a veri e propri contingenti armati e corazzati. La scena evolve o involve piuttosto rapidamente e il confronto con i boss di livello richiede attenzione ma soprattutto pazienza, perché ogni colpo a segno provoca danno consumando però lentamente la relativa barra della resistenza.

Un’impostazione che tende a sfiancare il gamer troppo frettoloso col rischio di finire a mordere la polvere. In caso di sconfitta il respawn è rapido, peraltro i salvataggi sono automatici, e una volta rientrati in partita ci si ritrova persino i punti accumulati e quindi potenziale opportunità di crescita.

Non sarà Sherlock Holmes però…

Un game che è anche composto di indagine e perlustrazione dei luoghi, alla ricerca di indizi e danaro. Il controllo del personaggio è intuitivo e semplice ma l’angolo con cui viene inquadrato a tratti tende a complicare la visione d’insieme, nei confronti più pericolosi ciò potrebbe significare maggiore svantaggio. Il cosiddetto ‘istinto’ da vampiro è attivabile in ogni momento premendo lo stick di sinistra: il paesaggio muta in bianco e nero e rende immediato scorgere tracce rosse di sangue ma anche di rilevare la presenza altrui.

Elevato il numero delle quest secondarie così come per le primarie occorrono non meno di 20 ore per giungere al termine dell’intera storia, grado di longevità ovviamente legato al desiderio di esplorazione di ambienti scenograficamente ricchi. Il livello di combattimenti si fa sempre più complesso, in particolare ci si ritroverà a dover affrontare orde di soggetti intenzionati a spazzare via Reid e non sarà difficile ritrovarsi più volte a ripetere determinati passaggi tentando approcci diversi onde evitare di perire miseramente.

Le decisioni personali condurranno a una diversa evoluzione ma non tutto avrà vera influenza sull’andamento del proprio percorso, anche morale, laddove si andrà a decidere di aiutare il prossimo piuttosto che aggredirlo barbaramente. Alla ricerca dell’epilogo più positivo in assoluto certi comportamenti saranno comunque ininfluenti, e una volta compresi i limiti dell’IA il rischio di abbandonare un simile livello di ‘cura’ verso il prossimo è alquanto elevato.

La ruota delle scelte di dialogo nel momento in cui si interagisce con qualcuno vede affermazioni di secondo piano (testo colore bianco) contro altre di primaria importanza volte anche ad andare al sodo (testo colore giallo). L’interazione col prossimo condurrà alla scoperta di ulteriori indizi e all’apertura di quest secondarie e certo il livello di longevità del game è legato al desiderio di scoprire l’altra faccia dell’avventura comportandosi in maniera totalmente diversa, più o meno violenta, con uno spirito più o meno investigativo piuttosto che vendicativo.

Mappa dei luoghi di buon livello, navigazione per i menù poco macchinosa, consigliabile evitare di sfruttare solo mosse e movimenti base dato che man mano che il racconto evolve così anche gli avversari si faranno più resistenti e pericolosi, piacevole la sensazione di libertà nella scoperta dei luoghi con scenari anche accattivanti.

AUDIO

Collegando la PS4 Pro all’impianto Home Theater scopriamo che il game offre un ascolto 5.1 a canali discreti:  dialoghi, musiche ed effetti sono dignitosamente distribuiti, con interessante supporto da parte del subwoofer. Fermo restando che l’accompagnamento musicale è più che inquietante alla lunga però rischia di stancare per cui siamo intervenuti abbassandone l’ingerenza del 50%. In tal modo si da maggior respiro al resto del comparto sonoro, esaltandone la presenza.

Il canale LFE corrobora i momenti più concitati, i combattimenti restituiscono buona enfasi e anche i dialoghi, in inglese con sottotitoli, sono accattivanti e non mancano di sorprendere. Un tipo di game per cui ci aspettavamo qualcosa di più in termini di sfruttamento delle potenzialità del multicanale, ponendo ulteriormente l’accento agli effetti e aggiungendone di altri.

VIDEO

Dal punto di vista meramente grafico non siamo su grandi livelli, la qualità delle texture è relativamente gradevole, i movimenti del protagonista così come del resto dei personaggi non sono quelli che ci aspetterebbe da un game del 2018. Una ‘coperta corta’ dal punto di vista della risoluzione che finisce per fare a cazzotti con la fluidità d’insieme: la risoluzione 2160p porta con se un frame rate pari a 30fps e comunque con compatibilità SDR e non HDR.

Molto dipende anche dallo schermo impiegato, più complicata la faccenda sul fronte videoproiezione dove su grande schermo i limiti di cui sopra risultano ancor più evidenti. Oltre i 55” pollici gli elementi in secondo piano e il livello di dettaglio raggiungono ancor più velocemente i limiti strutturali dell’intero impianto alla cui base gira comunque il robusto Unreal Engine.

Nel complesso questo Vampyr si è dimostrato un sandbox game piuttosto avvincente e con un dignitoso indice di rigiocabilità spingendo il gamer a intraprendere diverse scelte e strade per giungere a nuovo epilogo, peccato per le limitazioni a livello di frame rate sacrificando una certa fluidità a favore della risoluzione 2160p. Livello delle scenografie con resa a tratti vintage, anche a 30 fps non si notano eccessivi cali nel frame rate, qualcosa di più ce l’aspettavamo in merito all’offerta multicanale, specie dal fronte rear dove gli elementi discreti latitano spesso.

TESTATO CON: Panasonic 49″ TX-49FX780 4K, PS4 Pro, sintoampli Yamaha CX-A5100, sistema altoparlanti Yamaha Soavo-1, Soavo-2, centrale Jamo Center 200, 2 x subwoofer attivo Jamo E4.

Vampyr - Home Theater Test PS4 Pro
7,5 Recensione
Pro
Trama avvincente
Sandbox di qualità
2160p
Buona longevità
Dialoghi efficaci
Contro
Texture migliorabili
No HDR e solo 30 fps
Movimenti non sempre precisi
In lingua inglese
Audio multicanale poco incisivo
Riepilogo
Sviluppato da: Dontnod Entertainment
Distribuito da: Koch Media
Durata: Circa 20 ore per completare le quest principali
Anno di produzione: 2018
Genere: Horror RPG
Supporto: BD 25
Aspect Ratio: 1.78:1
Video: 3840 x 2160/30 fps SDR
Audio: inglese
Sottotitoli: italiano
Video
Audio
Giocabilità
Longevità
Il giudizio di AF

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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