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Come sono cambiati gli impianti Hi-Fi negli anni?

E’ indubbio che la moda del vintage e la conseguente rinascita del vinile hanno fatto scoccare una scintilla a molti ex appassionati e a molti giovani che approcciano per la prima volta a questo mondo. Abbiamo quindi deciso di ripercorrere alcune tappe degli ultimi anni per arrivare alla conclusione che la fascia affordable del mercato è sempre più interessante.

L’ impianto Hi-Fi un tempo era un must. Nelle case di ciascuno di noi, c’era chi si accontentava dello Stereorama 2000 e poi c’era chi poteva permettersi i vari impianti modulari: Sony, Sansui, Kenwood, Technics e via dicendo. Chi scrive queste righe non vi nasconde che sta provando un briciolo di nostalgia, soprattutto se pensiamo che alcuni dei brand che hanno fatto battere il cuore a tanti appassionati ora producono forni a microonde, robot da cucina oppure  sono del tutto fallite. In molti ci scrivete lamentando un innalzamento dei prezzi ed una presunta volontà da parte di alcuni costruttori di puntare alla fascia alta del mercato. Nella realtà dei fatti però questo non è del tutto vero, o meglio, la fascia luxury può annoverare un numero impressionante di prodotti ma la fascia economy oggi ha raggiunto un livello qualitativo e di affidabilità che qualche decade fa ci sognavamo.

CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1130899

 

L’impianto Hi-Fi, la rivoluzione della classe T/D e l’avvento della musica liquida.

Agli albori degli anni 2000 c’è stato un fenomeno di massa che molti di voi ricorderanno e che introdusse o quantomeno rafforzò il termine “ammazza giganti”. Parliamo del Sonic Impact T-Amp, equipaggiato con il famosissimo chip TA2024. Un manciata di watt, circa 15 su 4 ohm, che segnò profondamente il mondo degli audiofili che grazie all’avvento di internet scoprì un nuovo mondo fatto di prodotti economici, affidabili e in relazione al prezzo ben suonanti. La classe T, in maniera sbrigativa e approssimativa, potremmo definirla come una derivazione della classe D, i più curiosi, potranno trovare qui un datasheet del TA2024. Dobbiamo tutto questo ad un team capitanato da Adya S. Tripathi che a metà degli anni Novanta o giù di lì depositò un brevetto che diede il via a questa piccola rivoluzione. Il TA2024 non fu l’unico chip, seguirono il TA2022 o il mostruoso, per i tempi, TA3020. Noi stessi li abbiamo provati un po’ tutti e molti di noi si sono riappassionati all’Hi-Fi grazie a questi piccoli ed economici amplificatori. La Tripath fu poi acquisita dalla CirrusLogic che non portò avanti il progetto di Mr Tripathi. Questa non fu l’unica rivoluzione di quel periodo, infatti sempre più persone iniziarono a parlare di musica liquida e di come un PC con un dac o magari una scheda audio interna di buona qualità, potesse metterci in condizione di avere un impianto Hi-Fi sbalorditivo per il costo. Il sottoscritto ricorda ancora quando le schede audio EMU 1212 divennero quasi introvabili perché con poco più di un centinaio di Euro si poteva avere una sorgente di buona qualità ad un prezzo risibile e grazie ai vari forum e tutorial era veramente facile e soddisfacente mettere su un impianto per ascoltare musica niente male. Si diffuse così il mito degli “ammazza giganti”, apparecchi che con poche decine di Euro massacravano ( a detta di qualcuno) apparecchi molto più blasonati e dai costi 100 volte più alti.

Qual era la realtà dei fatti?


Beh come si dice spesso “la verità sta nel mezzo” ed anche in questo caso a nostro avviso è così. Il rapporto qualità prezzo di questi oggetti era stellare ma di certo non erano il non plus ultra per un impianto Hi-Fi, come del resto non era possibile pretenderlo. Il merito di questi oggetti è stato quello di far avvicinare i giovani a questo mondo o ancora, di far riappassionare i più grandi. Oggi la classe D ha raggiunto livelli di eccellenza, come del resto anche le alimentazioni switching, andando a migliorare quei parametri in cui erano carenti all’ascolto. Sul sito troverete diverse recensioni di amplificatori in classe D di buona qualità e affidabilità da primato.

La situazione nel 2024 come è?

Con il passare degli anni i produttori hanno dovuto adeguarsi alle piccole rivoluzioni di questo mondo cercando di stare al passo con i tempi ed al contempo contenere i costi. Alcuni produttori riescono ancora, anche per prodotti entry level, a realizzare tutto in house, altri realizzano la fase di progettazione in house e demandano poi la produzione in paesi con costi di manodopera e gestione più bassi. In sintesi oggi possiamo contare su prodotti della fascia economica che lasciano sbalorditi per rapporto qualità prezzo. Inoltre la rinascita di alcuni marchi storici, come ad esempio Mission e Leak ci fa ben sperare per un futuro di un Hi-Fi a buon mercato.

Consulenza e assistenza quanto costano?

