Going active – diffusori amplificati, continua il viaggio di Giorgio Loreti in quello che sarà il mondo dell’hi-fi del futuro. Facile da usare e a misura d’appartamento.
Agli inizi degli anni 80, come venditore di prodotti “specializzati” (non era ancora chiamato esoterico o high end), ho avuto l’occasione di visitare la Fabbrica KEF insieme ad altri negozianti per la presentazione dell’ultima novità della serie Reference, la 101. Classico mini monitor inglese con gli stessi altoparlanti della LS3/5A (di origine KEF) e con alcune particolarità come un crossover perfezionato e posizionato sotto al diffusore, munito di led di sovraccarico, tecnica usata poi da Dick Sequerra nelle sue originali Met 7.
Accorgimento utile dato che la qualità del diffusore poteva provocare la voglia di alzare il volume, superando i limiti di progetto, essendo un prodotto pensato per ambienti normali ed ascolti discreti, esattamente quello che serve oggi nelle nostre abitazioni di tipo condominiali.
La presentazione di questo nuovo diffusore era chiaramente molto professionale come esemplificato dalle elettroniche usate: preamplificatore e due finali messi a ponte Nakamichi serie 600, giradischi Technics SP10 con braccio Epa 100 (cuscinetti in rubino, per dire tecnologia giapponese primi anni ottanta…) e relativo fonorivelatore, diffusori su supporti da 90 centimetri.
Il suono che usciva era di grande trasparenza e i diffusori letteralmente sparivano, come dovrebbe fare un buon impianto.
Ho citato questo aneddoto, perchè con i miei attuali diffusori KEF LS50 Meta Wireless, mi è ritornato alla mente quell’episodio.
Dalle foto potete chiaramente confrontare quello che a mio modo di vedere è il passaggio di due epoche, gli anni ottanta e gli anni duemila. Molte elettroniche e sorgenti e invece un semplice (ma tecnicamente molto complesso) diffusore con un cellulare.
Ribadisco che mi riferisco alla possibilità di espandere il mercato, andando incontro ad una potenziale clientela da costruire, proponendo soluzioni pratiche e relativamente economiche, come già citato in articoli precedenti.
A questo proposito, cito ancora il caso di KEF, azienda più che nota e che non necessita di presentazione, che ha aperto a Tokyo una Show Room con tutti i suoi prodotti, che vanno dal piccolo “lattina di birra in bluetooth” alle LS60 o per finire alle Moon per gli sceicchi, una linea di prodotti che può soddisfare una grandissima fascia di possibili clienti.
Se a questo aggiungiamo che altre grandi aziende del settore hanno aperto showroom proprietarie, vedi Mcintosh/SonusFaber, oppure Naim/Focal, ci accorgiamo di un trend chiaro: se i negozi non si adeguano ad una nuova offerta per un nuovo potenziale pubblico, si arrangiano da soli. (le due aziende citate non hanno ancora una vasta gamma di offerta di diffusori attivi, ma è solo questione di tempo).
Conosco molti “vecchi audiofili” che hanno fatto il downsize e sono tornati al classico mini monitor di scuola inglese, particolarmente adatto ai nostri ambienti domestici, dopo aver provato molte soluzioni, e molte spese.
Capisco anche chi critica le cosiddette “scatole da scarpe”, come vengono soprannominate queste scelte, ma vi invito ad andare ad ascoltare un diffusore come il KEF LS50 W, considerare il suo costo, e poi traete le vostre conclusioni.
In altre parole, sempre riferendosi ad un nuovo mercato da costruire, e pensando alle abitazioni domestiche attuali, poniamoci la domanda: quanti potenziali clienti possono usufruire di grandi volumi di ascolto o di grandi ambienti?
In fondo, anche in tutte le recenti dimostrazioni di alta fedeltà nei diversi paesi, gli ascolti sono ad un livello “domestico”, anche con i mega impianti. Qualcosa vorrà dire se i trend di mercato vanno verso il piccolo ed il semplice, come appunto i diffusori amplificati come KEF LS50.
Nei prossimi articoli vedremo quali sono, a mio modo di vedere le proposte più interessanti.
© 2024, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.