Comparativa tv per gli OLED LG 55CX6LA e Panasonic TX-55HZ1500E, alla scoperta delle concrete differenze tecniche
In questa comparativa tv abbiamo preso in considerazione due pannelli OLED, ancora oggi punto di riferimento per fedeltà cromatica ma soprattutto nero infinito. Peraltro il costruttore unico al mondo di schermi a pixel auto illuminanti è la coreana LG, che vende alle altre aziende il necessario per sviluppare una propria linea di prodotti.
Se è vero che il pannello è lo stesso, resta altrettanto vero che due schermi, stessa marca, modello e dimensioni, usciti dalla medesima linea produttiva potrebbero presentare (minime) differenze in termini di resa dell’immagine. Se poi sono addirittura di due diverse aziende, la sostanza può ulteriormente cambiare.
ESTETICA
Questa comparativa tv OLED nasce dalla voglia di verificare fianco a fianco le fattive differenze tra due schermi OLED a parità di dimensioni del pannello, prodotti nel medesimo periodo e attualmente a mercato. Estetica e forma sono come sempre soggettive, il piedistallo centrale a base rotonda dell’HZ1500 offre un deciso inferiore ingombro favorendo un posizionamento su di un piano d’appoggio non così largo.
Per contro il CX6LA necessita di una collocazione su di una superficie che deve essere per forza ampia quasi quanto lo schermo stesso, base composta da due elementi fronte / retro che vanno assemblati direttamente allo chassis. Quanto ad appoggio il Panasonic risulta vincente, non solo per il ridotto spazio ma in quanto la piantana, l’unica girevole, porta lo schermo a sollevarsi quel tanto che basta per posizionare frontalmente un’eventuale soundbar, cosa praticamente impossibile con l’LG.
AUDIO
Restando in tema audio per questa comparativa tv i test d’ascolto sia tramite i canali del digitale terrestre che con materiale più pregiato tra liquido e fisico hanno portato in evidenza alcuni limiti da parte dell’LG di gestire una elevata pressione sonora. In una scala da 0 a 100 abbiamo scelto il 60% quale livello per verificare la tenuta del flusso audio: specie in passaggi con rombi di motore, esplosioni, tuoni e altri elementi a stimolare la gamma medio bassa sono affiorate delle distorsioni sul CX6LA, dove è stato comunque possibile intervenire scaricando un po’ di bassi.
Al di là delle eventuali manipolazioni del suono chiamando in causa funzioni come l’AI Acoustic Tuning e l’AI Sound Pro di LG (l’HZ1500E offre una diversa gestione del suono chiamata 360° Soundscape, ma l’obiettivo resta il tuning audio ottimale) la differenza nella configurazione audio dei due tv resta comunque sostanziale: LG CX6LA è un 2.2 canali e include 2 speaker x 10 Watt l’uno in configurazione front firing + 2 ulteriori diffusori x 10 Watt per i bassi.
Resta difficile competere rispetto al PANASONIC HZ1500, che è un 2.2.1 canali e include 2 + 2 speaker da 15 Watt e un ulteriore diffusore per i bassi da 20 Watt, configurazione up firing. Ricordando che rispetto alla serie precedente si è andati a perdere il supporto di Technics (scomparso quanto meno il logo), la scelta di Panasonic per una migliore resa audio vede come sempre un diverso ingombro posteriore e un livello estetico inferiore.
Più filante la linea dell’LG, che dimostra le proprie capacità di saper gestire segnali anche importanti come il Dolby ATMOS (compatibilità anche per il Panasonic), a patto di non caricare il volume oltre il 50%. In entrambi i casi bisogna dimenticarsi la vera gamma bassa, che richiede un vero subwoofer esterno e perché no, il resto di un impianto audio esterno almeno in configurazione 5.1 canali. Per entrambi i modelli l’unico modo per superare l’impasse nella gestione di flusso audio DTS è quello di sfruttare un decoder esterno, tramite sintoampli o soundbar. La spunta Panasonic 80 Watt contro 40 Watt.
