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Giradischi all-in-one: massima comodità… ma la qualità?

I giradischi all-in-one con ampli e speaker integrati attirano sicuramente per la loro convenienza, ma i nostri amati vinili meritano davvero questi prodotti “un tanto al chilo”?

Abbiamo spesso parlato di giradischi all-in-one (compresi quelli “a valigetta”) che offrono, in un unico prodotto, il giradischi stesso, un amplificatore e persino un paio di speaker integrati (ma volendo anche USB e Bluetooth). Non che questa sia una tendenza nuova (se c’eravate già negli anni ’60, ricorderete certamente i pomeriggi passati in spiaggia ad ascoltare 45 giri a tutto spiano), ma con il recente revival del vinile questi modelli sono tornati in auge e, nel 99% dei casi, si tratta di giradischi destinati alla fascia bassa del mercato.

In effetti, non è difficile capire l’attrazione che esercitano. Dopotutto, sono prodotti destinati ai neofiti del vinile che, con una spesa davvero modesta (si parte da circa 100 euro), si portano a casa tutto quello che serve per ascoltare un 45 o 33 giri, senza dover tirare un solo cavo (se non quello di alimentazione) e senza preoccuparsi di amplificatori, stadi phono, bracci da tarare o testine da installare. Anche perché il concetto di all-in-one ha sempre fatto rima con facilità e immediatezza e anche questi giradischi potrebbero essere resi operativi e funzionanti in un minuto da chiunque, bambini compresi.

Ecco allora che le soluzioni all-in-one di Crosley o ION Audio fanno gola a molti (soprattutto ai più giovani), ma se la loro comodità è indubbia e non c’è nulla di male nell’entrare in questo mondo con prodotti user-friendly (o plug’n’play all’ennesima potenza), siamo davvero sicuri che questi giradischi offrano anche una qualità audio dignitosa? O non basterebbe forse  aumentare leggermente il budget, spendere 5 minuti di tempo in più e avere in cambio un’esperienza sonora di ben altro livello?


Basta ascoltare qualsiasi giradischi Crosley, dal più economico Cruise Deluxe ai più costosi Lancaster e Bermuda (tutti con ampli e speaker integrati), per capire come la qualità sia modesta (a voler essere magnanimi) e lo stesso dicasi per i modelli all-in-one di ION Audio o DIGITNOW. Semplicemente, inserire un modulo di amplificazione e degli speaker full-range in questi telai così piccoli non può dare vita a prestazioni sonore soddisfacenti.

Per certi giradischi basta davvero collegare due diffusori… e si parte

Bisogna poi considerare che molti di questi modelli non possono essere regolati o “corretti” in alcun modo e quindi bisogna accontentarsi del setup di fabbrica effettuato dal produttore. I nostri colleghi di What Hi-Fi, ad esempio, hanno riscontrato con tutti i giradischi all-in-one di Crosley che hanno recensito un peso di lettura insolitamente elevato della testina (addirittura fino a 7 grammi), che dopo un po’ rischia di danneggiare la superficie del vinile e di cui il neofita del vinile ignora completamente la pericolosità. Anche per il ION Audio Max LP alcuni hanno riscontrato problemi a livello costruttivo (i cuscinetti del braccio hanno troppo gioco e il braccio finisce con il vibrare).

Magagne che non è raro trovare in prodotti che puntano molto su un prezzo aggressivo e che, a dire il vero, possono essere presenti anche su modelli qualitativamente superiori, ma non ci stupiamo di riscontrarle in questi giradischi all-in-one dove nulla può essere regolato e ottimizzato. Già più volte abbiamo sostenuto come la magia del vinile stia anche nella configurazione del giradischi e, pur non nascondendo il fascino (anche estetico) che si portano dietro questi modelli “tutto compreso”, nulla può battere un giradischi (anche super economico) fatto e finito per essere solo… un giradischi.

Sarà pure un oggetto carino, ma il giradischi è un’altra cosa

Certo, si spende sicuramente di più e si deve fare qualche collegamento, ma se si opta per soluzioni quasi all-in-one come il Pro-Ject Juke Box E da 449 euro, si devono solo aggiungere solo un paio di speaker (anche wireless sfruttando la connettività Bluetooth del giradischi) per avere un sound immensamente migliore rispetto a quello di un Crosley Bermuda.

O in generale, scegliendo un giradischi già compreso di stadio phono, si può utilizzare un vecchio amplificatore che magari vi eravate dimenticati di avere in casa, per non parlare dei tantissimi modelli economici “plug’n’play” con funzionamento automatico come il DP-300F da poco più di 300 euro, o altri, come il Rega Planar 1 da 350 euro, con regolazione automatica del bias e altri “aiutini” che permettono di utilizzare il giradischi subito (o quasi subito) dopo averlo tirato fuori dalla confezione.

Il Planar1 è il giradischi Rega più semplice da usare di sempre

Insomma, le alternative per chi proprio non ne vuole sapere di imparare come funziona un giradischi ci sono eccome e vi assicuriamo che, per apprezzare un minimo i vostri vinili, vale davvero la pena spendere qualche centinaia di euro in più, passare qualche minuto a informarsi su come collegare un giradischi e rinunciare a quel design “a valigetta” che fa tanto tendenza e optare per un giradischi più tradizionale e forse più “noioso” e banale ma molto più adatto allo scopo. Anche perché, se dovete ascoltare i vostri vinili su un all-in-one da 200 euro, tanto vale abbracciare davvero la convenienza tout-court e passare completamente allo streaming.

© 2022, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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