Non è affatto infrequente incontrare appassionati di alta fedeltà che personalmente definirei Vintage, ovvero legati ad un sistema acquistato moltissimi anni fa, mai cambiato, ancora perfettamente funzionante ed in grado di elargire emozioni sonore senza alcun timore reverenziale nei confronti degli attuali competitors.
Si può quindi essere anziani senza sentirsi vecchi, almeno in campo audio, e non è cosa da poco, significa che la scelta effettuata a suo tempo – ed ormai definibile vintage – fu fatta con criterio e logica, evitando l’acquisto di componenti le cui prestazioni sonore sarebbero in breve decadute miseramente.
Il bello poi, è che non necessariamente la cifra investita fu particolarmente elevata – magari non troppo bassa – ma certamente a conti fatti assai minore di quanto si sarebbe successivamente sborsato tra permute, rivendite ed alienazioni varie al fine di aumentare la qualità del sistema.
Per fare un esempio, un caro amico – la bellezza di 40 anni fa! – acquistò un bell’impianto basato su giradischi, preamplificatore + finale di potenza e diffusori, tutto di marchio noto e più che specializzato nel determinato componente scelto, in altre parole quanto di meglio allora disponibile.
Non citerò alcun marchio per non innescare considerazioni che non hanno nulla a che vedere con il presente articolo.
Attenzione poi che “quanto di meglio” non va interpretato come (anche) molto costoso, come scritto poche righe sopra la spesa pur non eccessivamente economica non fu nemmeno troppo onerosa, diciamo adeguata ove posta in relazione alla qualità scelta.
Quell’impianto – per il quale non nego che provavo una certa invidia, del tutto benevola ovviamente – aveva un suono caldo e pastoso, pieno ed equilibrato, assolutamente privo di asprezza, tanto che era possibile ascoltarlo per ore senza la minima fatica d’ascolto.
Ovviamente la sorgente era analogica, poiché il CD, pur commercializzato, non era ancora così diffuso.
Trascorso un certo periodo di tempo anche quest’ultimo entrò – sebbene con una certa riluttanza – a far parte del sistema, ed a tal proposito il mio amico optò per uno dei riferimenti dell’epoca di cui questa volta farò nome e cognome: il MARANTZ CD-94II, un lettore di qualità eccezionale tanto da essere utilizzato per lunghissimo tempo quale riferimento da prestigiose riviste di alta fedeltà.
Ebbene, dall’ampia camera che lo ospitava al tempo in cui era signorino, questo stesso medesimo sistema – certamente vintage – è a tutt’oggi presente nel suo appartamento da coniugato e come già anticipato, riproduce benissimo qualsiasi programma gli si dia in pasto.
L’unico problema emerso nel tempo è stato relativo alle sospensioni degli altoparlanti che si sono letteralmente sbriciolate, ma a parte questo – che se vogliamo è un falso problema in quanto sostituite con nuovi esemplari hanno ripristinato il perfetto funzionamento dei diffusori – e un paio di sostituzioni dello stilo usurato a carico del fonorivelatore, null’altro è stato fatto.
D’altronde è noto, le apparecchiature vintage devono talvolta essere sottoposte a revisione.
Tra l’altro, le conoscenze tecniche del mio amico non sono aumentate nel tempo, diciamo che sono rimaste stabili – un po’ come il suo sistema – in quanto ha accuratamente evitato di farsi prendere da tutta quella sequela di dubbi, ansie ed angosce che sovente accompagnano chi vive questa passione in modo “estremo” iniziando a far caso alla coppia di serraggio delle viti che trattengono in sede il tweeter.
D’altronde le basi che aveva, assolutamente concrete e non basate su ipotesi o peggio suggestioni, erano (e se vogliamolo lo sono ancora oggi) ampiamente sufficienti per poter effettuare scelte sensate, e credo che la resistenza nel tempo del sistema messo insieme a suo tempo sia la prova migliore.
A differenza dei molti che conducono una quotidiana lotta alla ricerca di prestazioni sempre migliori – perdendo di vista il fine reale, ovvero l’ascolto – procedendo a continui avvicendamenti dei componenti, test, prove ed infiniti perfezionamenti tesi alla “prestazione assoluta” – si è goduto il suo investimento, ha semplicemente ascoltato, una cosa assolutamente logica se vogliamo e perfettamente aderente allo scopo per il quale l’impianto è progettato – eppure non sempre facile da comprendere – tanto che ricadere nella vorticosa spirale evolutiva è un attimo.
Un appassionato di altri tempi forse, lontano da certe compulsive dinamiche che tolgono piacere all’ascolto rendendolo clinico, distaccato, quasi anaffettivo, e ben sapete che un ambito passionale privato delle emozioni è di per sé un fallimento in partenza.
In conclusione cari lettori, cercate di vivere le emozioni derivate dall’ascolto del vostro sistema evitando di sottoporle a continue e spesso inutili verifiche, in tal modo eviterete la perenne ed inopportuna ombra del dubbio tra voi e la musica.
Come al solito, ottimi ascolti!!!