VELOCITA’ E TERMINALI
Il ritardo in millisecondi tra i due pannelli è differente in misura numericamente evidente e assieme alla tipologia dei terminali conferisce all’LG un vantaggio nel caso in cui si fosse interessati a videogame o immagini veloci. Il Panasonic passa da 122 ms a circa 22 ms nella modalità gaming, mentre l’LG resta migliore con ritardo che da circa 80 ms si abbassa a circa 13 ms. L’LG offre quattro HDMI full 2.1 (di cui una eARC), HDCP 2.3, supporto segnali 4K anche 120 HZ (full RGB), senza dimenticare il Variable Refresh Rate ma soprattutto la compatibilità AMD Free Sync Technologi e la NVIDIA G-Sync, aprendo un’ulteriore porta alle schede grafiche da computer.
Presente in entrambi l’Auto Low Latency Mode, il Panasonic si ferma all’HDCP 2.2 e le quattro HDMI sono 2.0b con funzionalità 2.1 solo per ALLM, gestisce segnali 4K fino a 60 Hz. Tre porte USB per tutti e due che restano versione 2.0 eccetto l’HZ1500 con una 3.0 (max 0.9 A) e doppio ingresso satellite. Comunque pronti per il DVB-T2 / DVB-S2 e il cambio di trasmissioni previsto entro metà 2022. Identica offerta per Wi-Fi (802.11a/n/ac) ma il Bluetooth dell’LG è già 5.0, il Pana è 4.2. Per terminali e flessibilità nella gestione segnali video più avanzati l’LG è un passo avanti.
Gemini Man (4K/60Hz): a sinistra l’LG, la modalità ‘Cinema’ è un preset con resa lievemente diversa
GRAPHIC USER INTERFACE
Il SoC prevede su tutti e due una CPU a 4 core, due per la GPU dell’LG, non specificata quella del Panasonic. L’image processor dell’LG è l’a9 4K di terza generazione, dall’altra parte abbiamo HCX Pro sempre proprietario. A livello di sistema operativo LG include la versione 5.0 di WebOS, senza particolari migliorie rispetto all’anno passato, navigazione al solito (molto) articolata e occorre fare l’abitudine all’esclusivo telecomando con puntatore stile mouse, il telecomando del Panasonic in misura non dissimile resta completo e più classico, con interazione solo tramite i pulsanti. Nessuno dei due è purtroppo retroilluminato. Con LG e una GUI del tutto simile ai modelli 2019 si incrocia una notevole ricchezza di app e un’ampia selezione di canali streaming, rapido feedback dei comandi per l’intero set di menù e sotto menù. Fa eccezione l’inferiore reattività quando si naviga per le impostazioni tecniche, di qualsiasi tipo.
Clip 4K/HDR-10: a sinistra l’LG, senza taratura le impostazioni base lavorano bene anche con movimenti veloci
Versione 5.0 anche per l’interfaccia utente “my Home Screen” Panasonic: non così completa, resta ferma al palo con una struttura meno articolata dove mancano funzioni come l’Apple Home Kit e l’Apple AirPlay 2, assente anche l’app Disney+. La fruizione dei soliti provider Internet resta ampia ma non è stata in grado di aggiornarsi più di tanto e stare al passo coi tempi, peraltro piuttosto veloci, imposti dall’industria liquida dello streaming e del VOD. GUI datata a parte, il Panasonic dispone di tantissime funzioni dove tra le novità s’incrocia la possibilità di anteprima contenuti dallo streaming. Per entrambi una ragionata e comprensibile griglia di fruizione dei programmi televisivi. Peraltro nessuno dei due ha migliorato la velocità dello zapping con quella frazione di secondo in più che non sembra essere eliminabile. LG è il più completo.
IMMAGINE
Premessa doverosa la pressoché immediata possibilità di visionare materiale sia SD che HD / UHD SDR-HDR senza intervenire manualmente sui molti parametri offerti da entrambi i pannelli. Preset di fabbrica quindi pronti per l’uso, con qualche novità interessante per i due tv in questione: l’arrivo del Filmaker Mode, che nel caso del Panasonic va a sostituire la certifica THX. A livello macroscopico si tratta in entrambi i casi di schermi a elevata performance, con calibrazione assistita CalMAN e accesso a livello di LUT.
Il livello di precisione progressiva sui segnali in ingresso resta prerogativa di calibrazione SDR che richiede il necessario tempo per intervenire su alte e basse luci, andando ad abbassare sempre più il deltaE verso risultati reference. Sugli schermi si può intervenire disattivando il Filmaker Mode e procedendo per gradi attivando i vari filtri e preset a disposizione. Nello specifico l’accesso LUT per l’HZ1500 è più flessibile per l’intervento anche alla sezione di memoria dedicata all’HDR.
