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C’è del marcio in Cina? TCL accusata di marketing ingannevole per alcuni suoi TV LCD

La controversia è nata dopo che alcuni test commissionati dall’azienda chimica coreana Hansol Chemical hanno rivelato l’apparente assenza di quantum dots in tre modelli di TV TCL commercializzati invece come tali

TCL, il più grande produttore di TV cinese e secondo al mondo dopo Samsung, è stato recentemente oggetto di controverse accuse riguardo l’uso di quantum dots nei suoi televisori. I quantum dots sono particelle semiconduttrici nanometriche che emettono luce di colori diversi quando colpite da una certa frequenza luminosa. Vengono utilizzati ormai da anni in TV e monitor per ottenere una gamma cromatica più ampia, rappresentando un importante punto di forza per i televisori LCD-LED, Mini LED e QD-OLED.

La controversia è nata dopo che alcuni test commissionati dall’azienda chimica coreana Hansol Chemical hanno rivelato l’apparente assenza di quantum dots in tre modelli di TV TCL commercializzati invece come tali in alcuni mercati (il Mini-LED C755 e i QLED C655 e C655 Pro). I test, condotti da SGS e Intertek, non hanno infatti rilevato in questi tre TV tracce di indio o cadmio, materiali considerati essenziali per l’implementazione dei quantum dots.

In risposta, TCL ha contestato questi risultati, affermando di utilizzare pellicole quantum dot fornite da tre diversi fornitori. L’azienda cinese ha pubblicato i propri risultati di test (commissionati a un fornitore terzo) che hanno rilevato la presenza di cadmio nelle pellicole di questi TV e ha messo in discussione la metodologia e l’accuratezza dei test commissionati da Hansol.


La discrepanza nei risultati potrebbe essere dovuta a differenze nei metodi di test. I test che hanno rilevato il cadmio hanno esaminato le pellicole quantum dot fornite a TCL, mentre quelli commissionati da Hansol hanno analizzato le pellicole sui televisori fatti e finiti. TCL sostiene che testare i prodotti finiti non sia il metodo più accurato per determinare la presenza di quantum dots e diversi esperti suggeriscono che il modo migliore per verificare l’uso di quantum dots sarebbe testare le prestazioni dei TV per vedere se soddisfano le specifiche dichiarate in termini di gamma cromatica e luminosità.

I risultati dei test di Hansol Chemical, in cui si nota l’assenza di Indio e Cadmio nei TV TCL – Fonte Display Daily

Inoltre, è importante notare che non tutti i display quantum dot utilizzano sia indio che cadmio. Alcuni infatti combinano quantum dots e fosfori, con una quantità molto inferiore di quantum dots che potrebbe non essere rilevata dai test con standard minimi di rilevamento più elevati. La situazione è complicata dal fatto che Hansol Chemical, che ha commissionato i test originali, potrebbe avere un conflitto di interessi visto che è un fornitore di Samsung, principale concorrente di TCL.

Molti analisti rimangono tra l’altro scettici sull’idea che TCL possa aver orchestrato una frode così audace, considerando i rischi per la sua reputazione e i costi associati alla produzione di pellicole “false” senza quantum dots. È più probabile che TCL stia utilizzando una combinazione di quantum dots e fosfori che potrebbe portare a prestazioni inferiori rispetto a pellicole con indio e cadmio, ma ciò non renderebbe comunque i loro TV completamente privi di quantum dots.

Per risolvere la controversia, sarebbero necessari ulteriori test indipendenti e dettagliati, che includano l’analisi spettrale dei componenti e una verifica approfondita delle prestazioni dei TV in questione.

Una situazione quindi ancora in divenire ma che sottolinea l’importanza della trasparenza e dell’accuratezza nelle affermazioni di marketing dei produttori di TV, specialmente considerando il crescente interesse per la tecnologia quantum dot nei display di fascia alta. È fondamentale che i produttori di TV mantengano le loro promesse, fornendo non solo i componenti pubblicizzati, ma anche le prestazioni corrispondenti al prezzo e alle specifiche dichiarate.

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