Il grande successo editoriale ha portato al cinema la trilogia erotica di E.L. James per un primo film non esattamente imperdibile. In UHD da Universal
In Cinquanta sfumature di grigio Anastasia Steele (Dakota Johnson) è un’ingenua e un po’ maldestra ventunenne, prossima alla laurea in letteratura inglese, che in aiuto della compagna di università influenzata si offre di sostituirla per intervistare il giovane miliardario e magnate della finanza Christian Grey (Jamie Dornan).
Nonostante l’approccio poco professionale l’incontro tra i due è foriero di inaspettate emozioni da parte di entrambi e il ricco uomo d’affari decide di rivedere la giovane per approfondirne la conoscenza.
Una volta dichiarati i reciproci sentimenti la coppia inizia una sempre più assidua frequentazione sino al momento in cui Christian non rivelerà il suo lato oscuro: all’interno di quella che lui chiama “La stanza dei giochi” Anastasia ne scopre la predilezione per il BDSM, spinta a stipulare un vero e proprio contratto in cui è stabilito nero su bianco ciò che al ‘dominatore’ è concesso nei confronti della ‘sottomessa’ e quanto possa spingersi in pratiche sessuali che includono la violenza a vari livelli.
Anche se incline a tali pratiche, Christian accondiscende allo stesso tempo a relazionarsi fisicamente con la partner in modo più misurato e, almeno inizialmente, meno irruento al fine di assecondare sentimenti sempre più profondi e scongiurare la di lei fuga. Dal canto suo Anastasia, compreso di avere instaurato una relazione con un individuo che ha subito profondi traumi, intraprenderà un percorso tra amore e sottomissione sino a oltrepassare il limite della sopportazione fisica e psicologica che rischierà di dividere per sempre la coppia.
E pensare che la scrittrice britannica Erica Leonard James concepì inizialmente uno scritto in omaggio alla saga di Twilight, con protagonisti principali proprio il vampiro Edward e Bella Swan nati a loro volta dalla fantasia della romanziera Stephenie Meyer. Tutto poi mutò in quelli che sono diventati tre best-seller a livello mondiale superando 125 milioni di copie vendute e la conseguente produzione di altrettanti film.
Questo primo Cinquanta sfumature di grigio prende ampiamente spunto dal libro finendo però per raccontare una banale storiella d’amore tra due individui complicati ma non per questo più di tanto interessanti. Se siete alla ricerca di immagini trasgressive, davvero trasgressive, questo non è il film che fa per voi, in tal senso l’opera è un completo fallimento, nonostante per allestire la ‘Stanza dei giochi’ di Mr. Grey sia stato addirittura interpellato un esperto nel settore che non ha mancato di arricchirla a dovere.
Fenomeno editoriale che ha richiamato a se milioni di fan nei cinema dove facinorosi si sono presentati con abbigliamento in latex, sale al cui interno sono state ritrovate manette, preservativi e sex toys, siparietti a vario titolo anche da parte di attempate signore nemmeno fossero in proiezione opere di ben altra levatura come “L’impero dei sensi” di Nagisa Ōshima.
Chi fosse alla ricerca di racconti intelligentemente trasgressivi mi permetto di segnalare “Secretary”, film del 2002 diretto da Steven Shainberg con Maggie Gyllenhaal e James Spader, più interessante e spregiudicato nel mettere in scena le morbose attenzioni verso la segretaria da parte di un avvocato dai gusti sessuali veramente fuori dal comune, opera che nel giro di pochi istanti colmerebbe il vuoto pneumatico di cui è pervaso cinquanta sfumature di grigio.
Nonostante la pochezza il film, costato circa 40 milioni di dollari, è stato uno dei più grandi incassi di quella stagione con qualcosa come 571 milioni raccolti worldwide e ha contribuito a ingenerare uno sciame di amene curiosità: per esempio il proprietario di un albergo in ogni camera ha sostituito la Bibbia col libro di E.L.James, presso un ferramenta in Pennsylvania, negli USA, c’è stata un’impennata nelle richieste di nastro adesivo, ferma cavi e corde, vendite salite oltre il 400% anche per particolari sex toys citati a più riprese nel racconto mentre secondo un’indagine statistica il 44% delle donne americane ha dichiarato che preferisce leggere “50 sfumature” piuttosto che fare sesso.
Cinquanta sfumature di grigio è presentato nella versione theatrical di 125′ e 12” secondi contro la “Versione mai vista prima” con la quale si arriva a 128′ e 28” secondi, indulgendo su alcuni particolari piccanti nel corso delle sequenze ‘hot’, nulla di stravolgente e certo non in grado di restituire maggior dignità e spessore alla vicenda.
VIDEO
Aspect ratio originale 2.40:1, codifica HEVC (3840 x 2160/23.97p), cinquanta sfumature di grigio è stato girato interamente in digitale con Arri Alexa XT a risoluzione nativa 2.8K. L’opera è stata poi completata su digital intermediate 2K di cui il disco UHD ne rappresenta l’upscaling. Nonostante l’assenza del 4K nativo in Ultra High Definition si distingue un sensibile miglioramento nel corso della visione grazie all’HDR-10 wide color gamut, estensione della palette cromatica, saturazione, contrasto e diversificazione sui punti luce e ulteriore profondità dei neri.
Non un clamoroso balzo tecnico in avanti ma nell’insieme si rimane soddisfatti, con minima incertezza per le sfumature in background nel corso del prologo. A confronto il disco FHD appare meno rifinito e non così capace di risaltare i particolari degli incarnati e degli abiti in primo piano.
AUDIO
DTS 5.1 canali lossy (754 kbps) di dignitosa resa per cinquanta sfumature di grigio. Si tende a sentire la mancanza di una maggiore presenza scenica da parte dei canali posteriori in particolare nelle sequenze all’interno dei locali notturni. Per una maggiore sostanza occorre passare all’originale DTS:X che apre a un maggior panorama sonoro con più esaltante contorno e apporto di elementi altrimenti troppo in secondo piano, senza peraltro raggiungere quota reference.
D’altro canto non si può nemmeno pretendere chissà quale miracolo da parte di un missaggio che ha avuto a che fare con una vicenda dialogo-centrica. Ricordo che il disco FHD contiene la medesima traccia DTS per l’italiano mentre per l’inglese si passa a un’interessante DTS-HD Master Audio 5.1 canali poi non così distante dal risultato offerto dalla controparte UHD.
EXTRA
© 2017 – 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.