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Sonos PlayBase: le 9 cose da sapere

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Il 4 aprile Sonos porterà sul mercato la sua nuova PlayBase, una soundbase da 799 euro per TV fino a 35 Kg. Conosciamola meglio con queste nove pillole.

In attesa del suo arrivo sul mercato previsto per inizio aprile con un prezzo di listino di 799 euro, abbiamo voluto riunire in questo speciale le nove cose fondamentali da sapere sulla Sonos PlayBase, la nuova soundbase del produttore americano dedicata a tutti coloro che non ne possono più dell’audio striminzito e gracchiante del loro TV ma non vogliono nemmeno allestire un impianto multicanale e non si fidano troppo delle tradizionali soundbar.

1 – È una PlayBar che si mette sotto al TV

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Una soundbar è ideale se avete il vostro TV montato a muro, ma se come la maggior parte delle persone tenete il TV su un tavolo, un mobile o una scrivania, il colpo d’occhio con questo diffusore piazzato davanti allo schermo non è proprio il massimo.

La soluzione ideale in questi casi si chiama soundbase, ovvero uno speaker sopra il quale si appoggia il televisore. La Sonos PlayBase fa proprio questo e si può quindi considerare come una PlayBar (sempre di Sonos) rimodulata per funzionare da supporto per il TV.


2 – È solida nonostante i molti “forellini”

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Il design della PlayBase è estremamente semplice ed essenziale, ma anche molto solido, tanto che questa base sonora supporta un peso fino a 35 Kg senza mostrare il minimo segno di cedimento. Avete un TV più pesante? Deve trattarsi probabilmente di qualcosa di un residuato bellico e comunque quasi nessun televisore odierno da installazione casalinga raggiunge simili pesi.

Se poi il design è super minimale, con solo un tasto fisico (per il pairing) e una paio di tasti sensibili al tocco per la riproduzione e il controllo del volume, non mancano alcuni gustosi dettagli, come i 43.000 forellini in cinque diverse misure che servono a regolare il flusso d’aria tra le diverse sezioni dello speaker.

3 – Suona praticamente come la PlayBar

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Giustamente Sonos non vuole che un utente debba scegliere tra la PlayBar e la PlayBase per preferenze sonore. Il risultato è che la PlayBase suona in modo praticamente identico al precedente modello. E lo diciamo con cognizione di causa visto che abbiamo potuto sentire all’opera entrambe in un test comparativo. Per esserne sicuri al 100%, vi rimandiamo alla recensione completa, ma per il momento non abbiamo notato davvero alcuna differenza di rilievo tra i due prodotti.

4 – La qualità audio non manca di certo

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Sonos ha da sempre un’ottima reputazione per l’elevata qualità audio dei suoi prodotti e anche in questo caso siamo rimasti stupiti dal comportamento della PlayBase, soprattutto per la profondità del soundstage che riesce a ricreare nonostante le dimensioni così compatte (solo 6 cm di altezza).

I dieci altoparlanti al suo interno (sei midwoofer e tre tweeter più un woofer) ricreano infatti una scena estremamente precisa ed estesa orizzontalmente, seppur venga a mancare un autentico effetto surround tipico di sistemi multicanale. La riproduzione musicale è restituita con un ottimo dettaglio e con una resa dinamica e brillante e, in generale, si apprezzano particolarmente il sound corposo e “pesante” che la PlayBase è in grado di restituire.

5 – Surround? Si può

Come già si poteva fare con la Play Bar, anche alla PlayBase si possono abbinare gli speaker Sonos Play:1, Play:3 o Play:5 e utilizzarli come surround destro e sinistro, in modo da ottenere una configurazione 5.0. Volete anche il .1? Basta aggiungere il Sonos Sub e il gioco è fatto.

Certo, la spesa aumenta notevolmente, ma va sottolineato che gli speaker Sonos sono wireless e possono quindi essere installati senza pensare alla disposizione dei cavi, che non siano naturalmente quelli per l’alimentazione.

6 – Niente HDMI

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E qui casca un po’ l’asino. Come infatti la PlayBar anche la PlayBase è priva di ingressi HDMI e bisogna accontentarsi solo di un ingresso ottico. Il concetto di fondo è che, con tutte le sorgenti collegate al TV, questo funga da hub centrale e passi poi l’audio alla PlayBase a tutto vantaggio della semplicità e dell’immediatezza, aspetti sui quali Sonos ha da sempre insistito. Certo però che uscirsene nel 2017 con una soundbase senza nemmeno un ingresso HDMI è alquanto bizzarro.

7 – Il marchio Sonos si vede ovunque

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Come tutti gli altri speaker Sonos anche la PlayBase può riprodurre musica in streaming da Spotify, Tidal, Amazon e Apple Music tramite l’app di Sonos. Non manca poi il supporto all’internet radio tramite TuneIn e naturalmente si possono riprodurre anche i brani ospitati su un PC, un NAS o uno smartphone tramite Wi-Fi (ma volendo c’è anche una porta Ethernet).

8 – Alta risoluzione? Non ancora

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Nonostante in questo periodo l’argomento dell’audio hi-res stia trovando sempre più spazio presso gli appassionati, Sonos non sembra per ora interessata. E spiace, anche perché, con il recente servizio proposto da MQA e Tidal per lo streaming di file audio ad alta risoluzione, è un vero peccato che Sonos non sia della partita.

9 – Arriverà il supporto vocale?

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È da un po’ di tempo che Sonos pianifica di portare il supporto ad Alexa sui suoi speaker, ma per ora si è visto e sentito poco. L’appuntamento è comunque confermato nei prossimi mesi, ma la PlayBase, non avendo un microfono, non potrà integrare nativamente le feature vocali di Alexa, anche se volendo si potrà connettere alla PlayBase uno speaker Amazon Echo o Echo Dot.

© 2017, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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