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Speaker wireless: sei consigli per non sbagliare l’acquisto

speaker wireless

Siete in procinto di acquistare uno speaker wireless ma avete ancora le idee un po’ confuse. Ecco qualche consiglia per scegliere il modello giusto

Acquistare nel 2021 uno speaker wireless sembra la cosa più facile del mondo, anche perché ne esistono talmente tanti come prezzi, dimensioni e caratteristiche che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Proprio questa varietà di modelli rischia però di confondere le idee agli utenti meno esperti e per questo vogliamo consigliarvi alcuni parametri da tenere in considerazione prima di effettuare l’acquisto.

Portatile o fisso?

Non tutti gli speaker wireless sono portatili (Sonos, ad esempio, ha impiegato anni prima di proporne uno non fisso) e bisogna quindi stare attenti a quello che si sceglie. Ovviamente i modelli portatili sono più compatti, hanno una batteria integrata (la media sta in un range di 6-12 ore, ma non mancano eccezioni da oltre 20 ore) e possono stare comodamente anche in uno zaino. Di contro, se si cerca una qualità audio di un certo livello, conviene puntare su modelli fissi da tenere in casa, che non solo sono più potenti, ma integrano anche driver più grandi, pur essendo mediamente più costosi.

jbl xtreme 2

Bluetooth 4 o 5?

Qui bisogna andare a spulciare tra le specifiche tecniche e quindi non si tratta di un parametro visibile a occhio nudo. Anche se da almeno un paio d’anni a questa parte molti speaker wireless offrono connettività Bluetooth 5.0 o superiore (fino a 5.2), altri modelli più economici sono rimasti al Bluetooth 4.2. Una differenza non solo di numeri ma anche di prestazioni.


Il Bluetooth 5.0 (e versioni superiori) assicura una portata del segnale più ampia (teoricamente quattro volte quella del Bluetooth 4.2), ha più banda passante (2 mbps contro 1 mbps) e si porta dietro anche altre utili feature. Supporta infatti anche il dual audio, ovvero la riproduzione di audio su due dispositivi collegati contemporaneamente a un’unica sorgente, con la possibilità per esempio di trasmettere una stessa canzone a due speaker wireless in due stanze diverse.

Vi fa paura l’acqua?

Un parametro importante nel caso di speaker wireless portatili (e del tutto ininfluente per quelli fissi) è il grado di resistenza a polvere, sabbia e acqua, soprattutto se siete soliti ascoltare musica in spiaggia o in altri luoghi all’aperto. In questi casi conviene scegliere modelli dotati di certificazioni IPX7, IP67 o IP68, che assicurano un’adeguata resistenza alla polvere/sabbia e all’acqua.

Non che sia possibile ascoltare musica immergendosi in una piscina, ma nel caso lo speaker cada in acqua (o se volete ascoltare qualche canzone sotto la doccia) siete sicuri che non si guasterà irrimediabilmente, mentre alcuni modelli come l’Ultimate Ears Wonderboom 2 sono fatti apposta per galleggiare, assicurando così la riproduzione audio anche quando sono in acqua.

Questione di connessioni

Sembra inutile in uno speaker nato per la riproduzione audio wireless, ma spesso la presenza di un ingresso AUX per jack da 3,5mm può fare la differenza. Utilizzando un cavo infatti, potete collegare allo speaker anche sorgenti audio prive di Bluetooth (un lettore CD o un televisore con un po’ di anni alle spalle), cosa che può tornare utile per un ascolto casalingo “di emergenza” nel caso non disponeste di un vero e proprio impianto stereo. E, sempre parlando di cavi, non sottovalutate la presenza a bordo di una porta USB-C, decisamente più avanzata e comoda dell’ormai vecchia porta microUSB e in grado di ricaricare il dispositivo in molto meno tempo.

speaker wireless da doccia

Pronti per l’alta risoluzione?

Fermo restando che nemmeno il codec audio aptX HD offre uno streaming musicale senza perdita di dati (si tratta infatti di un ascolto lossy e non lossless), se avete una sorgente audio con Bluetooth aptX HD come uno smartphone (Sony Xperia 1 III, OnePlus 9 Pro) o un player audio digitale (l’Astell & Kern Kann Alpha o il più economico Cowon Plenue D3), vi conviene puntare su uno speaker wireless che abbia lo stesso codec come il Bluesound Pulse Mini 2i il ben più costoso B&W Formation Duo.

In questo modo potete godere di una qualità audio migliore (l’aptX HD si spinge fino a 24-bit/48kHz) anche rispetto all’aptX standard, che si ferma invece a 16-bit/44.1kHz. Ovviamente, quando si parla di aptX HD, troverete sugli scaffali molti più speaker wireless fissi che non portatili.

Lo volete stupido o intelligente?

Amazon Echo 2019

Se non vi basta ascoltare musica ma volete che il vostro speaker wireless si colleghi anche a internet e funga da assistente virtuale, dovete optare per uno smart speaker, un modello “intelligente” che, grazie al Wi-Fi e alla presenza a bordo di uno o più microfoni, permette di inviare comandi a voce allo speaker sfruttando (a seconda dei modelli) Google Assistant, Alexa o Siri.

Si tratta di una funzionalità utile più in casa che non quando si è in movimento (in questo caso infatti è molto più comodo lo smartphone) e, oltre ai modelli first party (gli Echo di Amazon per usare Alexa e i Nest di Google per usare Google Assistant), anche produttori come JBL, Ultimate Ears e B&O offrono l’integrazione con Alexa o Assistant, mentre Apple è un caso a parte visto che solo HomePod e HomePod Mini permettono l’accesso vocale a Siri. Tenete conto che uno smart speaker costa mediamente di più di uno speaker wireless tradizionale a parità di dimensioni e potenza e quindi dovete valutare bene se l’aggiunta della parte smart vi interessa o meno.

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