Preset ‘Normale’ a sinistra per l’LG (deltaE max 55), a destra il Panasonic (deltaE max 22)
Di fatto il Filmaker Mode disattiva qualsiasi funzione possa in qualche modo disturbare l’immagine, per avvicinarsi il più possibile a quanto originalmente concepito in fase realizzativa. In termini di fedeltà cromatica va in testa il Panasonic, dove invece l’LG tende a scivolare di poco su toni un po’ meno caldi, senza peraltro influire in misura così evidente sulla visione di materiale cinematografico. Lo stesso dicasi per il riferimento quanto a REC.709, dove i primari sull’LG se ne discostano in minima parte. Già a questo livello stiamo parlando di differenze davvero poco impattanti rispetto alla visione comparativa del medesimo materiale video inviato in contemporanea. Condizione di paragone che ci ha permesso di realizzare ben presto che entrambi i pannelli, sempre 10 bit nativi, garantiscono una performance visiva da primato. Le misurazioni e i numeri parlano una lingua del tutto simile, lo scostamento (deltaE) dal riferimento una questione di lana caprina che diventa pressoché argomento di discussione accademica.
Quando si ha di fronte un segnale video di alta qualità come quelli impiegati nel corso delle prove, clip, streaming piuttosto che dischi UHD a 24, 23.97 e 60 Hz non ci sono dubbi sulla bontà dei pannelli di dare tutto lo spazio possibile alla fonte. Del tutto simile anche la copertura dello spazio colore: tutti e due attorno al 97% in DCI-P3 (xy) e circa 71% Rec.2020 (xy). La luminosità massima in HDR su una finestra al 10% viaggia anche al di sopra dei 700 nits, in Filmaker Mode a tutto schermo si viaggia attorno ai 100 nits, che è poi il riferimento preso per lavorare tale materiale video in fase produttiva.
Preset ‘Cinema’ a sinistra per l’LG (deltaE max 1.6), a destra il Panasonic (deltaE max 1.0)
Particolarmente interessante il tone mapping dinamico che interviene su entrambi, per migliorare la resa dell’immagine adattandola al massimo delle possibilità dello specifico pannello, che nel caso dell’LG prova a evitare il clipping alle alte luci e non affogare i particolari. Ciò però diventa controproducente per la resa d’insieme, con abbassamento generalizzato della luminosità stessa, una forzatura di cui non se ne sentiva bisogno. I due tv qui escono entrambi vincenti, col Panasonic che si avvantaggia, anche se di poco, nella gestione dell’immagine con o senza ingerenza dell’elettronica proprietaria.
CONCLUSIONI
In questa comparativa tv OLED l’LG 55CX6LA si è rivelato un pannello a elevata performance, con qualche debolezza in termini di resa audio, più aggiornato sia per le app che la gestione del segnale video fino a 120 Hz, già pronto per il codec video AV1 e compatibile anche aptX audio, con un’elettronica ancora più incline a favorire qualche ora di gaming. Resta come sempre il suggerimento di non optare per un pannello OLED se si fosse gamer incalliti, che macinano anche 8/10 ore di partite senza soluzione di continuità: in tal caso il rischio di ‘stampaggio’ sarebbe elevato.
Il Panasonic TX-55HZ1500E guadagna ulteriormente in termini di precisione colorimetrica e fruizione via Filmaker Mode di materiale cinematografico, con ulteriore rifinitura anche nel bilanciamento del bianco. Inoltre offre un più ampio set di diffusori che reggono maggiormente elevate pressioni anche oltre il 50% del volume. La compatibilità in termini di gestione di segnali wide color gamut è totale per il Panasonic, mentre l’LG non è compatibile HDR-10+. In tal senso l’HZ1500E ci sentiamo di consigliarlo al completista dell’immagine, che non perde occasione per eseguire calibrazioni, desideroso di sfruttare lo schermo senza riserve.
La ricerca scientifica e i ragguardevoli traguardi raggiunti da entrambi i brand hanno un costo che al momento si aggira sui 1.900 euro per il Panasonic, mentre per portarsi a casa l’LG si parte da circa 1.300 euro: una distanza che merita senza meno la giusta riflessione. Link a Panasonic, link a LG. Link ad Amazon per LG 55CX6LA in bundle con soundbar e subwoofer, link ad Amazon per il Panasonic TX-55HZ1500E.
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