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(Sub)cultura musicale: la negazione dell’ascolto HIFI

Con il termine cultura – a prescindere dall’interpretazione classica – si intende solitamente l’insieme delle conoscenze più o meno ampie che concorrono a formare nell’individuo opinioni relativamente ad un dato contesto, un insieme di nozioni che a loro volta consentono di operare una scelta ponderata. Per quanto di nostro interesse, a parte quanto noto circa il funzionamento del sistema HIFI (l’hardware), l’appassionato dovrebbe essere in grado di poter selezionare ciò che ascolta, ovvero il software musicale, due facce della stessa medaglia assolutamente correlate tra loro.

 

E non potrebbe essere diversamente: l’hardware di cui parliamo serve proprio ad esaltare il software musicale!

Un sistema HIFI di prestazioni più che degne dal costo assolutamente abbordabile

 

Curioso per natura, non nego che spesso mi domando come i giovani scelgano attualmente la musica, se la scelgono – o piuttosto, stando a ciò che si sente in giro, non sia in qualche modo imposta dalle mode più che dall’effettiva qualità della proposta – e quali possano essere i riferimenti che utilizzano. Ai miei tempi erano sostanzialmente due le modalità: un fratello maggiore già introdotto da cui ereditare il patrimonio musicale oppure un genitore (o un nonno) dal quale mutuare determinati gusti e/o scelte di stile; ultima chance, un amico ben fornito in materia.

Sia chiaro, in linea di massima sarebbe anche possibile fare da soli, ma è innegabile che determinate linee guida in unione a consigli e dritte facciano ampiamente la differenza. D’altronde la conoscenza approfondita di un genere, o quanto meno il possesso di una chiave di lettura che ne illustri le caratteristiche, consente di spaziare più agevolmente nei sottogeneri così come meglio comprendere il perché di certe scelte artistiche, in modo non troppo diverso dall’arte pittorica insomma, dove davanti a molte opere astratte si potrebbe rimanere interdetti.


Non so se qualcuno legga ancora qualche rivista del settore – RollingStone, Musica Jazz et similia – oppure si dedichi alle varie recensioni disponibili sia online – qui un esempio delle nostre – che su carta, in ogni caso, non è semplice farsi una cultura in materia in assenza di stimoli e consigli, a parte la curiosità ci sono difficoltà oggettive nel tenere d’occhio il mercato musicale.

Esponenti del genere Hip-Hop: uno stile (?) ampiamente diverso dal nostro

 

Molto spesso poi, mi accorgo di quanto recentemente l’hip-hop oppure il reggaeton abbiano trovato ampio spazio tra i giovanissimi: complici probabilmente il costante ammiccamento sessuale ed il richiamo al denaro sonante mediamente espresso nei testi afferenti a questi generi, qualcosa che in verità lascia abbastanza perplessi – sebbene, ahimè, si tratti di attualissimi disvalori – se non altro per la mancanza di legami con la nostra di cultura, certamente molto più autorevole in materia ed anche meno influenzata da questa forma di ferocia urbana.

E proprio prendendo spunto dal recente EUROVISION SONG CONTEST 2022 – circa il quale potete leggere qualcosa qui – mi sono chiesto come coinvolgere i giovani verso un esperienza d’ascolto migliore e maggiormente gratificante.

Posto che la pratica maggioranza “sente” la musica attraverso le cuffie inondate da flussi musicali in streaming – anche qui potremmo aprire un dibattito sulla qualità di quanto reperibile sul mercato – oppure mediante dispositivi Bluetooth portatili, la cui timbrica sarà anche gradevole, ma di certo non presente nessuna delle caratteristiche desiderate e ricercate dall’appassionato medio, trovare un sistema per attrarre le giovani leve è oltremodo difficile.

Cellulare e cuffia: il sistema stereo attuale?

 

Ma non solo, proprio in virtù delle caratteristiche tecniche dei generi appena citati – notoriamente gravati da pesanti alterazioni elettroniche oltre che manipolati in frequenza in modo estremo – la domanda nasce spontanea: in casi simili, un sistema HIFI, troverebbe (il condizionale è d’obbligo) una sua collocazione?

Si sente spesso parlare di assenza di occasioni affinché i giovani possano avvicinarsi al mondo dell’alta fedeltà – ed in effetti non ho memoria di eventi specifici nei quali questi siano stati coinvolti, almeno di recente, pandemia a parte – però in effetti, ragionandoci sopra, se si parte da una mancanza di cultura base in materia musicale non è possibile pretendere interesse verso qualcosa (l’impianto) che dovrebbe favorirne l’ascolto.

Siamo tutti d’accordo che un buon sistema ad alta fedeltà messo di fronte a produzioni musicali tecnicamente eccepibili non farà altro che amplificarne i difetti, giusto? Allora serve una solida cultura musicale, una conoscenza che pur non andando eccessivamente nel profondo – intendendo con ciò che non serve necessariamente conoscere il piatto preferito del cantante di un dato gruppo, ma almeno cosa intendono dire si! – faccia da introduzione verso ciò che l’artista intende veicolare agli ascoltatori.

Diversamente sarà sempre un ascolto passivo e molto poco HIFI, buono per fare le pulizie magari, per girovagare nel traffico canticchiando in auto l’ultimo successo, ma privo del minimo lascito emozionale, pronto per un quanto mai rapido oblio.

Continuate a seguirci…e come al solito, ottimi ascolti!!!

© 2022, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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