La consulenza e assistenza sono due fattori vitali per gli appassionati dell’audio ma, come tutte le cose, hanno un costo ed è giusto che vengano pagate. A tal proposito il consiglio che vi diamo è quello di scegliere con le vostre orecchie dietro la guida di una persona competente ed onesta e credeteci ancora ce ne sono. Il mare magnum di internet è sicuramente un ottimo spunto da cui prendere ispirazione per poi verificare di persona. Negli ultimi anni c’è la tendenza, almeno da quello che molti ci scrivono, a cercare sempre e comunque il miglior prezzo possibile, dimenticando che la cosa fondamentale è il risultato. Risultato che è più facile ottenere provando e testando piuttosto che facendo la caccia allo sconto. Altro fattore importante è l’assistenza, se un domani il vostro impianto Hi-Fi dovesse avere un problema, un conto è doverlo portare ad un centro assistenza autorizzato a pochi km da casa o comunque in Italia un altro è spedirlo all’altro capo del mondo sempre sperando di trovare chi è in grado di ripararlo e soprattutto sperando di trovare ancora i ricambi. Ad esempio un caro amico ha trovato i ricambi delle sue Bowers & Wilkins a più di dieci anni di distanza!  Di seguito vi riportiamo alcuni prodotti che sono stati o che saranno presto protagonisti sulle nostre pagine e che ci hanno sorpreso per le loro performance a costi tutto sommato interessanti e che potrebbero rappresentare il “la” per ridare vita al vostro impianto Hi-Fi.

TRIODE LUMINOUS 84, L’ESEMPLARE CHE ABBIAMO IN PROVA.

Triode Luminous 84 per un impianto Hi-Fi a valvole

A breve ve ne parleremo più approfonditamente intanto non possiamo che segnalarvi questo interessante amplificatore a valvole dotato di tre ingressi linea un ingresso phono MM ed un amplificatore per cuffie. La potenza dichiarata è di  11W + 11W in RMS in classe A/B in configurazione push pull. Avrete a disposzione la regolazione del bias automatica e dimensioni tali da poterlo candidare ad essere un ottimo compagno per la nostra postazione desktop. I materiali utilizzati per la realizzazione del cabinet e dei vari componenti è di livello veramente elevato. Per quanto riguarda i prezzi, il listino parla di 2.290 Euro che per un amplificatore di questa tipologia sono una cifra più che interessante.

GoldenEar Forcefiled 30 un subwoofer che non si nota

E’ sempre più comune l’utilizzo di un subwoofer considerando l’audio delle moderne TV che, come già detto più volte, è sempre meno performante salvo rari casi. Per questo motivo i sistemi 2.1 sono sempre più diffusi nei nostri salotti. Abbiamo scelto il GoldenEar Forcefield 30 perché un subwoofer dal prezzo interessante e dalle dimensioni contenute. Entrando più nello specifico, si tratta di un subwoofer amplificato dotato di radiatore passivo, soluzione già vista sulle GoldenEar BRX di cui vi abbiamo parlato qualche tempo fa e con cui tra l’altro potrebbe formare una interessante accoppiata.

La risposta in frequenza dichiarata parla di 26Hz–170Hz (-6dB in asse, anecoico) più che sufficienti per far innervosire i vostri vicini. Per quanto riguarda i driver troviamo un driver da 8″ quindi circa 20 cm e poi un radiatore passivo da 9″ x 11″.

L’esploso qui sotto vi chiarirà ulteriormente le idee. Per quanto riguarda l’amplificazione troviamo uno stadio di uscita a MOSFET da 1000 W di picco/500 W RMS, controllato da DSP. Il design con la parte superiore curva e le dimensioni contenute ne fanno un ottimo e discreto compagno per la casa. Buono un impianto Hi-Fi, eccellente per l’audio/video. A breve ne parleremo più approfonditamente. Il prezzo in questo caso è veramente interessante, parliamo infatti di 899 Euro.

Indiana Line Diva 3: top di gamma NON esclusivo

Da sempre Indiana Line è un brand sinonimo di ottimo rapporto qualità prezzo ed ogni volta che ne parliamo voi lettori sembrate apprezzare particolarmente. Da qualche mese la linea Diva e la linea Tesi si sono rinnovate introducendo diverse novità sia a livello estetico che a livello tecnico.

 

Le Indiana Line Diva hanno subito un aumento di prezzo che però è correlato ad un aumento delle prestazioni interessante. Fin da un primo sguardo è facile notare la nuova sospensione del midwoofer che può anche contare su una membrana che utilizza un materiale chiamato CURV. Il nuovo design del cabinet può contare su un frontale leggermente inclinato e realizzato con MDF da 25mm. Il reflex è posto sulla parte anteriore ed in dotazione avrete dei tappi di spugna per chiudere il condotto in caso di necessità. Anche in questo caso, a breve effettueremo un prova più approfondita. Se avete una stanza di piccole dimensioni questo diffusore potrebbe stupirvi per quel che riesce a fare. Per quanto riguarda il prezzo di listino parliamo di circa 600 Euro.

 

Dual CS-329 giradischi facile per ricominciare

A molti viene la voglia di rimettere su un impianto Hi-Fi proprio per ricominciare col vinile tanto che ormai è facile trovare pseudo giradischi anche al negozio di casalinghi sotto casa. Senza addentrarci in un discorso senza fine vogliamo limitarci a dire che non bisogna spendere capitali per iniziare col vinile ma neanche si può pensare di spendere poche decine di Euro, onde incappare in cocenti delusioni sia per quel che riguarda le prestazioni che per quel che riguarda l’affidabilità. Il Dual CS-329 che abbiamo recensito qualche mese fa è un classico esempio di un giradischi pronto all’uso in grado di sfoderare delle performance più che dignitose.

Il giradischi vi arriverà già tarato ed inoltre essendo automatico non vi resterà altro da fare che mettere su il disco e lasciare che l’ Audio Technica AT91 di serie riproduca i vostri vinili preferiti. Avrete inoltre a disposizione un prephono MM (escludibile) qualora il vostro amplificatore ne sia sprovvisto. Il prezzo di listino è di 449 Euro.

 

 

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